Deathbound Recensione, un soulslike diverso dal solito

Deathbound è un actoin RPG che vuole lasciare grande spazio alla versatilità e alle strategie del giocatore. Ci sarà riuscito?

Gianluigi Crescenzi
Di Gianluigi Crescenzi - Deputy Editor Recensioni Lettura da 9 minuti
7.5 Buono
Deathbound

Il panorama degli action RPG che si sono ispirati alla struttura souls si è ingigantito a macchia d’olio, e nel tempo abbiamo assistito a spettacoli raccapriccianti, alternati a gioielli davvero importanti. L’ultimo della lista a provare a salire sul carro del vincitore, cercando di cambiare molte delle carte messe sul tavolo da FromSoftware ai tempi che furono, è il titolo di cui vi parliamo oggi in recensione, Deathbound.

Con la data d’uscita definitiva annunciata un po’ a sorpresa, ci siamo ritrovati a giocare un titolo che di cose da mostrare ne ha parecchie, soprattutto tentando di ibridizzare il genere con delle caratteristiche che abbiamo trovato intriganti. Di cosa parliamo? Andiamo per gradi.

Per la Dea Morte!

I primi minuti di Deathbound vogliono mettere da subito le cose in chiaro a livello narrativo. Un breve video introduttivo ci mostra un brutale attacco da parte della Chiesa di Morte (la Dea) e i suoi templari, a spese di quello che sembra un manipolo di semplici cittadini poveri e malnutriti. La vittoria è ovviamente schiacciante, ma colui che la Chiesa sta cercando ancora non è stato preso. Senza anticipare troppo su chi è, e cosa succederà da qui in avanti a livello narrativo, sappiate solo che il primo dei personaggi che controlleremo è proprio uno dei templari di Morte, uno degli ufficiali di alto grado. Per i fedeli di Morte, il trapasso è un onore, è essere abbracciati eternamente dalla Dea, ma questo non vuol dire che il periodo in vita debba essere sprecato, o breve per scelta. Controllando quindi Therone Guillaumen, ci metteremo proprio sulle tracce di quest’uomo misterioso e la sua banda.

Tuttavia la cosa sembra più complicata del previsto, e dopo un’esplosione con un accecante bagliore azzurro, la città si è riempita di stranissime creature mutate, un esercito estremamente pericoloso che sembra prendersela con chiunque.

Deathbound
Le ambientazioni sono un misto di passato e futuro dal sapore post apocalittico

Perché prima abbiamo detto “primo” personaggio? Perché effettivamente non ne guideremo solo uno. Il nostro templare infatti durante la sua ricerca si ritroverà ad assimilare delle “Essenze” di eroi caduti, eroi che riprenderanno vita nel suo corpo, e che dialogheranno anche con lui e tra di loro. Esatto, più essenze e più coscienze in un unico corpo. Badate bene che però non si tratterà solo di persone sue alleate, ma ci saranno anche dei nemici della fazione avversaria (i seguaci di Vita e non solo), quindi non sempre avranno ideali uguali o simili, ma andranno anche in contrasto. tutto ciò crea una dinamica molto particolare, ce vi spiegheremo tra poco.

Insieme ai compagni che incontrerà (7, compreso lui stesso), inizierà la sua ricerca all’interno della città distopica, e pian piano si scoprirà che sotto al velo del mistero c’è un marciume incredibile, con rivelazioni che lasceremo a voi.

Deathbound
Braccia lunghe = tenere le distanze!

Scambio di Essenza

Se la tipologia di mappa con shortcut, punti di respawn (chiamati “Filatterio“, una probabile analogia con i Lich), e gestione dei collezionabili può sembrare molto standard per il genere, a cambiare le carte in tavola ci sono delle meccaniche di gameplay molto peculiari, come ad esempio il vigore e la salute che sono sovrapposti, col vigore massimo che quindi calerà man mano che subiremo danni.

Come già detto, potremo scambiare le essenze per utilizzare personaggi diversi in combattimento, che però saranno sempre legati più modi: in primis, se uno di loro morirà, la sconfitta sarà per tutti, secondo poi, potremo effettuare delle particolari combo grazie agli status di alterazione e agli attacchi mutaforma, scambiando le essenze mentre stiamo colpendo dei nemici, oppure ancora i personaggi e le statistiche si influenzeranno a vicenda (conferendoci bonus e malus) addirittura in base alla posizione che hanno nella nostra formazione.

Deathbound
Un esempio di come vincolare le essenze in una certa disposizione influisce sulle statistiche

Infatti non sarà possibile rendere “attive” più di 4 essenze contemporaneamente, quindi dovremo sceglierle in base al nostro stile di combattimento o alle nostre strategie. Per sfruttare gli attacchi mutaforma però ci servirà sinergia, una barra presente in basso sullo schermo che si ricaricherà quando eseguiremo schivate perfette o colpiremo i nemici. Anche l’albero dei potenziamenti è in gran parte condiviso, e quasi tutti i potenziamenti che acquisteremo col salire di livello, influenzeranno tutte le essenze.

I personaggi hanno tutti una forte caratterizzazione, degli ideali, delle motivazioni, e soprattutto degli stili di combattimento diversi. C’è chi predilige spada e scudo, chi attacchi rapidi, chi a distanza, o chi sarà semplicemente un bruto. Tutto ciò non farà altro che innalzare l’appagamento e la versatilità della vostra squadra.

Molto gradito anche il sistema di anelli e manufatti, con diversi effetti che potremo adattare alle nostre strategie, e che potremo potenziare in maniera simpatica con degli oggetti che troveremo in game, o che ci verranno droppati. Ci è piaciuto molto inoltre il fatto che alcuni consumabili risultino davvero molto utili e a volte indispensabili, ben bilanciati all’interno dell’economia di gioco.

Ciò che invece ci ha lasciato un po’ perplessi, è la ripetitività delle situazioni e dei combattimenti, ma soprattutto una gestione delle bossfight riuscita piuttosto male. I nemici in sé possono spesso risultare una degna sfida, ma non solo perché possono essere ostici, ma perché in generale il comparto tecnico imbarca acqua a non finire.

Deathbound
Una bossfight delle più apprezzabili, ma fate attenzione!

Una grande fatica

Nonostante Deathbound possa essere appagante dopo una vittoria, e spinga ad andare avanti grazie alle sue peculiarità (nonostante lo switch dei personaggi ci sembra un ibrido tra quello che accade in Genshin Impact e Wutering Waves), ciò che meno ci ha convinto sono stati il lato tecnico, e in parte quello artistico.

Partendo da quello più evidente, purtroppo Deathbound soffre di davvero molti problemi tecnici: se per fortuna i cali di frame rate sono limitati all’arrivo in nuove zone, quando ancora sono vuote, i problemi arrivano in una responsività dei comandi spesso imprecisa (e che a volte manca di recepire gli input), una telecamera tra le peggiori mai viste in un titolo del genere, e un level design che per quanto sufficientemente ben articolato, propone dei pattern pesanti a livello visivo, con intere location che sembrano un labirinto di corridoi identici.

Questo ci ricollega anche al comparto artistico. Narrativamente possiamo promuovere Deathbound senza infamia né lode, dato che si concentra molto nel raccontare la storia, non solo le vicende, ma anche dei personaggi, non solo quando li assimileremo o nei ricordi che incontreremo nelle mappe, ma anche nelle descrizioni delle varie abilità sbloccabili, che ci faranno capire ancora meglio chi abbiamo di fronte.

Visivamente però arriviamo a molti tasti dolenti, come la cura approssimativa dei mostri e dei nemici, boss che sono tutt’altro che memorabili nonostante le cutscene per quelli principali, la già citata pochezza di fascino per quanto riguarda le ambientazioni, e una colonna sonora praticamente assente per gran parte del gioco, soprattutto in alcune situazioni dove era a dir poco essenziale (alcune bossfight hanno perso di fascino proprio per questo).

Purtroppo Deathbound poteva essere molto di più, ma ci è sembrato un buon primo passo per creare qualcosa di differente e appagante.

Deathbound
Buono 7.5
Voto 7.5
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Di Gianluigi Crescenzi Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.