Crytek vuole cambiare le regole, scopriamo come su Homefront: The Revolution
Homefront: The Revolution sarà uno sparatutto Free Roaming, dove ci troveremo immersi nelle più disparate scene di guerriglia urbane: gli script del gioco sono stati sostituiti con reazioni in real time dei personaggi non giocanti. Non possiamo fare a meno di chiederci come un gioco che dovrebbe essere il seguito di un altro, voglia stravolgere cosi tanto le situazioni: a spiegarci il tutto è Fasahat Salim, Associate Producer e Game Designer in Crytek UK, già coinvolto nella realizzazione dell’ottimo Crysis 3.
“Nel 2011, THQ è venuta da noi a chiedere se fossimo interessati alla realizzazione di un seguito del primo Homefront [dopo aver fatto fuori lo sviluppatore originale Kaos Studios, ndr]. Noi abbiamo accettato con entusiasmo, visto che il background narrativo del gioco ci aveva subito affascinato. Un anno dopo, a seguito dei problemi finanziari di THQ abbiamo rilevato l’IP per continuare a lavorare su un progetto che ci stava davvero a cuore: ad un sacco di gente il primo Homefront è piaciuto, anche se non sono state poche le critiche rivolte alla linearità e alla brevità dell’esperienza di gioco offerta in single player. Quando eravamo sotto l’egida THQ, Homefront: The Revolution era ancora un gioco a progressione lineare, livello dopo livello. Una volta che lo sviluppo è passato interamente nelle nostre mani, abbiamo deciso di liberare il gioco da questo giogo strutturale e provare a espanderne un po’ gli orizzonti morfologici e di gameplay.”
E’ cosi che Crytek ci consegnerà nel corso del 2015 Homefront: The Revolution, atteso per PlayStation 4, Xbox One, Microsoft Pc, Mac e Linux, gioco che a detta loro, permetterà al giocatore di girare libero per Philadelphia: interagire con l’ambiente in tutte le più disparate forme di gioco che vorrà.
Ambientato quattro anni dopo la fine dell’Homefront originale, The Revolution si propone di rivoluzionarne la struttura di gioco e rendere totalmente indipendente il giocatore, prendendo ispirazione proprio dalla culla dell’Indipendenza Americana:
“Quando abbiamo iniziato a lavorare su questo seguito, potevamo effettivamente scegliere qualsiasi città americana come scenario principale. Abbiamo puntato su Philadelphia perché rappresenta da sempre l’indipendenza del popolo americano, tanto nella realtà presente e passata quanto nel distopico futuro immaginato nel gioco. Ma non è solo questo. Philadelphia è anche una città interessante. Forse non esattamente bella, ma sicuramente interessante per via, appunto, di tutti i suoi riferimenti e monumenti storici. Questi ultimi saranno facilmente riconoscibili nel gioco, anche se l’occupazione da parte delle truppe della KPA (Korean People’s Army) ne ha ovviamente alterato il look. Sarà una città familiare ma aliena allo stesso tempo, se capite quello che voglio dire”.
Il CryEngine promette infatti di realizzare le esplosioni e le scene di guerra nel modo più realistico possibile, sebbene i nostri invasori dagli occhi a mandorla, abbiano dalla loro mezzi futuristici come droidi volanti e esoscheletri. In Homefront: The Revolution interpreteremo un soldato americano che odia appunto gli invasori e che farà di tutto per eliminarli.
“Beh, ovviamente, quando si parla di guerriglia, solitamente si parla di armi meno devastanti di quelle in mano alla controparte. Uno svantaggio bellico da compensare con tattiche di tipo mordi e fuggi, diversivi, agguati e via dicendo. Insomma, una pianificazione strategica e delle intuizioni tattiche che riescano a sorprendere gli avversari, meglio se colpendoli lì dove fa più male. Per questo abbiamo deciso di costruire un FPS di tipo free roaming in un mondo open world: per garantire al giocatore tutta la libertà di manovra premeditata e improvvisata di cui avrà maledettamente bisogno per fronteggiare le soverchianti forze nemiche”.
Non mancherà certo la tecnologia ad aiutarci, forti di uno smartphone, potremmo studiare meglio il campo di battaglia (ma non alterarlo alla Watch Dogs). Potremmo potenziare anche suddetto smartphone cosi da permetterci di chiamare rinforzi o di avere informazioni preziose in più.
“Non potendo contare sugli armamenti del nemico, ci si deve arrangiare cercando, raccogliendo e assemblando i componenti delle proprie armi, esplorando le mappe di gioco. L’ennesimo grado di libertà lasciato nelle mani dei giocatori, in modo che ognuno di essi possa costruire l’arsenale che più si adatta al suo particolare stile di gioco. L’esperienza di guerriglia che ne deriva sarà quindi pesantemente condizionata anche dall’equipaggiamento scelto (o trovato) per affrontarla”.
Resterà dunque stimolante capire come risolvere una situazione rispetto ad un altra, forti del fatto che abbiamo molteplici modi di arrivare all’obbiettivo: potremmo muoverci tra le ombre in modalità Stealth o creare distrazioni con delle esche, perfino intrufolarci tra le fila nemiche per creare dissenso.
Insomma in Homefront: The Revolution di carne al fuoco ce ne è eccome! Spetterà solo averlo tra le mani per capire quante promesse sarano mantenute e quante no!