FIFA 23, protagonista della recensione di oggi, è e sarà l’ultimo capitolo della serie sviluppato da EA. Sarà un piccolo colpo al cuore aprire un fantomatico “FIFA 24” senza il logo EA Sports e l’iconica frase tra le schermate iniziali, ma tant’è. La domanda che ci si poneva nei mesi precedenti al rilascio era una: EA chiuderà in bellezza questa lunga e storica esperienza con il marchio di FIFA, oppure come molti auspicavano si limiterà al semplice compitino come più volte ha fatto in passato? Dopo un lunghissimo periodo di prova di circa due settimane, ecco il nostro parere su FIFA 23 nella nostra recensione!
Passi avanti, ma anche passi indietro
Analizzare i giochi calcistici non è mai una cosa facile, spesso infatti le somme più attendibili si tirano mesi dopo l’uscita in quanto, soprattutto nel caso di FIFA, non sono inusuali numerose patch anche piuttosto aggressive sul bilanciamento di gioco.
L’esempio più lampante è senza dubbio FIFA 19, a Ottobre i tiri a giro erano infallibili e poi con una patch a Gennaio (se la memoria non ci inganna sul mese esatto) vennero depotenziati enormemente in favore dei colpi di testa. Insomma, se leggete questa recensione mesi dopo l’uscita, sappiate che alcune delle cose che abbiamo riscontrato potrebbero non esistere più, o addirittura altre problematiche potrebbero essere saltate fuori successivamente. Se già giocate a FIFA da anni sapete bene tutto questo, in caso contrario la premessa era a dir poco doverosa. Infine, molte modalità e aspetti del gioco potranno essere pienamente valutabili solo tra molte settimane, dato che non ne possono bastare così poche per un’analisi realmente attendibile.
Abbiamo analizzato FIFA 23 per questa recensione nella versione PlayStation 5, mentre su old gen abbiamo fatto alcune prove per ovvi motivi meno approfonditi, e di conseguenza abbiamo potuto provare molto a lungo le potenzialità del nuovo Hypermotion 2, sia nei suoi pregi che nei suoi difetti. Partiamo da quelli che sono i lati positivi, e in cima alla lista ci sentiamo di mettere la maggior fisicità dei calciatori.
Negli ultimi anni, tranne forse FIFA 19 per certi versi, la fisica dei capitoli della serie è sempre stata abbastanza peculiare, con calciatori che davano l’impressione di essere a tratti leggeri come fogli di carta. Si faceva molta fatica a giocare con giocatori che puntavano più sulla forza che sulla velocità, perché l’impatto che queste due caratteristiche avevano sulla partita era notevolmente sbilanciato a favore della seconda. Non è un caso che i giocatori più utilizzati eccellessero per velocità ancor prima che per tiro, passaggio o forza fisica, spessissimo era impensabile fare una squadra con giocatori sotto l’80-85 di velocità (a maggior ragione su FIFA Ultimate Team). Ecco, questa fortissima disparità di efficacia tra forza e velocità si è sensibilmente assottigliata. Non diciamo che un difensore con 44 di velocità possa ora avere la meglio su un attaccante con 88 in campo aperto, ci mancherebbe, ma ora anche con 73-75 non sembra necessariamente di difendere con delle sedie di mogano, ecco.
A farla da padrone però non è nessuna di queste due caratteristiche, bensì l’agilità. L’Hypermotion 2 come detto ha reso il gioco molto più fisico, per certi versi anche giustamente più realistico, ed esattamente come nel mondo reale con dei dribblatori è più facile divincolarsi da marcature troppo strette. Ecco quindi che giocatori come Messi risultano davvero molto forti, nonostante nel caso della Pulce argentina sia stato fatto un taglio alla statistica di velocità. Giocatori molto tecnici quindi, un esempio che ci porta al secondo aspetto che abbiamo apprezzato molto di FIFA 23. Non essendo più un gioco totalmente basato sulla velocità, è molto importante saper costruire una fase offensiva un filino più ragionata, meglio se con diversi passaggi di fila e aspettando pazientemente che si crei lo spazio per colpire, oppure che il nostro dribblatore di fiducia possa vincere un 1 contro 1. Un taglio abbastanza netto col passato, che ha cambiato parecchio il feeling con il gameplay.
Non è però tutto rose e fiori, infatti l’Hypermotion 2 si porta dietro anche un difetto molto serio legato ai passaggi, che di fatto va quasi ad annullare il pregio che abbiamo trattato poco fa. I filtranti bassi sono diventati praticamente inutili, fate veramente prima a smontare dal pad il tasto Triangolo, anche se quelli alti eseguibili con L1 + Triangolo hanno mantenuto un vago barlume di efficacia.
I passaggi classici con Croce (X per gli amici) vanno sui piedi degli avversari un buon 40% delle volte, che diventa 85 se eseguiti di prima e se ad effettuarli non è propriamente un Modric in quanto a tecnica. I cross funzionano benino, si riesce a fare qualche goal di testa in più rispetto allo scorso anno e ricordano molto quelli del 21, quindi né eccessivamente forti né garanzie di aver consegnato palla agli avversari. Funzionano particolarmente bene i cross nello spazio, per intenderci quelli non propriamente a palombella ma che curvano più in orizzontale che in verticale. L’eccessiva inaffidabilità dei passaggi classici e filtranti in generale rende eccessivamente più complicato fare un fraseggio decente, e non è raro consegnare di fatto la palla agli avversari per errore.
In antitesi si potrebbe dire definire giusto che a passare bene il pallone siano principalmente i giocatori con un passaggio molto alto, perché valorizza molto i centrocampisti che hanno come qualità principale la tecnica nel fraseggio.
Saremmo anche d’accordo, ma riteniamo ci debba essere una differenza tra il dare peso a una statistica, cosa giusta, e quasi invalidare la meccanica ad essa associata se il valore numerico non è pari o superiore a 85, cosa sbagliata. Sarà l’abitudine a passaggi molto più “facili” a farcela percepire come una cosa negativa? Non lo vogliamo escludere a priori, non è un caso che in introduzione abbiamo detto che spesso ci vogliono mesi per giudicare al meglio un titolo calcistico, però vorremmo fare un ultimissimo appunto in merito. Per quanto i ritmi di FIFA 23 siano più bassi dei capitoli precedenti, non sono bassi abbastanza da valorizzare una costruzione lenta della manovra, quindi un margine di errore maggiore nei passaggi dovrebbe essere accompagnato da un ritmo ancora più compassato, mentre per ora è semplicemente il FIFA di sempre con una piccola marcia in meno sul lato della velocità di gioco. Al netto quindi di una nostra o vostra futura abitudine alla cosa, non ci sentiamo di dire che si sia fatto un mix ideale tra il margine di errore dei passaggi e la velocità di gioco.
A chiudere il discorso delle meccaniche ci sarebbe il Power Shot, il nuovo tiro speciale eseguibile combinando Cerchio/Quadrato + R1 + L1, di fatto rimpiazzando il Driven Shot. Per ora non pienamente giudicabile, perché esattamente come il Driven ai tempi del 18 solo tra alcuni mesi si potrà pesare l’efficacia di questa meccanica. Non è facile trovare il tempo giusto per farlo né è infallibile, ma può diventarlo in certe situazioni e detto francamente a volte ancora ci scordiamo che esista, arrivando al punto di non usarlo anche quando sarebbe forse stato il momento giusto. Al momento impossibile dire se sarà sbilanciato o meno.
Per quanto riguarda la Old Gen è lo stesso identico gioco dell’anno scorso, con qualche piccolissima rifinitura ma nulla più. Perlomeno da quelle poche ore che abbiamo testato quella versione, non ci è sembrato di notare reali differenze tra FIFA 23 e FIFA 22.
L’esperienza Ultimate Team migliore di sempre?
Chiudiamo la recensione su FIFA 23 parlando della rinnovata modalità Ultimate Team, la fonte maggiore di hype per questo nuovo capitolo. A farla da padrone è il sistema di intesa rinnovato che apre le porte a nuove possibilità di teambuilding, anche grazie a giocatori in grado di ricoprire molti ruoli diversi. Un grosso passo avanti che però porta con sé anche un passo indietro, perché ora non è più possibile dare intesa a giocatori leggermente fuori ruolo (esempio, un ED che viene messo AD). Adesso i giocatori devono essere precisamente nel ruolo giusto per fare intesa, altrimenti né la riceveranno né la forniranno ai compagni. Anche a questo dovremo fare l’abitudine, ma FIFA 23 Ultimate Team porta anche vantaggi netti rispetto al passato sin da subito. No, non parliamo della modalità Momenti, che alla fine non sono altro che piccole challenge di bassa difficoltà, né in realtà di nessuna modalità in particolare. Stiamo bensì parlando del Mercato Trasferimenti unificato, che ha comportato un crollo verticale dei prezzi dei giocatori se comparati con gli anni scorsi.
Questo nuovo Mercato sta dando la possibilità di avere squadre piuttosto valide da subito, senza il bisogno di spendere un centesimo in FIFA Points. Spendere soldi veri sul gioco oramai è consigliabile solo se si è dei Pro, quindi con una concreta necessità professionale nel competere ai massimi livelli, altrimenti è assolutamente superfluo! Mai avremmo pensato di dirlo fino ad alcuni anni fa eppure è così, e siamo solo a inizio Ottobre. Dovessimo scegliere quello che secondo noi è il pregio principale di FIFA 23 Ultimate Team, sicuramente sarebbe proprio il Mercato Trasferimenti unificato. Molto bene anche il cross-play con Xbox Series, abbiamo fatto delle prove con amici con la Xbox e non c’è la minima differenza con il giocare contro utenti PlayStation. Un sogno pluriennale che forse si è realizzato un filino troppo tardi, ma meglio tardi che mai!
Avremmo voluto parlare anche delle carriere, sia allenatore che giocatore, ma purtroppo anch’esse sono ingiudicabili in così poco tempo. Sono sempre modalità molto delicate, con simulazioni che negli anni scorsi hanno spaziato dal quasi realismo alla follia più assoluta.
Per valutare la cadenza di certe dinamiche della simulazione servirà molto più tempo, e magari integreremo le nostre future considerazioni sulle carriere di FIFA 23 proprio in questa recensione o con un articolo apposito. La possibilità di interpretare un allenatore già esistente è una chicca carina, anche se ci sarebbe piaciuto a questo punto un sistema di statistiche come su Football Manager (anche più semplificato), con gli allenatori già esistenti che avrebbero funzionato da build prestabilite.
In definitiva quindi, FIFA 23 è promosso? A costo di risultare un disco rotto, abbiamo dovuto precisare più volte nella recensione che molti aspetti li potremo valutare meglio solo in futuro, da quelli già trattati a quelli non concretamente giudicabili ad oggi. Possiamo però dire che EA abbia cercato di dare i ritocchi giusti alla formula, soprattutto per quanto riguarda il feeling del gameplay che punta sensibilmente di più al realismo, dopo anni di capitoli che per tanti versi sembravano a metà tra Galactik Football e Inazuma Eleven (e per quanto sia un’iperbole, a volte sembrava fin troppo accurata).
Un impegno che non era dovuto, dove EA poteva tranquillamente svolgere il “compitino” e concentrarsi sul loro prossimo gioco (ossia EA Sports FC, clicca qui se vuoi saperne di più) eppure hanno fatto più di qualcosa in più. Quindi FIFA 23 alla luce della nostra prova finora lo consideriamo promosso, sperando che i prossimi mesi confermeranno gli aspetti positivi e porteranno aggiustamenti a quelli negativi.