Chronicles of Teddy: Harmony of Hexidus è uno dei titoli indie più affascinanti di sempre, che di certo non punta sulla sua forza grafica, bensì sul suo mix esplosivo di componenti che lo rendono unico e gradevole, nonostante lo stile completamente retro. Questo nuovo titolo proposto ufficialmente come seguito del primo Finding Teddy, uscito nella unica versione mobile per iOS e su PC nel 2013, può essere tranquillamente giocato anche senza conoscerne la storia, perché questa una volta iniziato il secondo capitolo ci verrà raccontata con un lunghissimo testo a scorrimento che se annoia potrà essere tranquillamente saltato perché sarà del tutto ininfluente nel corso dell’ultima avventura. Un titolo che non fa dell’innovazione la sua forza, anzi riprende e ripercorre i passi di giochi usciti forse più di vent’anni fa dall’inconfondibile stile “metroidvania”; sviluppato dai ragazzi di Storybird e pubblicato dalla società Aksys Games questo nuovo gioco approda per la prima volta nella versione PC su Steam lo scorso 2 aprile 2015 e solo a marzo di quest’anno ha fatto il suo debutto anche su PlayStation 4 e Wii U, e la versione che abbiamo testato noi è stata proprio quella uscita sulla console di casa Sony.
Che il viaggio abbia inizio
La storia di questo ultimo titolo sviluppato dai ragazzi di Storybird non è proprio eccelsa, molto semplice quanto scontata per certi versi, ci proietta nell’incantevole mondo di Hexidus, dove la serenità e la pace vengono spazzate via dal pericoloso Anguis che, spodestando il caro e amato Re Tarant, si impadronisce del regno e nel farlo commetterà l’unico errore di rubare l’orsacchiotto parlante di una tenera quanto agguerrita bambina che armata di spada e scudo cercherà in tutti i modi di salvare il proprio amico e restituire il regno nelle mani del vero Re. Questa è la storia del gioco, oltre a queste poche righe c’è ben poco da raccontare, il titolo dall’affascinante stile retro punta forte su di una storia semplice e lineare e che, grazie alle bellissime ambientazioni fiabesche, i tanti personaggi che si incontreranno nel corso dell’avventura e il gameplay riesce a catalizzare in maniera egregia le attenzioni dei giocatori che una volta iniziato non vedranno l’ora di portarlo a termine affrontando tutte le sfide e i mostri che gli si pareranno di fronte. Il tutto è stato ben mixato anche a degli scenari favolosi, un sonoro sempre molto presente in grado di esaltare i momenti più concitati del gioco, una realizzazione di pixel art ad 8 bit grandiosa ed una durata complessiva di circa 20 ore che di sicuro non è male. Uno degli elementi più importanti che va subito sottolineato e che in seguito approfondiremo meglio è il gameplay non incentrato solamente sui combattimenti: forse le maggiori ore di gioco le passerete nell’esplorare la pazzesca mappa del titolo, cercando di ingegnarvi per raggiungere tutti i nostri obiettivi e completare tutte le missioni. Chronicles of Teddy: Harmony of Hexidus ci proietta nelle vecchie dinamiche dei passati giochi 2D, nelle quali non servono grandi combinazioni di tasti, visto che avrete la possibilità di utilizzare solamente due tasti azione, uno che vi permetterà di saltare ed uno di attaccare, potrete parare i colpi degli avversari solamente rimanendo fermi e con un terzo tasto attiverete il “Musicom”, lo strumento musicale più innovativo inserito all’interno del titolo, anche se rispetto ai grandi del passato troveremo molti elementi platform e puzzle da risolvere.
I giocatori subito dopo le prime ore capiranno immediatamente che se cercavano un titolo esclusivamente o almeno in gran parte fatto di combattimenti ed azione si sono sbagliati di grosso, Chronicles of Teddy: Harmony of Hexidus è sì un titolo che ci proietta nel passato con le sue forme 2D la splendida pixel-art ad 8 bit e ambientazioni in stile retro, ma realmente fa dell’esplorazione e dell’ingegno gli elementi chiave dell’avventura. I combattimenti comunque non saranno di certo poco importanti, anche questa fase sarà sempre al centro dell’attenzione, ma ricalcando i vecchi titoli del passato questa potrebbe risultare a volte molto frustrante, perché la protagonista armata unicamente di spada e scudo sarà un po’ legnosa da controllare, visto che non avremo mai la possibilità di attaccare mentre siamo in movimento, cosa che in molte fasi del gioco specialmente nei combattimenti contro i nemici più corazzati sarà un dramma, facendoci scervellare per riuscire ad attaccarli negli unici punti deboli a nostra disposizione. Il gameplay dunque stimolerà la curiosità degli utenti che dovranno darsi da fare con l’esplorazione degli scenari, nei quali si dovranno armare di ingegno e molta pazienza per risolvere la miriade di enigmi presenti, sfruttando l’unica vera novità inserita nel titolo, il “Musicom”, una sorta di strumento musicale che ci permetterà di comunicare e di tradurre la lingua parlata dagli NPC. Questo complesso strumento musicale ci darà la possibilità di risolvere tantissimi enigmi e rompicapo grazie alla giusta combinazione di tasti che si dovranno perfettamente incastonare per sbloccarci porte chiuse o scrigni serrati. Per utilizzarlo al meglio dovremo parlare con tutti e scoprire come si traducono le parole del loro misterioso idioma, che ogni volta verranno salvate all’interno di un’agenda, per poi essere riprodotte con i tasti dello strumento musicale che ci consentirà di proseguire l’avventura. Un’avventura che come vi stavamo spiegando sopra è incentrata sull’esplorazione, poichè senza di essa non potremo raccogliere i tanti oggetti, trovare nuove abilità e potenziamenti senza i quali non potremmo certo pensare di arrivare sani e salvi alla fine del titolo; le biglie saranno la nostra moneta di scambio con le quali potremo acquistare i potenziamenti per le nostre statistiche di attacco, difesa, vita ecc. che purtroppo non hanno costi bassissimi, quindi sarà importante raccoglierne tante e non morire spesso visto che ad ogni nostra morte la quantità di biglie raccolte verrà dimezzata. Morire purtroppo non è certo impossibile, vista la difficoltà di potenziare i nostri parametri di attacco e difesa, quindi ogni volta che ci si scontra con i terribili boss finali, nelle fasi più evolute del titolo periremo sotto gli attacchi nemici almeno nel primo scontro in cui cercheremo di intuire i suoi movimenti e i suoi punti deboli tessendo la nostra strategia vincente da utilizzare in una seconda occasione; ovviamente non è neanche impensabile riuscire a perdere la vita mentre siamo intenti nel nostro girovagare all’interno della mappa, anche perché il gioco troppo spesso non guida il giocatore lasciandolo sconsolato all’interno di essa. Non preoccupatevi però, perché anche nei momenti più difficili e frustranti saremo spinti a concludere il dungeon visto che alla fine di esso ogni volta acquisiremo un gustoso premio che andrà dall’acquisire nuove abilità, come un doppio salto, il saper nuotare, più vita e molto altro che ci serviranno non solo per affrontare le nuove sfide, ma anche per scoprire e sbloccare punti segreti delle mappe precedenti che senza queste abilità sarebbero impossibili da raggiungere. Nonostante questo il titolo si lascia amare nel corso della storia, con le sue 25 ore di avventura richieste per completare almeno le quest principali (senza contare tutte quelle secondarie non ci farà mai annoiare), coinvolgendoci con la bellissima pixel-art alla quale va fatto un piccolo riferimento.
Quando il vecchio torna contemporaneo
Chornicles of Teddy: Harmony of Hexidus, nasce dalla volontà di ripercorre e soprattutto riproporre quello che in molti giocatori hanno già visto nel passato, giocando a titoli come Castelvania, Zelda o Metroid, con l’aggiunta però di qualche nozione più evoluta, vedi il “Musicom“, e fa di questo uno dei punti focali, ma come riuscirci alla perfezione se non produrre il gioco tramite la bellissima pixel-art ad 8bit? Ed è infatti questo uno dei punti più belli di questo nuovo titolo, che gode di una pixel art di tutto rispetto, perché in grado di dare profondità (passatemi il termine) a tutti i personaggi, gli scenari i mostri e gli effetti che scorreranno sotto i nostri occhi nel corso di tutta l’avventura. La realizzazione in questa particolare “arte grafica” con alcuni effetti visivi delle azioni della protagonista o alcune piccole sfaccettature dei bellissimi scenari ci immergono nell’affascinante mondo di Exidus, un posto burbero e scuro che si presta perfettamente alla trama di questa bizzarra avventura. Nel corso del gioco inoltre gli sviluppatori hanno volutamente inserito qualche piccolo richiamo al passato, e molto spesso ci sembrerà di aver visto o giocato in ambienti molto simili, una logica che giustamente come già vi avevamo descritto è alla base del voler regalare nuovamente agli appassionati di questo genere di giochi un titolo nuovo in grado di farci rivivere e ricordare alcune grandi glorie del passato. Anche le musiche, come la grafica in pixel-art, sono molto belle anche se in alcuni momenti ci sono apparse molto ripetitive, un comparto ben sviluppato che però pecca di non avere molte frecce al suo arco.
Conclusioni e trofei
La difficoltà del titolo tutto sommato non è certo paragonabile ai livelli di Ghost’s and Goblins, anche se l’assenza di salvataggi automatici complicherà la vita dei giocatori che dovranno sempre ricordarsi di salvare i propri progressi. Il titolo in ogni caso è bello da vedere e abbastanza lungo, uniche vere difficoltà riguardano la legnosità del combat system ed una storia non di certo brillante che purtroppo macchia la fattura finale del gioco che ha veramente delle magnifiche e stupefacenti ambientazioni. Per quanto riguarda la parte dei trofei anche in questo caso non possiamo dire di essere soddisfatti, perché il titolo ha appena 17 trofei divisi tra bronzi e argenti, senza possedere nessun oro o platino, ed inoltre la difficoltà nel raggiungere tutti e 17 gli obiettivi non è elevatissima anche se raccoglierli tutti vi garantirà qualche ora aggiuntiva di gioco e di divertimento.