Remnant From the Ashes – Recensione, lo shooter soulslike arriva su Switch

Remnant From the Ashes è finalmente arrivato anche su Nintendo Switch, ecco la nostra recensione del soulslike.

Angela Pignatiello
Di Angela Pignatiello - Contributor Recensioni Lettura da 6 minuti
7.3
Remnant From the Ashes

Remnant From the Ashes è popolarmente conosciuto come il “soulslike con le armi”, realizzato da Gunfire Games e pubblicato da THQ Nordic. Il gioco è uscito sulle altre piattaforme nel 2019, ed è stato un’enorme sorpresa per moltissimi appassionati, visto che gli sviluppatori sono riusciti a creare un gameplay loop interessante, e soprattutto che riesce a far rimanere i giocatori incollati allo schermo. Finalmente questi potranno godersi l’avventura anche su Nintendo Switch.

Un soulslike post-apocalittico

Come già detto in introduzione, Remnant From the Ashes è un soulslike che sfrutta anche le armi da fuoco per attaccare (quindi non è solo per effettuare parry come nel caso di Bloodborne). Lo scopo del nostro avatar è quello di sconfiggere un “qualcosa”, che minaccia di far sparire la razza umana dalla faccia della terra. Così come nei titoli che hanno inventato il genere (quindi Demon Souls e Dark Souls) ogni meccanica di gioco viene giustificata dalla trama, questo perché potreste non essere soli durante l’avventura: potrete infatti giocare Remnant From the Ashes anche insieme agli amici, fino a un massimo di tre. Ma ora affrontiamo meglio l’aspetto ludico del gioco.

Zona dopo zona

Il concept del loop di gameplay all’interno di Remnant From the Ashes è molto semplice: una volta entrati in una zona nuova, bisognerà affrontare tutti nemici fino a quando non si incontra un boss o una nuova area. Cosa che rende lo shooter soulslike davvero unico e molto utile per chi preferisce giocare Nintendo Switch, è il fatto che le aree sono abbastanza piccole, quindi con la giusta dose di abilità si riesce a passare da una zona all’altra in modo abbastanza agevole.

L’inserimento delle armi è qualcosa che rende il gioco unico, ma non è l’unica feature interessante. Infatti è anche implementato un sistema di progressione simile ai giochi roguelike: le varie aree appaiono in modo randomico, quindi non si sa mai dove si andrà, e di conseguenza l’ordine dei boss è sempre diverso. Questo dato è importante, perché ogni volta che se ne sconfigge uno si riceverà un’abilità diversa, cosa che rende le run sempre differenti l’una dall’altra, anche nel caso in cui si scelga la stessa classe (o meglio, lo stesso archetipo).

Prima della creazione del personaggio, infatti, dovrete scegliere uno dei tre archetipi disponibili. Questi non andranno a influenzare molto l’avventura, per questo motivo non sono così “importanti” come lo sarebbero le classi. Le uniche cose che cambieranno solo le armi iniziali, l’armatura e le personalizzazioni all’arma.

Sono presenti anche le armi melee, quindi non dovrete solo sparare: infatti avrete dalla vostra parte anche attacchi leggeri e pesanti, schivate per poter gestire il combattimento come meglio desiderate. Alcune sfide saranno davvero difficili, ma ogni nemico ha un suo pattern, che dovrete imparare per comprendere quando è il momento migliore per attaccare, e quando invece schivare o battere in ritirata.

Remnant: From the Ashes

Ovviamente le cose possono essere cambiate velocemente perché il loot dei boss vi permetterà di craftare tutto il necessario per modificare le armi a vostra disposizione. Anche su Nintendo Switch il gioco è super-godibile e i comandi sono molto responsivi, ma per permettere che tutto questo sia possibile sono state tralasciate alcune cose.

Il punto debole

Remnant From the Ashes ha un buon gameplay, ma per fare in modo che giri bene anche su Nintendo Switch gli sviluppatori hanno preso delle decisioni importanti che vanno a modificare l’aspetto tecnico del gioco. Infatti una delle prime cose che si notano rispetto alle versioni per le altre console è l’aspetto grafico del soulslike, piuttosto scarno, soprattutto per quanto riguarda l’ambientazione intorno a voi. Per fortuna, la scelta di downgrade grafico non include anche la distanza con la quale potrete vedere i nemici, quindi non andrà mai a modificare l’approccio che potrete avere nel gioco. Tuttavia, la cosa peggiore del gioco è il tempo di caricamento, che nonostante sia “parte del gioco” quando spawneremo, diventa molto frustrante quando troppo lungo.

Per quanto riguarda l’aspetto audio del gioco, è decisamente ottimo e riesce a trasmettere al giocatore la sensazione di pericolo costante, anche con l’uso intelligente del silenzio. Gli effetti audio anche sono ben inseriti e ben mixati così da non dare mai fastidio anche quando c’è caos, soprattutto durante le bossfight.

In conclusione possiamo dire che se riuscite a chiudere un occhio per quanto riguarda l’aspetto grafico di Remnant From the Ashes, il gioco è decisamente godibile anche su Switch, grazie a un gameplay solido e un loop simile a quello dei roguelike che rende ogni partita diversa, elemento che ne aumenta la rigiocabilità a dismisura. Peccato anche per l’enorme problema dei caricamenti molto lunghi, ma gli sviluppatori potrebbero implementare una patch che vada a limitare il problema.

Remnant From the Ashes
7.3
Voto 7.3
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Contributor
Classe '97. Nata e cresciuta con la Metal Gear Solid saga, amo giocare a quasi tutto ciò che mi capita sotto mano. Analizzo tutto ciò che avviene all'interno del mercato videoludico e il suo core: i videogiochi.