MediEvil e la paura delle aspettative di un remake così desiderato

Marco Pulicanò
Di Marco Pulicanò GL Originals Lettura da 7 minuti

Spyro, Crash… ne mancava solo uno. E Sir Daniel Fortesque non ha certo intenzione di farci aspettare. La “trinità” di Sony, con l’uscita del remake di MediEvil, tornerà a esser completa, ma la vera domanda è se sarà all’altezza del suo nome. Crash lo abbiamo già giudicato da un po’ di tempo e il risultato è stato soddisfacente, Spyro sta correndo per le Spiagge del Drago in questi giorni sulle nostre console; ma il ritorno del nostro cavaliere scheletrico reggerà il confronto con i suoi compagni, e soprattutto, con il sé stesso di vent’anni fa?Medievil

Partiamo anzitutto col parlare del perché MediEvil è tanto importante e come mai la gente teme per il suo ritorno. Guardando ai nostri giorni, ci sono molti titoli che hanno tratto spunto da MediEvil, e che noi ignoriamo del tutto. Siete appena morti a Lordran? Avete rotto controller su controller perché, circondati dai nemici, il vostro scudo ha terminato la durabilità? E pensate che Dark Souls abbia inventato tutto ciò di sana pianta? No, mi spiace rovinare i vostri sogni, ma il buon Miyazaki è stato ispirato in gran parte da MediEvil, forgiando un’opera simile con le capacità che la tecnologia del 2011 gli ha permesso. Ma per chi conosce entrambi i titoli è stato impossibile non notare le somiglianze, e quanto l’uno sia stato influenzato dall’altro, anche nella struttura delle mappe o delle armi. Questa è l’importanza di MediEvil, e se oggi diciamo che un gioco è un “Souls like” non bisogna scordarci che a sua volta Dark Souls è un “MediEvil like”.

Dopo aver discusso dei motivi che rendono MediEvil una pietra miliare per coloro che non hanno avuto possibilità di provarlo, andiamo a considerare quelli che sono gli elementi e le caratteristiche che Sir Daniel deve assolutamente mantenere nel suo ritorno. Cos’è che ha intrigato fin dai primi minuti di gioco grandi e piccoli? Andiamo con ordine: ci troviamo nel 1998 e la prima generazione di casa Sony è entrata a gamba tesa nel mondo delle console; se dovessimo identificare due elementi che hanno caratterizzato tutti i giochi apparsi sulla PlayStation, questi sarebbero sicuramente 3D e grafica, strettamente collegati tra loro. Ma andiamo ad approfondire la questione. Se pensiamo ai giochi cult della prima PlayStation possiamo notare facilmente come ognuno di essi fosse caratterizzato da una grafica che lo contraddistingue dagli altri ancora oggi. Bastava un’occhiata rapida a una splash art, un personaggio o un’ambientazione per dedurre subito a che gioco appartenesse, anche senza averlo mai provato. Ricordo bene che quando usciva un gioco nuovo e si intravedevano le prime immagini sulle riviste o altro si facevano riferimenti tipo “sembra un mondo di Spyro”, “è un personaggio alla Crash” e simili. E MediEvil non faceva assolutamente eccezione, nonostante vi fosse una differenza.Medievil

MediEvil ricopriva il “lato oscuro” dei giochi dell’epoca, un’action-platform dai toni decisamente più dark nonostante fosse alla portata di quasi tutti come contenuti e giocabilità, esso faceva leva su delle ambientazioni oscure, musica tetra e tematiche tipiche del gotico britannico, poste in antitesi con l’ironia delle battute proposte e la goffaggine del nostro eroe ossuto. Tutto ciò plasmava, grazie alla grafica caratteristica di cui parlavamo sopra, un’atmosfera unica, intrigante, misteriosa e divertente, che si faceva apprezzare in ogni suo dettaglio. Andando leggermente sul personale, ricordo ancora quando attraversai per la prima volta QUEL cimitero, e tutti i ricordi che lo seguirono. E lo ricordo proprio perché non avevo mai visto nulla del genere, nessun gioco aveva un’aria nemmeno vagamente simile, né come grafica e né come gameplay.Medievil

E non è solo la grafica ad aver reso MediEvil il capolavoro che è e che è rimasto fin ora. So bene che sto facendo tanti riferimenti ad altre opere del periodo per trattarne una singola, ma dopotutto questa era la tendenza del tempo: ogni gioco aveva dei personaggi caratterizzati al massimo delle capacità del tempo. Non solo il nostro protagonista, ma anche antagonisti e personaggi secondari che compongono il mondo attorno a noi sono resi al meglio, in modo da creare una sensazione di immersione completa all’interno di un universo, seguendo le vicende del nostro eroe. E se ciò non fosse abbastanza, ogni titolo aveva le SUE meccaniche di gioco. Per quanto tutti fossero platform con stampo action, ognuno di essi aveva delle meccaniche ben distinte e differenziate dagli altri, poiché il gameplay era parte fondamentale dell’identità del gioco.Medievil

Arriviamo al dunque: perché il ritorno di MediEvil, come quelli di Crash e Spyro desta più timori che felicità? Perché, come si dice, “le cose son belle proprio perché finiscono”, e come esse anche MediEvil rimane bello poiché lo si ricollega a un’idea del passato, a un ricordo strabiliante di quegli anni. E lo si ricorda col sorriso. Ma se questo dovesse tornare oggi, e lo facesse in modo per niente soddisfacente, i nostri ricordi riguardo a esso potrebbero venire alterati definitivamente, macchiando a vita un’emozione che fino a quel momento era rimasta pura. MediEvil, se deve proprio tornare, non deve variare di una virgola, perché altrimenti sarebbe un altro gioco e non più lui. Le uniche modifiche accettate saranno animazioni più fluide e una nuova qualità grafica, perché i toni e l’aspetto devono rimanere assolutamente invariati. Purtroppo è così, e come è stato per Crash e Spyro non si transige su mutazioni non volute pensate dagli sviluppatori per motivi di scommessa sul successo di nuove idee introdotte in vecchi giochi. Purtroppo non funziona così, certe emozioni sono belle perché finiscono e perché restano nel passato, nella memoria di alcuni bambini sognanti a cui bastava avere un controller in mano per sentirsi dei cavalieri armati di tutto punto.

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