Trovare un buon titolo appositamente per due giocatori, magari non troppo lungo per passare una mezz’oretta in compagnia, è sempre un’impresa. Per questo siamo stati subito incuriositi dal nuovo titolo di Reiner Knizia, edito da Iello e distribuito in Italia da Mancalamaro, Schotten Totten 2, e non potremmo essere più felici di parlarvene in questa nostra recensione. Come suggerisce il nome stesso del gioco, ci troviamo di fronte al successore dell’omonimo classico Schotten Totten, solo che questa volta il duello – ambientato in Scozia – sarà asimmetrico. Vestirete i panni del pollo o del cuoco? In entrambi i casi, preparatevi a una lotta a colpi di carte decisamente divertente.
Un muro da abbattere (o da difendere)
In Schotten Totten 2 uno dei due giocatori sarà il pollo, con lo scopo di difendere le mura del proprio castello; l’altro giocatore sarà il cuoco, dedito invece ad abbattere il muro avversario. L’ambientazione, a onor del vero, non è fondamentale o particolarmente sentita; si tratta di un astratto e va assolutamente bene così. La durata di una partita è di circa 20 minuti/mezz’ora e data l’asimmetria insita nel titolo, l’autore consiglia di giocare due partite di seguito a ruoli invertiti, inserendo qualche regola di spareggio nel caso il vincitore sia sempre l’attaccante o il difensore.
Componenti, materiali e grafica
Volendo trattare tutti i vari aspetti di Schotten Totten 2 in questa nostra recensione, è importante parlare anche dei materiali: pochi, funzionali e di buona qualità. Nella piccola scatolina (comodissima da portarsi in giro) troviamo un mazzo di carte, tre segnalini in legno a forma di calderone, le tessere muro e due segnalini in cartone rappresentanti i ruoli, pollo e cuoco, che non hanno altra utilità se non ricordare a ciascun giocatore che fazione sta interpretando. La grafica è chiara e le illustrazioni sono molto simpatiche e carine da vedere. Per ulteriori dettagli sul contenuto della scatola vi rimandiamo al nostro video di Unboxing.
Le meccaniche di gioco
Come anticipato sopra, ciascun giocatore sceglie se attaccare o difendere il muro; lo strumento utilizzato per farlo sono le carte, di cinque semi diversi, ciascuno numerato da 0 a 11: ogni carta è unica. Lo scopo dell’attaccante sarà, alternativamente, danneggiare 4 porzioni di muro una volta sola e danneggiare due volte la stessa porzione di muro. Lo scopo del difensore sarà invece, alternativamente, arrivare alla fine del mazzo di pesca senza che l’attaccante abbia vinto e disporre in difesa tutte le carte richieste da ciascuna porzione di muro senza che l’attaccante possa dichiarare il controllo di nessuna di queste (dopo tante partite non ci è mai capitato che si verificasse questa circostanza).
Si dispongono quindi le tessere muro, nell’ordine indicato dal regolamento, in mezzo fra i due giocatori. Ciascuna tessera presenta due lati: una parte integra e una parte danneggiata. A inizio partita tutte le tessere saranno rivolte dal lato integro. Le tessere presentano inoltre dei simboli che indicano sostanzialmente due cose: quante carte sono necessaria per completare una cosiddetta “formazione completa” in quella porzione di muro, sia dal lato dell’attaccante che dal lato del difensore; che tipo di formazioni sono prese in considerazione per determinare chi controlla quella porzione di muro (le formazioni sono simili a quelle del poker: scala, colore, carte uguali, ma anche somma dei valori, più bassa o più alta).
Ogni giocatore inizia con 6 carte in mano e l’attaccante fa la prima mossa. Il turno si svolge in modo semplicissimo: ognuno a turno sceglie una carta dalla propria mano e la posiziona, dal suo lato, sotto la porzione di muro che vuole difendere/attaccare; fatto ciò, pesca una carta dal mazzo in sostituzione di quella appena giocata. Naturalmente sia attaccante che difensore tenteranno di giocare carte in modo di fare formazioni più forti possibili fra quelle consentite nella parte di muro scelta.
Oltre a ciò, a ogni turno l’attaccante potrà ritirarsi, ossia scartare le carte giocate sotto un pezzo di muro in particolare (magari perché matematicamente non può più vincere lì). Inoltre, in qualsiasi momento del proprio turno egli può dichiarare di avere il controllo di una porzione di muro: per avere il controllo, deve aver posizionato l’esatto numero di carte richiesto nel punto scelto, e deve inoltre dimostrare che la propria formazione non può matematicamente essere battuta in alcun modo dal difensore, utilizzando come prova le carte giocate e le carte scartate. Avere il controllo implica scartare tutte le carte giocate da entrambi i lati e danneggiare il muro, il che si segnala girando la tessera interessata e scoprendo i nuovi requisiti di gioco. Se si tratta del secondo danno alla stessa porzione di muro, l’attaccante ha vinto.
Il difensore, dal canto suo, non può ritirare la propria formazione una volta posizionate le carte, per cui deve prestare particolare cautela a ciò che piazza. Questo ha però la possibilità di far scartare la prima carta avversaria posta sotto un pezzo di muro scartando un segnalino calderone (come se versasse dell’olio bollente). I segnalini sono tre e ciascuno può essere utilizzato solo una volta a partita. Il gioco prosegue in questo modo fino alla vittoria di una delle due fazioni secondo le condizioni che già abbiamo illustrato a inizio paragrafo. Sono presenti anche delle carte tattica, utilizzabili per variare il gioco dopo un po’ di partite nella sua versione normale. Sicuramente sono una buona aggiunta, anche se già di base non ci è sembrato che questo titolo abbia problemi di longevità, anzi.
Considerazioni
Non abbiamo avuto modo di provare il primo Schotten Totten per poter fare un confronto, ma questa seconda versione ci è piaciuta parecchio. Si tratta di un gioco semplice ma assolutamente non banale ed estremamente tattico. Giocare dal lato attaccante può sembrare inizialmente più semplice (per questo soprattutto all’inizio può essere utile fare due partite di seguito a ruoli invertiti), ma entrambe le fazioni presentano le proprie sfide. Ovviamente il difensore deve stare più attento a cosa gioca e dove, visto che non potrà cambiare idea in seguito; d’altra parte anche l’attaccante dovrà pensarci due volte prima di rischiare di sprecare buone carte, soprattutto considerando che ogni carta pescata dal mazzo avvicina la fine della partita. Un po’ di alea è presente nella pesca delle carte, ma nulla di determinante. In definitiva, come probabilmente avrete capito da questa nostra recensione di Schotten Totten 2, siamo rimasti molto soddisfatti da ogni partita fatta, un’esperienza che in compagnia di un amico offrirà partite a dir poco indimenticabili.