La fantasia: immateriale quanto potente, effimera eppure senza di essa ci risulterebbe impossibile vivere; è con questo in testa che Hironobu Sakaguchi propose a Shigeru Miyamoto (il papà di Mario, Zelda e dell’immaginario nintendiano che tutti conoscono) una follia: gli propose la sua “ultima fantasia” un nuovo videogioco, basato su elementi magici in un mondo distante, ma vicino al nostro; Si parla di ultima fantasia perché, se le cose fossero andate male, Sakaguchi avrebbe potuto “smettere di sognare” e avrebbe quindi segnato la sorte di Square Soft. La storia la sappiamo: Final Fantasy divenne da subito un successo in Giappone e data la nota scaramanzia dei giapponesi, il nome della saga non fu mai cambiato.
Final Fantasy tra le epoche
Si dice che spesso i videogiochi riflettono l’epoca da cui provengono: correva l’anno 1987 e mentre l’URSS lanciava nello spazio Soyuz TM-2, mentre in USA la CBS trasmetteva il primo episodio di Beautiful e i Simpson apparivano per la prima volta in televisione, mentre Mike Tyson metteva al tappeto Tony Tucker e mentre la borsa americana viveva il Black Monday con la borsa che subiva un -22%, in questo scenario il mercato del videogioco vedeva arrivare Final Fantasy, sviluppato da Square Soft per Nintendo Entertainment System. Il titolo è una novità come lo sono state tante nel mondo in quell’anno: una storia complessa e articolata come un libro si fonde per la prima volta con un gameplay a turni nei quali il giocatore può scegliere come attaccare o come difendersi dai nemici. Dato il successo pazzesco, il 1988 portò con sé il secondo capitolo della saga e, sulla falsa riga del primo, il successo fu replicato e Square si prese del tempo per sviluppare un terzo capitolo a due anni di distanza. Il brand attraversa diverse fasi della vita dei giocatori, accompagnando i propri fan con una grafica bidimensionale fino al 1997 anno in cui uscì il primo capitolo con grafica poligonale, ovvero Final Fantasy VII, titolo che rimase talmente impresso nell’immaginario collettivo che ancora oggi in molti si fanno domande circa la trama e i personaggi “leggendari” che si muovono nel gioco. Nomi come Cloud, Sephiroth o Vincent ancora oggi accendono campanelli d’allarme in qualsiasi giocatore, al punto che, nonostante la pubblicazione di diversi spin-off e film esplicativi sulla trama, il pubblico attende con ansia un remake annunciato ma ancora incompiuto. Final Fantasy VIII ebbe dei felici natali nel 1999 anche se aveva una enorme responsabilità: replicare il successo del suo predecessore. Squall e compagni fecero di più, le loro vicende resero il gioco il più venduto nel mercato degli Stati Uniti per ben quindici settimane, un record difficilmente replicabile.
Final Fantasy IX ebbe un accoglienza favolosa grazie alla scelta di fondere il level design del settimo e dell’ottavo capitolo della saga, il che fece piacere a molti giocatori. Nel nostro paese la localizzazione dei dialoghi fu inoltre peculiare, portano i protagonisti a parlare in dialetto: alcuni di loro parlavano in Siciliano, altri in Napoletano e altri ancora in Romano, una scelta davvero particolare che fece la fortuna del titolo nel nostro paese. La rivoluzione della saga avvenne con Final Fantasy X, primo capitolo del brand a essere doppiato in lingua giapponese, e in inglese per la versione internazionale: questo permise ai giocatori di tutto il mondo di abbandonare i sottotitoli godendosi dialoghi e filmati che fecero avvicinare la saga al mondo del cinema come mai prima d’ora. Come detto in precedenza, le epoche e le fantasie che il titolo promuove vanno di pari passo, ecco quindi che assistiamo alla nascita di capitoli interamente online in salsa MMO come Final Fantasy XI e Final Fantasy XIV, mentre lo stile più action che la saga prese dal XIII in poi ottenne la sua massima espressione nel capitolo “finale” ovvero Final Fantasy XV uscito due anni fa.
Una fantasia resa reale
Assurdo pensare a quanto ci si sia spinti lontano e quanto questa fantasia abbia permesso a generazioni di vivere i sogni più disparati, di combattere al fianco di eroi leggendari, di sconfiggere acerrimi nemici o di comprendere il proprio destino come abbiamo vissuto nella storia di Yuna e Tidus in Final Fantasy X. Nell’universo videoludico, la saga di Final Fantasy è certamente tra le più longeve di sempre, un caposaldo del settore a cui in molti si sono ispirati non solo nel proprio settore, basta pensare alle influenze culturali nel mondo del cinema che il gioco ha provocato o alle ispirazioni narrative che la cultura pop ha cavalcato “in sella a un Chocobo”. Final Fantasy è andato oltre lo schermo, permettendo al mondo di crescere assieme a lui, promuovendo prodotti, abiti, musiche e filmati che non sono necessariamente collegati a un momento storico specifico della saga, quanto piuttosto sono la trasfigurazione materiale di quell’immateriale fantastico che alberga in tutti noi. Che ci crediate o meno, è probabile che il film che avete visto fosse stato ispirato da un dialogo o da un capitolo della saga di Final Fantasy, probabilmente quella canzone che avete trovato su Spotify è stata scritta da un autore commosso dalle note di Final Fantasy, oppure la fantasia si è insinuata ed ecco che ha preso forma su quella maglietta o quella copertina del libro. Come si raggiunge un livello simile? Con tanta passione, dedizione alla perfezione, ma sopratutto con la predisposizione al sogno.