Days Gone – Recensione del gioco Bend Studio tra motociclette e apocalissi

La nuova fatica di SIE Bend Studio arriverà domani nei negozi: ecco a voi la nostra recensione di Days Gone.

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 8 minuti
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Days Gone

Cosa fareste se ci fosse un’apocalisse e tutto ciò che conoscete nella vostra vita venisse spazzato via? Molti prodotti d’intrattenimento quali film, fumetti, libri e videogiochi, hanno sempre immaginato un futuro simile, capace di distruggere tutte le basi costruite in secoli di società a causa, spesso, di un’infezione capace di rendere gli esseri umani delle creature affamate di carne. Days Gone prende gli stessi stilemi e vi costruisce sopra una storia nuova: ma sarà capace di spiccare dalle altre produzioni?

Le conseguenze della fine del mondo

In Days Gone controllerete Deacon St. John, motociclista che si troverà fiondato dentro la fine del mondo, causata da un’inspiegabile epidemia che ha trasformato molti umani in orribili creature chiamate furiosi, capaci di strappare a morsi la carne dalle loro vittime e scattare verso le poche persone sopravvissute. La prima cosa che riesce a fare Days Gone, a differenza di tante altre produzioni, è quella di raccontare un mondo che si è evoluto e trasformato a causa di questa epidemia: i pochi umani rimasti si rifugiano all’interno di accampamenti, e lavorano per coltivare cibo da mangiare per sopravvivere. Rimbalzano tra questi accampamenti i cosiddetti Randagi, persone che hanno scelto di condurre una vita di solitudine, separandosi da qualsivoglia accampamento e girando in lungo e in largo come cacciatori di taglie, attraversando (spesso con la propria moto) l’incubo, ovvero le strade popolate dai furiosi. Come viene più volte ripetuto, durante un’apocalisse simile chi sopravvive non è di certo la gente per bene: per questo saranno sparsi nella mappa di gioco anche gruppi di criminali e da psicopatici (con la pelle segnata dalla fiamma ossidrica) chiamati Ripugnanti.

L’ambientazione che Days Gone propone al giocatore è verosimile: SIE Bend Studio abbandona l’idea dell’eroe senza macchia e dalle gesta incredibili capace di andare contro tutto e tutti, e approccia invece un protagonista con i suoi problemi e le sue turbe. La trama di Days Gone, costruendosi sopra delle basi solide fatte di un mondo decisamente più contestualizzato delle altre produzioni, si dipana su più strati: il gioco offre la possibilità di seguire le proprie missioni primarie, oltre che quelle secondarie, in modo abbastanza lineare (anche se comunque dovrete spesso spostarvi per la grande mappa di gioco). Ed ecco che quindi Deacon si troverà ad aiutare i vari accampamenti, pulire le strade da furiosi e da criminali, riscuotere delle taglie, ma soprattutto trovare risposte a ciò che ha distrutto completamente la sua vita.

Days Gone

Il gioco, completamente doppiato in italiano, ha quindi una trama decisamente solida, qualcosa di raro in titoli open world come questo. Proprio questa sarà la vera spinta che porterà il giocatore a voler avanzare, per scoprire come le cose si andranno ad evolvere: se questo può essere decisamente interessante nelle missioni principali, ci saranno alcune serie di missioni secondarie altrettanto interessanti, e soprattutto capaci di far empatizzare con gli altri personaggi secondari, ognuno mosso da una motivazione più o meno valida.

Il motore del gioco

Days Gone fonde un classico open world con un survival, dove diventa vitale gestire le proprie risorse per riuscire a sopravvivere: Deacon St. John potrà avere con sé tre armi a distanza (un fucile, una pistola e un’arma speciale) e un’arma corpo a corpo. Avanzando nel gioco potrete mettere le mani su armi sempre più potenti, aumentando le vostre possibilità di sopravvivenza. Deacon potrà raccogliere, cercando in giro tra macerie, automobili e vecchi mobili, rottami e materiale curativo: se quest’ultimo servirà a costruire dei bendaggi per guarire le vostre ferite, i rottami saranno vitali per molte cose, quali potenziamento delle armi corpo a corpo e riparazione di eventuali danni causati alla moto o alle stesse armi. Per tutto il resto, il sistema di gioco vi porterà a dover gestire livello di reputazione e denaro all’interno dei vari accampamenti: ognuno di questi venderà sempre più materiale (ognuno sarà specializzato in qualcosa come potenziamenti della moto, acquisto delle armi, ecc.) a seconda di quanta fiducia avete accumulato (aumentabile completando missioni per loro e vendendogli cibo) e in cambio di una moneta che acquisiremo completando incarichi.

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Deacon passerà gran parte del tempo in giro sulla sua moto, una custom che potrete potenziare avanzando nel gioco: questo vi permetterà di aumentare i valori quali velocità, rumore, sospensioni e così via. La moto potrà danneggiarsi (e per ripararla dovrete utilizzare i rottami) e inoltre consumerà carburante (che potrete trovare nelle taniche o nelle stazioni), diventando una vera e propria compagna di gioco.

La vera anima del titolo però rimangono senza dubbio la grande infezione e i furiosi, creature fameliche e pericolose: anche se spesso si troveranno sparsi nella mappa, talvolta sarà possibile trovare vere e proprie orde di questi esseri, che una volta stuzzicati inizieranno a corrervi dietro in massa, rendendo difficile la vostra sopravvivenza. Questi esseri saranno spesso in giro di notte, mentre di giorno si rintaneranno in gran parte dentro dei covi (spesso grotte). La scelta di Days Gone è quella di puntare sulla quantità e non sul dettaglio: difficilmente ci saranno dei nemici potenti da dover uccidere, sostituiti invece da mucchi selvaggi di furiosi che potranno rendervi la vita un inferno.

In Days Gone la gestione delle missioni sarà affiancata a quella della mappa di gioco: ci saranno location da ripulire, laboratori da trovare e liberare per poter trovare dei potenziamenti e persino delle missioni casuali che compariranno come un punto interrogativo blu (ma potete stare tranquilli, ci sarà il viaggio rapido). Proprio i potenziamenti serviranno a migliorare la vitalità, il vigore (utile per scattare e fare capriole) e la concentrazione (per rallentare il tempo durante la mira). A questi si affiancheranno le abilità, divise in armi a distanza, armi corpo a corpo e sopravvivenza, sbloccabili avanzando di livello (accumulando esperienza).

Tutte le varie missioni cadranno spesso in delle sparatorie: il gunplay del gioco è decisamente ben strutturato, abbandonando il classico sistema di coperture in favore di un movimento più fluido e quindi della possibilità di gestire questi scontri a fuoco come meglio si crede.

L’atmosfera del gioco è una delle cose più riuscite di tutto Days Gone: la fusione di elementi psicologici quali le caratterizzazioni dei personaggi e le dinamiche di gioco, non troppo innovative ma ben oliate, rendono il titolo molto immersivo. Questo è ulteriormente accentuato da delle cutscene ben elaborate, somministrate all’interno del gioco specialmente tra una missione e l’altra, facendo evolvere sia lo status quo del protagonista, sia il suo rapporto con i vari personaggi.

Days Gone
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.