Torna sul grande schermo Michael B. Jordan assieme all’immortale Sylvester Stallone, entrambi nei panni dei due pugili che hanno segnato la storia del cinema di genere: rispettivamente Adonis Creed e Rocky Balboa. Girare un secondo capitolo di una storia così importante non è mai facile, men che meno quando le aspettative da parte del pubblico sono così ampie e il rischio di una delusione è alle porte. Vediamo assieme come si è comportato Creed II in questa nuova sfida!
Fantasmi dal passato
Adonis Creed è ormai un pugile professionista sulla cresta dell’onda: lo vediamo vincere un titolo che sembrava già suo alla nascita, quello del campione del mondo dei pesi massimi. Rocky è sempre al suo angolo, pronto a sostenerlo e portare il ragazzo alla vittoria. Nel frattempo oltre oceano Ivan Drago prepara suo figlio Viktor per riscattare il suo nome in patria, considerando che, quando fu sconfitto da Rocky, l’uomo perse tutto: soldi, rispetto e la donna che amava. La sfida è sul tavolo e Adonis deve scegliere se coglierla o meno, se vendicare il ricordo del padre morto sotto i colpi del poderoso Ivan o se lasciar cadere la cosa nel dimenticatoio e fare la sua vita con la sua compagna. Non possiamo spiegarvi altro circa la trama, possiamo solo dirvi che la profondità dei personaggi rende una storia semplice un vero gioiello, a dimostrazione del fatto che anche un semplice pretesto può dar luogo a emozioni forti, che colpiscono duro come i colpi di Rocky. Emozioni e lacrime non mancheranno in quelle che sono due ore di montagne russe emozionali, così come non vi sfuggiranno ferite e colpi duri a cui resistere. I fantasmi che tornano dal passato rendono il presente di Adonis incerto, ma ha ancora dalla sua una famiglia.
Sudore, lacrime e passione
Sylvester Stallone è la colonna portante della pellicola ricoprendo il ruolo che ormai gli si è cucito a pennello, quello del mentore, una sorta di Gandalf per Frodo, lo zio Sirius Black che fu per Harry Potter: insomma una presenza a cui difficilmente si può rinunciare, perché anche il campione del mondo ha bisogno di chi gli da uno schiaffo in faccia e lo riporta alla realtà di tanto in tanto. Sullo schermo vediamo un Sylvester Stallone diverso da come siamo abituati, siamo lontani dal burbero Rocky che si muoveva con riluttanza nel primo capitolo di Creed, il cancro è alle spalle, la vita dell’ex pugile è oggi un quotidiano, un prendersi cura delle cose semplici e di Adonis in primis. Michael B. Jordan per contro è cresciuto, la parte del ragazzo sempre nervoso, ansioso di dimostrare chi è al mondo ormai è acqua passata: adesso c’è un uomo, un pugile formato ma che ancora compie gli sbagli di un ragazzino un po’ infantile; l’evoluzione che ci fa vivere Jordan circa il suo personaggio è pura magia. Come dimenticarci poi di Ivan Drago, ovvero Dolph Lundgren: sembra passato un minuto da quando è sceso perdente da quel ring, adesso la vita di Ivan è dura, fredda e arida, ma forse c’è ancora spazio per un sentimento difficile da dire ma che è li, negli occhi di un gigante. Viktor Drago (Florian “Big Nasty” Munteanu) fa il suo dovere a schermo, ma per ovvie ragioni questo non è il suo lavoro e si vede la differenza tra dei veri mostri sacri della recitazione. Se avete vissuto l’epoca d’oro dei film di Rocky, vedere Creed II colmerà un pezzo del puzzle rimasto incompiuto, se invece non conoscete affatto quella storia, vi godrete un film che non potrà di certo non emozionarvi.
Campanella d’inizio
Ci sono tre gradini per arrivare sul ring: solo tre. Sta sera ti sembrerà di scalare una montagna, perché una volta lì sarai nel posto più solitario al mondo, con un altro uomo li con te, pronto a farti cadere da quella montagna
Rocky descrive così l’arrivo di un pugile sulla scena e altro non è che una metafora della vita stessa, a testimonianza del fatto che questo sport, la Boxe, è in un certo senso una sintesi della vita. Creed II è un film sulla famiglia, sul rispetto e sul credere in se stessi; si c’è anche la boxe, c’è l’allenamento, c’è la passione ma c’è moto altro da scoprire, molto altro da vivere in fondo. Il rischio, come abbiamo già evidenziato, di fare un film scarso era alto, ma c’è poco da fare quando hai davanti alla cinepresa attori così e personaggi che sono propri di quegli attori: il risultato non può che essere un film che quanto meno eguaglia il primo capitolo e che forse, in alcune situazioni, lo supera. Creed II è un film che dovrebbero vedere tutti, al pari del primo capitolo.