La Gamescom di quest’anno, seppur non ricca di novità, è stata una riconferma di quanto mostrato durante l’E3 di Los Angeles. Uno dei giochi che più ci aveva incuriosito in quest’ultima fiera era stato The Swords of Ditto e noi della redazione abbiamo avuto modo di saggiarlo a porte chiuse all’appena concluso evento di Colonia. Durata la nostra prova, durata circa una mezz’ora, abbiamo potuto testare l’avventura in cooperativa con uno sviluppatore. Ecco dunque le nostre impressioni sul titolo!
Benvenuti sull’isola di Ditto
Il videogame è sviluppato da Onebitbeyond, sotto comunque la guida di Devolver Digital, noti sviluppatori di Absolver, Hotline Miami e tanti altri, parlerà di un giovane naufrago che si troverà casualmente sulla misteriosa isola di Ditto. In questa terra ogni 100 anni torna una sorta di calamità chiamata Momo che, dopo essersi risvegliata dal suo lungo sonno, scaglierà delle maledizioni agli abitanti del villaggio. Prima di partire con il vero e proprio hands on c’è da fare una premessa: dopo ogni game over il videogame cambierà in maniera procedurale, dunque ogni utente avrà un’ambientazione unica ed irripetibile. Il prodotto è un inno all’amicizia, infatti l’esperienza è pensata per essere sfruttata in cooperativa e rigorosamente in locale. Lo stile grafico e la follia di certe scelte stilistiche ricordano per alcuni versi Adventure Time, offrendo dunque un mix perfetto fra uno stile più cartoon ed un’esperienza di gioco tutt’altro che per bambini.
All’inizio dell’esperienza, dopo esserci ripresi dallo sbarco inaspettato, ci siamo diretti verso il villaggio per ottenere equipaggiamento e altri oggetti utili per il viaggio. Lo scopo del videogame sembra chiaro, riuscire a sconfiggere l’orrenda creatura per poter mettere fine alla tremenda maledizione che circonda la popolazione dell’isola. Mentre ci dirigevamo verso la quest principale abbiamo iniziato a vedere il mondo di gioco; essendo tutto con visuale 2D vedrete i due protagonisti muoversi su tutto lo schermo, distruggendo man mano i vari nemici ed ottenendo soldi per sbloccare armi sempre più folli. Dalla mano di un mostro che colpisce il suolo per fare danno ad area, ad una sorta di bombe incendiarie, le soluzioni sono davvero molteplici e sono tutte da sbloccare. Il risultato è un mondo di gioco coinvolgente che riesce ad esprimere la sua voglia di raccontare la storia, grazie anche ad un tocco di ironia su alcuni dialoghi che smorzano i toni seriosi di questa disperata missione.
Nell’andare avanti ci siamo imbattuti in un paio di dungeon che nascondevano diversi puzzle ambientali ovviamente da risolvere. In queste fasi ci sembra palese che l’ausilio di un compagno sia d’obbligo per poter terminare l’esperienza in quanto alcune sequenze sono fatte per essere affrontate esclusivamente in due. Non neghiamo che ci siamo divertiti ed è ancora più originale quando, in caso di caduta di uno dei due eroi, sia possibile rianimarlo con un abbraccio, tutti segni che mischiati allo stile grafico rendono The Swords of Ditto quel prodotto tanto bello quanto unico da trovare sul mercato.
Attaccare per non essere attaccati
Dovrete imparare a padroneggiare il combat system alla svelta se non volete farvi cogliere impreparati. Nonostante in apparenza potrebbe sembrare un prodotto destinato ai più piccoli, The Swords of Ditto mostra un lato punitivo già dopo i primi momenti di gioco. Dovrete dunque adattarvi alla svelta in ogni situazione poiché anche il nemico più tranquillo potrebbe riservare spiacevoli sorprese. Oltre alla possibilità di un attacco leggero ed uno pesante, avrete a disposizione un’arma speciale che potrete cambiare a vostro piacimento, e la schivata, movimento che risulterà essere fin da subito decisivo tra la vittoria e la sconfitta.
Come detto in precedenza il mondo di gioco è sviluppato in maniera procedurale, ma cosa succede se si viene sconfitti? L’intera isola diventa automaticamente più cupa e tenebrosa mentre, al contrario, se si riesce a sconfiggere il malvagio Momo, si ritornerà in vita dopo 100 anni con l’isola sempre più luminosa e colorata. C’è da vedere se nel prodotto completo cambieranno ogni volta le parti della storia, magari proponendo sempre boss diversi o un livello di sfida sempre maggiore, così da poter ampliare la longevità di moltissime ore. Quando tornerete con un altro eroe potrete pregare sulla tomba del vostro predecessore, presente al centro del villaggio, così da recuperare il suo equipaggiamento e non trovarvi tutte le volte sprovvisti di armi e difese.
The Swords of Ditto in conclusione è un gioco davvero interessante sotto molteplici punti di vista, sia dalla realizzazione artistica che dall’ingegno della casa di sviluppo nell’ideare un escamotage per dare, ogni qual volta lo si desideri, nuova linfa al gioco. Il fulcro della questione sarà vedere se questo sistema funzioni a dovere e che non serva solo per occultare, se così si può dire, dei problemi legati ad un numero esiguo di dungeon, puzzle o contenuti di qualsivoglia natura. Questo, per adesso, non ci è ancora dato saperlo ma le premesse per trovarci davanti ad una piccola perla videoludica ci sono tutte. Dunque restate connessi con noi per non perdervi la futura recensione.