L’escalation di successo dei titoli dedicati al Mondiale Ufficiale di Formula 1 è stata inarrestabile, e dopo degli anni molto bui per il genere, con gli appassionati sempre più scoraggiati, dal 2017 in poi Codemasters ha saputo rialzare la china riportando i propri racing game a livelli altissimi. La qualità è salita di pari passo agli anni che passavano, e quest’anno le aspettative sono ancora più alte: F1 2021, che andremo oggi ad analizzare in sede di recensione, è il primo titolo della serie che vede come publisher Electronic Arts in seguito all’acquisizione avvenuta a febbraio, e potenzialmente le porte che si aprono da qui in poi per lo studio britannico sono infinite.
Con questa nuova iterazione, quindi, si vuole osare ancora di più, non solo migliorando all’estremo tutto ciò che di buono è stato fatto fino ad ora, ma aggiungendo caratteristiche, modalità e chicche varie per garantire l’esperienza più completa di sempre. Togliendo le castagne dal fuoco, vi rassicuriamo che gran parte del lavoro svolto ha fatto raggiungere i risultati sperati, anche se un paio di feature sono risultate leggermente forzate nell’insieme delle cose.
Entrare di gran carriera
Chiaramente il successo di un titolo parte dalle sue radici, e non necessariamente legate al prodotto in sé: l’idea che EA Sports e Codemasters hanno voluto dare della propria creatura, ancor prima della recensione e dell’uscita di F1 2021, è stata quella di una colorata esplosione di possibilità e alternative: già da subito eravamo infatti a conoscenza degli inserimenti rispetto ai vecchi titolo, come la nuovissima modalità storia Braking Point (che ricalca lo stile visto nella serie FIFA con The Journey), oppure la possibilità di giocare la propria carriera in multigiocatore a schermo condiviso. Soprattutto quest’ultima cosa fino a poco tempo fa era definita utopia, un desiderio timidamente espresso dalla community e mai avveratosi – fino ad ora – dopo l’avvento dell’era di Internet. L’offerta nel pacchetto di F1 2021 è a dir poco ricca, e nonostante un titolo dedicato alla Formula 1 ci veda “solo correre”, Codemasters ha creato un caleidoscopio di possibilità per rendere accattivante il gioco per tutta l’utenza. Lì dove le modalità classiche tornano prepotenti e potremmo nominarle per dovere di cronaca, come il Grand Prix singolo, le prove a tempo, gli eventi settimanali, le gare online amichevoli e classificate (con tanto di schermo condiviso anche in questo caso), l’arrosto sta proprio nelle novità inserite, e nelle modifiche apportate nella modalità carriera.
Braking Point è la modalità storia che ci farà vestire i panni di Aiden Jackson, una stella nascente che dopo aver vinto il campionato di Formula 2 si ritrova a competere tra i grandi nel Mondiale 2020 di Formula 1. In questa modalità, particolarmente romanzata e dove vivremo le vicende non soltanto in pista ma anche nel paddock e nella zona relax, il nostro compito sarà scegliere per quale scuderia correre all’inizio tra quelle proposte (chiaramente tra le meno blasonate), e iniziare un’ascesa verso il successo della competizione più prestigiosa del motorsport. Cosa vi aspetta? Rivalità, colpi di scena, gioie e dolori, ma soprattutto crescita. Sul piano pratico la modalità si difende bene, nonostante si senta un pochino la mancanza di alcune fasi base in determinate situazioni (legate soprattutto a quando non saremo in pista): l’esperienza risulta parecchio lineare, e purtroppo sembra non tenga conto di alcuni avvenimenti, i quali nemmeno influiscono il corso degli eventi. Ad esempio durante la nostra prova, abbiamo miracolosamente vinto una gara che “da copione” ci avrebbe visti solo sul podio, ma a parte l’animazione della premiazione il fatto che fossimo arrivati primi non è stato MAI nominato, né la parola vittoria, solo “podio”. Anche le reazioni dei personaggi durante la storia quindi non sono state influenzate, ed è un vero peccato, come è un vero peccato che non venga neanche tenuto il conto dei punti (non vedremo mai la classifica piloti o costruttori, ma sentiremo parlare di “punti” in modo generico… e senza che venga nominato alcun numero). Decisamente dettagli importanti e da migliorare, che avrebbero potuto dare un’impennata all’immersione e alla credibilità di questa nuova modalità.
Fianco a fianco
Se nel paragrafo precedente della recensione abbiamo capito che la storia di Aiden ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca, non è stata la stessa cosa per la seconda grande novità inserita in F1 2021, grande fulcro del gioco e svolta decisiva, nonostante la sua semplicità. Stiamo parlando infatti della Carriera, che oltre ad essere intrapresa come giocatore singolo da pilota, può essere vissuta anche nella duplice veste di capo assoluto della scuderia e da stelle in pista, guidando la nostra nuova scintillante monoposto. Ma non è questa la parte migliore, che si rivela invece essere la Carriera in Multigiocatore a schermo condiviso: finalmente l’intero Mondiale di Formula 1 può essere vissuto fianco a fianco ad un amico, che a seconda del tipo di modalità che sceglieremo potrà essere sempre il nostro compagno/rivale di scuderia, oppure potrà competere in una squadra differente dalla nostra (denominate rispettivamente co-op e contratti). Oltre ad essere incredibilmente divertente, questo tipo di carriera lascia finalmente spazio alla competizione “fisica” e non solo digitale contro gli avversari computerizzati, e soprattutto (come quasi tutte le altre modalità) è personalizzabile in difficoltà, realismo, aiuti, e chiaramente il regolamento.
Resa mondiale?
La qualità dal punto di vista tecnico sta crescendo, indubbiamente. Già in passato i Codies hanno dato modo di saper surclassare i propri limiti, ma più si va avanti, e più il margine di miglioramento si assottiglia (ed è chiaramente un merito). In toto ne è comunque risultata una guida un pelino più semplificata rispetto al passato, ma lungi dal dire che – se si attivano gli aiuti anche solo in parte – si tratti di un gioco semplice. Oltre al ritorno delle importanti caratteristiche dedicate alla gestione del carburante, temperature, ERS, dell’assetto, e di tutte le ricerche e le direttive tramite la workstation, è stato perfezionato il sistema di danni che può subire la monoposto: questa caratteristica è da non sottovalutare, perché con l’aumento delle parti danneggiabili, aumentano anche le possibilità di un clamoroso tracollo in gara.
Tralasciando gli altri tecnicismi riguardanti la guida, ormai talmente malleabile e personalizzabile da riuscire ad adattarsi con le varie modifiche sia ai giocatori più accaniti nella simulazione, sia a coloro che si servono di qualsiasi “comfort” per agevolarsi il lavoro, possiamo segnalare un considerevole passo in avanti dal punto di vista grafico e del dettaglio che dà il meglio nei filmati, ma che come da prassi zoppica un pochino di più nelle fasi d’intervista. Pure l‘intelligenza artificiale degli avversari ne esce migliorata, anche se con qualche piccola riserva (ad esempio nei circuiti cittadini è sempre troppo alta la tendenza a finire in fila indiana, o alcune manovre innaturali nelle fasi di doppiaggio). Sottolineiamo che abbiamo eseguito i nostri test per la recensione di F1 2021 sfruttando una PlayStation 5 e che quindi tutte queste caratteristiche, compresi i caricamenti estremamente veloci, vanno applicate a tale versione. Ne approfittiamo per dire inoltre che il Dualsense offre un buon feedback, anche se non eccellente, e ben lontano dall’immersione e dalla qualità che offre invece il gioco sfruttato con volante e pedaliera.
L’impronta EA
Prima di concludere la nostra recensione di F1 2021, è fondamentale dare anche uno sguardo a cosa ci offrirà il gioco in futuro, come verrà supportato, e chiaramente come verranno gestite le cose ora che EA Sports si occupa del progetto. In primis, è chiaro come l’impronta dell’azienda sia già forte all’interno del brand, nonostante Codemasters sia di giovane acquisizione: come accade in altri titoli sportivi del publisher, entra in ballo il fattore personalizzazione, che non si limita al classico aspetto del pilota, ma che si è esteso anche a cosmetici per qualsiasi cosa possibile, dalle livree delle auto da personalizzare, alla tuta del pilota, fino alle emote. Altre cose riguardanti la personalizzazione erano scontate, come il logo della propria scuderia quando saremo il padrone, oppure il biglietto da visita del pilota con nazionalità e dettagli anagrafici, ma tra microtrasazioni e pacchetti l’aria di EA è tornata a farsi sentire.
E dal punto di vista Esports? Qualcosa bolle già in pentola, e questo inverno saranno aperte le qualificazioni. Questo la dice lunga sul supporto che EA dovrà dare per mantenere in vita il gioco, ma anche su quanto ci si dedichi a destare l’interesse del giocatore più casual. Oltre alle modalità che abbiamo nominato, ci sono altre sezioni non propriamente legate al gameplay che vanno a concludere una cornice interessante, soprattutto per gli appassionati delle corse anche nella vita reale: è presente ad esempio una sezione calendario che ci tiene aggiornati sulle tappe del Mondiale Formula 1 ufficiale, una sezione cinema per rivivere le emozioni che abbiamo assaporato in pista (e magari mostrarle ad un amico), o ancora l’autosalone che ci mostrerà in tutta la loro bellezza le vetture ufficiali della F2 del 2020 e del mondiale di F1 attuale, con l’aggiunta anche della sezione dedicata alle monoposto create dal giocatore, in tutta la loro fantasia.