Mini Console mania: da NES Mini a PlayStation Classic, analizziamo il successo di questi prodotti

Giuseppe Scibetta
Di Giuseppe Scibetta GL Originals Lettura da 8 minuti

Una delle tendenze che si sono ormai affermate nel mondo videoludico è quella di riportare alla luce titoli e console che hanno fatto la storia, concedendogli delle nuove vesti migliorate ma dal carattere vintage, che portano con sé uno stile di gioco che tendenzialmente è molto diverso da quello a cui siamo abituati oggi. Meccaniche di gioco, grafica, elementi collaterali, missioni secondarie sono aspetti molto lontani da quella che era la concezione iniziale del videogiocatore. Non per questo giocare a vecchi titoli risultava meno divertente, infatti nonostante i pixel grandi quando un divano, nonostante il gamepad non ergonomico ma dalla conformazione a mattoncino talmente scomodo e duro che dopo una sessione di gioco sembrava avessi martellato le mani, comunque ci si alzava dalla sedia con la stessa soddisfazione post gaming di oggi. Le case di produzione hanno pensato bene di rievocare questi ricordi nei giocatori di vecchia data e far provare un’esperienza diversa, e forse mai sperimentata, ai nuovi videogiocatori. Per capire quali sono i motivi e soprattutto i vantaggi di questo ritorno al passato grazie alle Mini Console, ci può essere utile guardare il loro arrivo da due diversi punti di vista.

Console mini

Il lato nostalgico delle Mini Console

Guardando il lato prettamente sentimentale, la possibilità di poter accedere a queste console è qualcosa di molto bello, considerando che alcuni ragazzi non hanno nemmeno mai avuto la fortuna di vedere una determinata console e ancor meno di provarla con mano. È un esperienza che, per chi tiene a queste cose, e per chi il videogame lo apprezza in tutta la sua interezza, sicuramente non bisogna lasciarsi scappare. Per quanto riguarda chi ha vissuto tra gli anni ’80 e ’90, questa è un’occasione per rimettersi in mano il gamepad e ritornare bambini rivivendo i giochi che li hanno accompagnati nella fase forse più bella della loro vita. La PlayStation Classic, per esempio, che porta con sé ben 20 giochi storici, offre la possibilità di rimettersi in mano quel gamepad senza analogici e di esplorare i mondi fantastici di Rayman ricchi di colori e animazioni sicuramente non elaboratissime, ma di una fantasia che farebbe invidia a molti giochi dalla cura immane per i dettagli grafici che, nonostante ciò, lasciano totalmente indifferenti. In Tom Clancy’s Raimbow Six, il precursore di Siege, l’unica cosa che era importante era mirare e sparare. Nulla a che vedere con tutte le dinamiche date dallo shooting, scope, gittata e tanto altro che dominano negli FPS moderni. Nonostante tutte queste diversità, erano titoli che hanno lasciato il segno.playStation classic

Allo stesso modo funziona con le altre console, NES Mini, SNES Mini, e molte altre, tra cui Neo Geo mini. Con quest’ultimo il giocatore si immerge in un altro mondo parallelo rispetto a quello delle console da casa, quello dei cabinati. Queste console che si trovano per lo più nelle sale giochi sono sicuramente di un appeal differente, ma il divertimento è assicurato. I tastoni e le manopole da “distruggere” giocando non hanno paragoni con qualsiasi controller di gioco. Riprodurli è stata un’ottima mossa che ha spinto molti a mettere mano al portafogli. Avere un cabinato, che come accennato si trova quasi esclusivamente all’interno delle sale giochi, è un pezzo che il collezionista, il giocatore molto fan, non può non possedere in casa propria.

 

Mini console, solo nostalgia?

Passiamo al secondo modo di vedere il contesto delle mini console, quello prettamente economico. Senza snaturare questa bella operazione nostalgia, analizziamo in modo molto semplice alcune dinamiche che sono legate al ritorno di queste console. Sicuramente anche tu che stai leggendo, avrai pensato almeno una volta di utilizzare un emulatore per giocare a quel vecchio gioco che ti aveva lasciato un bel ricordo. Quello che giocavate insieme al vostro gruppo facendo notte fonda per poi andare a letto alle prime luci del sole. La forza delle case di produzione è stata comprendere che ci fosse un bisogno forte esternato dai giocatori e che gli emulatori si prendevano una notevole fetta di mercato e, per accaparrarsi questa porzione di domanda, hanno ben pensato di mettere in atto una mossa con “effetto nostalgia”. Quale miglior modo di intaccare una nicchia non presidiata se non da competitors poco strutturati e dalla forza nemmeno paragonabile a determinati marchi? Ecco quindi l’arrivo di queste console.SNES Mini

I più attenti sicuramente potranno muovere un’obiezione: non è che tutti sono giocatori di vecchia data e nemmeno tutti sono interessati a giocare con giochi così vecchi. Giusto. Vediamo però le cose dalla prospettiva delle grandi compagnie. Quali sono i costi per fare un pezzo di plastica, con dentro una scheda da pochi GB con 2 giochi contati, senza schede grafiche, senza processori di ultima generazione e una iper-ottimizzazione a gestire il tutto? Posso avanzare l’ipotesi che il costo di una mossa di questo tipo sia così basso che sono più i pro che i contro ottenibili da ciò. Se questo sembra scontato vediamo quali sono i riscontri forse un po’ meno palesi che si hanno sul brand. Una strategia di marketing di questo tipo, perché alla fine di questo si tratta, ha più che altro l’obiettivo di portare un controvalore sul marchio. Il passaparola positivo generato da questa operazione è un modo poco costoso attraverso il quale dirottare il buon nome del primo modello PlayStation sui nuovi  prodotti. Partendo dai giocatori un po’ più grandicelli infatti, che ne hanno nuovamente iniziato a parlare, l’effetto a cascata si proietta sul resto dei giocatori. L’importante è che si parli bene di quel marchio, e se la console dopo po’ viene dimenticata, ciò che rimane è l’affidabilità e l’eco che il marchio ha ricevuto.

Zii e nonni che regalano per Natale la vecchia console dal costo irrisorio rimessa in auge da Sony, con tanto di racconti e storie piacevoli che quella console porta con sé, non fanno altro che instillare la voglia nelle nuove generazioni e non solo, di provare quelle emozioni e quelle sensazioni. Sensazioni che con il passare degli anni si riverseranno sopra l’ultimo modello della compagnia, con l’ultimo gioco sviluppato. Una mossa intelligente quella delle Mini Console, ben elaborata, ma che nonostante tutte le considerazioni tecniche, risulta essere bella e affascinante. Mettendo da parte la razionalità, sono pur sempre due minuti di gioco che danno la chiave di accesso a venti anni di vita.

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Un tipo, che fa cose, le fa di notte, completamente disorganizzato. Un tipo, che aspetta la notte, per assaporarne il silenzio, dedicandosi un po' qua e un po' la, alle cose che ama. Nato su un 486 è andato alla conquista di console e PC ed ora butta giù due righe.