Sense8 – Stagione 2 Recensione

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 8 minuti

E’ il secondo anno che mi trovo a fare i conti con la fortunata serie Sense8, targata Netflix Original. E’ il primo anno che guardo la serie in anteprima e che ho la fortuna di narrarvi le gesta dei nostri involontari eroi. Resta da dirimere se la serie sia riuscita a farmi vivere le stesse emozioni del passato: bando alle ciance, è tempo di scrivere!
Sense8 - Seconda StagioneSono le cinque del pomeriggio di mercoledì 26 aprile, la giornata non è particolarmente bella. Mi squilla il telefono: whatsapp, Simone Lelli “abemus Sense8” dice il testo. Il cuore palpita, l’emozione della prima serie in anteprima, una serie che aspettavo da un sacco di tempo e in quel misto di piacere e speranza, inizia ad avanzare lenta ma inesorabile la paura. Paura di non rivivere le emozioni della prima stagione, paura che gli attori non siano stati all’altezza, paura che la sceneggiatura sia andata verso una strada totalmente diversa dalle mie aspettative. Mi faccio forza e arrivo a fine giornata, pronto a dare un volto alla mia paura. Avevamo lasciato i nostri otto eroi con uno speciale di natale, significativo, ma che potrei riassumere come un grande filler che comunque potrebbe essere saltato a piedi pari, in quanto non aggiunge nulla alla trama principale salvo forse concedere uno scorcio di quotidianità dei protagonisti alle prese con le feste natalizie. Titoli iniziali e si va. Come ho postato su Facebook, mi ritrovo in lacrime dopo i primi dieci minuti di episodio. Le sensazioni sono fortissime e la frase che continua a ronzarmi in testa è “ha davvero importanza?”Sense8 - Seconda Stagione

E’ chiaro fin da subito che sarà una notte lunga, fatta di pause, introspezione e comprensione. Proseguo con la visione della puntata, tra una lacrima e un sorriso che gli otto protagonisti riescono a regalare con una naturalezza inaudita; inaudita è anche la forza che questa serie trasuda, la capacità intrinseca di trattare argomenti forti come le diversità razziali, le differenze di ceto sociale, le preferenze sessuali delle persone. A fine puntata che nulla è cambiato rispetto al passato: ci sono tutti gli elementi che hanno fatto grande la prima stagione. Guardo l’orologio e sono le 23:50, non è presto, ma nemmeno troppo tardi per continuare. Afferro il mouse e clicco sulla seconda puntata: un gesto semplice, ma che spalanca le porte di una trama davvero ben orchestrata e sapientemente trasposta; del resto dietro alla telecamera ci sono le sorelle Wachowski e non posso fare a meno di notare che, sebbene sotto mentite spoglie, le due registe sono anche davanti alla telecamera. Le ritroviamo infatti negli occhi degli otto protagonisti, riflesse nelle scelte che i personaggi compiono nella serie. La seconda puntata scorre, o meglio corre, con ritmi più serrati della prima: da un lato strizza più l’occhio all’azione che ai temi sociali, dall’altro mi da modo di apprezzare una trama di fondo sapientemente articolata, capace di miscelare luci e ombre con brandelli di informazione e ammiccamenti, che possiamo cogliere dalle incredibili sfaccettature degli attori protagonisti ed antagonisti: talvolta questi ultimi perfino più espressivi dei primi. Forse perché le apparizioni dei personaggi negativi per i nostri otto ragazzi, sono meno frequenti e più marcate.Sense8 - Seconda Stagione

Superfluo dire che finisco la seconda puntata che l’orologio mi ricorda che è l’una di notte e che, molto probabilmente, sto per perdere altre ore di sonno. Devo far appello a tutta la forza di volontà che Hal Jordan delle Lanterne Verdi mi ha insegnato in questi anni per non cliccare sulla terza puntata. Spengo il PC e mi dirigo sul letto. Già so che passerò la prossima ora a riavvolgere il nastro e somatizzare le emozioni che mi hanno attraversato. Come potrei raccontare a qualcuno qualcosa che sta sotto la pelle? Come posso far trasparire i colpi allo stomaco e i sorrisi sinceri che Nomi, Wolfgang, Will, Lito, Kala, Riley, Sun e Capheus ti regalano? Posso dire che rivedere gli otto, ti lascia qualcosa di pazzesco: è come rivedere i vecchi amici del campeggio estivo, sotto un sole di giugno con una birra ghiacciata in mano, consapevoli che il tempo è passato e che la vita non è sempre sorrisi e colori ma che, a volte, fa più male di chiunque altro. Rincontrare quegli amici riporta alla testa ricordi, profumi e sensazioni personali: prime esperienze, prime paure, primi confronti con gli altri, prime idee su alcuni che poi ci si rende conto che erano solo vere nella nostra immaginazione. Primi screzi, primi litigi e prime riappacificazioni: tornare nel mondo degli otto sensi è un esperienza che miscela vecchie e nuove emozioni, forse è una delle poche serie TV capace di spingersi oltre lo schermo e portarti a farti domande prima di addormentarti. Richiede una certa capacità di fare auto analisi, abbandonando pregiudizi e scetticismo, per scoprire che forse, in fondo, la persona che sta a migliaia di chilometri da te, la persona che nemmeno conosci, ha più in comune con te di tante altre persone che frequenti quotidianamente. Ha davvero importanza con chi si addormenta l’attore che ti ha emozionato ieri sera al cinema? Quanto conta per te il dolore e la sofferenza dell’artista che lo scorso sabato ti ha fatto ballare in discoteca. Ti sei mai chiesto come vive la sua serata l’autista dell’autobus? Se fossi tu a capo di un’azienda farmaceutica che distribuisse medicinali placebo in nome del profitto, vendendo così false speranze, ti sentiresti davvero in pace con te stesso conoscendo chi prenderà quella medicina? E se dietro tutto questo ci fosse qualcuno che tira le fila, che ti spinge a pensare negativamente, che ti incute paura dell’altro solo perché ha un differente colore di pelle o un differente lavoro, come ti sentiresti? E se nel tuo momento più buio, appoggiato ai gradini di una grande piazza, fosse proprio quella persona a tenderti una mano? Sense8 è tutto questo: è il maglio di Thor che si abbatte con violenza sui tuoi pregiudizi e concetti che probabilmente non hai mai affrontato sul serio e lo fa intrattenendoti con leggerezza, ma è capace di lasciarti a riflettere a fine episodio, momento per momento, su tutta la gamma emozionale che una persona possa, o per meglio dire, deve provare nella vita.Sense8 - Seconda Stagione

Se tutto ciò non bastasse, ho terminato come di consueto la serie, vivendo un crescendo di emozioni puntata per puntata, specchiandomi in una fotografia perfetta ed un montaggio da primato. Sense8 è la serie che il mondo merita e probabilmente anche la serie di cui ha bisogno al momento.

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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.