Partiamo subito dalle cose importanti. Viaggi della Terra di Mezzo è veramente bello. Mi sta piacendo davvero tanto. Queste prime righe non vogliono essere una recensione esaustiva (che seguirà a fine campagna) quanto piuttosto alcune prime impressioni che voglio condividere.
Dopo sette missioni giocate, che dovrebbero equivalere a metà campagna, posso ritenermi molto soddisfatto: non vedo l’ora di finirla ma, allo stesso tempo, sento già la nostalgia – molto tolkeniana – dell’aver concluso la prima avventura. Non che non mi aspetti di rigiocarla: da quanto ho potuto vedere sui forum e sui social, tutti coloro che lo stanno provando, incontrano mappe diverse, sub-quest differenti e ricompense varie, solo la storia di fondo – credo – sia sempre quella, ma l’esperienza più propriamente di gioco, cambia.
Nonostante nella preview, (link) ho pensato che l’aspetto meccanico fosse marginale, devo in parte ricredermi. La gestione del mazzo è un aspetto fondamentale: la scelta di quale carta preparare durante la fase di riorganizzazione, la scelta di quale carta acquistare durante la fase “Fuoco da Campo”, i ruoli che gli eroi utilizzeranno per la missione successiva (e quindi lo sviluppo ibrido della crescita del personaggio) non rappresentano aspetti banali. Fallire test fa sprecare azioni: il numero di azioni è limitatissimo e si ha sempre la sensazione (tranne forse in uno scenario) di avere una coperta veramente corta. Per quanto mi riguarda, il titolo mi sta sorprendendo in positivo, anche sotto il profilo della difficoltà: con due eroi, a livello normale, ne ho vinte tre e perse quattro. Ho pagato caro alcuni errori ma apprezzo la difficoltà: a mio avviso, un cooperativo non deve essere facile e, per il momento, questo non lo è affatto.
La consequenzialità logica delle missioni è rispettata: mi è capitato di non riuscire a realizzare un obiettivo durante una missione e quella successiva – almeno dal punto di vista narrativo – seguiva un filo logico. Per esempio, ho perso la sesta missione, mi è stato chiesto se volevo provare a conseguire un obiettivo durante la settima: era molto rischioso ma molto remunerativo. Ho decisamente perso e mi sono beccato un malus perenne e la certezza di ritrovarmi, più in là, quella minaccia che avrei potuto sventare. Quindi insomma, su questo ambito ci siamo.
Per quanto riguarda l’aspetto più propriamente narrativo, e lo dico da profondo conoscitore del mondo tolkeniano e del fantasy in generale, mi sento di dire che il tema si sente. Circolano molte critiche al riguardo, ma non le condivido: se volessi immergermi completamente nel mondo della Terra della Mezzo, riprenderei in mano uno dei vari Racconti Perduti/Incompiuti/Ritrovati.. ma se voglio in qualche modo giocarci dentro, posso accettare dei semplici richiami al tema, funzionali alla narrazione e anche al gioco. Si parla di Arnor, di una minaccia incombente, di bande di orchi e sussurri senza nome; ma ci sono anche incontri “esotici” tipici degli hobbit, come personaggi che cantano nelle radure o prove di olfatto per scoprire di quale pietanza si sta parlando.
Il combattimento è brutale: è fondamentale oneshottare i nemici per evitare contrattacchi.. purtroppo, a meno di non fare incetta di segnalini ispirazione, non è affatto facile. Anche questo rientra negli aspetti positivi.
Piuttosto scarno è invece il sistema degli oggetti: rarissimo trovarne e pochissima scelta nei loro upgrade. Manca la parte di meraviglia dell’aver trovato quella spada unica o quello scudo particolare ed è, solamente in parte, mitigata dalle carte titolo, che invece sono originali e funzionali sia meccanicamente (vengono inserite nel mazzo) che narrativamente.
Devastante sottovalutare nemici/attacchi/oscurità/minaccia che sale: ferite e paure salgono vertiginosamente se non si sta attenti, quando poi alcune ferite/paure rimangono a faccia in su, la situazione precipita davvero in fretta. Per questo motivo, anche la durata risulta tutto sommato contenuta: 90 minuti a sessione in due personaggi è una durata credibile, solo una volta ci è capitato di superarla, molte volte le partite sono terminate in 60 minuti. Inoltre, trovo molto veloce apparecchiare e sparecchiare (la creazione delle mappa è snella, di gran lunga di più di quella di Assalto Imperiale o Descent). Ottima anche l’app, molto chiara e precisa.
Insomma.. il gioco mi sta piacendo parecchio, non si vede?
Ci rivediamo nella recensione finale.. fino ad allora Elen sila lumenn omentilmo!