Nel corso della scorsa generazione videoludica, l’industria ha dovuto fare i conti con un vero e proprio proliferare di remake, visti come un’opportunità a dir poco allettante sia per le compagnie videoludiche che per i videogiocatori stessi. Da una parte, la possibilità di portare alla luce giochi di gran valore con investimenti relativamente esigui mentre, dall’altro lato, l’occasione perfetta per rivivere opere indimenticabili o, ancora, scoprirle per la prima volta. Insomma, una scommessa vincente da cui tutti avrebbero potuto trarre giovamento, e grazie alla quale nel corso di questi ultimi anni abbiamo potuto toccar con mano titoli d’indubbia qualità. Da Resident Evil 2 a Shadow of the Colossus, da The Legend of Zelda: Link’s Awakening a Final Fantasy VII, sono molti i nomi tornati in auge. Tra le tante società che si sono lanciate in questo mercato ricco d’opportunità figura anche THQ Nordic, finiti più volte sotto i riflettori per aver acquisito svariate software house e innumerevoli IP nel corso di questi ultimi anni.
Tra i tanti brand entrati a far parte della line-up della compagnia figura anche Destroy All Humans, serie che dal 2005 ha visto il sopraggiungere di quattro capitoli prima di capitolare definitivamente e venir dimenticata dalla maggior parte del popolo videoludico, ma THQ Nordic ha più volte ribadito di volerla far tornare sulla bocca di tutti, certa del fatto che l’IP avesse ancora molto da raccontare. Fu così che nel 2020 vedemmo il sopraggiungere di Destroy All Humans, remake del capitolo originale che seppe svecchiare la produzione senza rovinarne l’essenza, di fatto guadagnandosi il favore del pubblico. Al netto di tutti i problemi del caso, infatti, il gioco si rivelò un piccolo successo per la compagnia, la quale decise così di sviluppare un remake anche per il secondo capitolo, Destroy All Humans 2: Reprobed, titolo che abbiamo ampiamente esplorato in questi ultimi giorni e di cui siamo ora pronti a parlarvi nel dettaglio in questa recensione. Siete pronti per conquistare la Terra?
È tempo di tornare in azione
Dopo un lungo susseguirsi di scontri all’ultimo sangue contro la feccia umana, lo scienziato Orthopox e Crypto-137 riescono finalmente a estrarre sufficiente DNA vergine dal genoma umano per portare alla luce importantissimi miglioramenti per gli studi Furon. Purtroppo, però, alla fine sono gli umani ad avere la meglio sul nostro improbabile eroe, e quando quest’ultimo viene sostituito dal clone 138, il nuovo arrivato decide di stabilirsi in pianta stabile negli Stati Uniti, prendendo il posto del Presidente degli USA e passando i successivi dieci anni a divertirsi tra feste e giovani ragazze umane. Sfortunatamente, nella sua nuova casa Crypto è tutt’altro che tranquillo e quando la notizia dell’invasione aliena giunge alle attente orecchie del KGB, tutto va rovinosamente in malora.
Le forze speciali dell’Unione Sovietica riescono infatti a individuare la nave madre Furon che orbita attorno al pianeta Terra, finendo con il distruggerla grazie a un attacco missilistico ben mirato, ma quando alcuni agenti russi tentano di mettere definitivamente fuori gioco Crypto, questo riesce a scappare e a ritrovare lo scienziato Orthopox, che pochi istanti prima dell’esplosione ha trasferito la propria coscienza in uno dei suoi marchingegni. Il compito del nostro violento alieno grigio sarà quindi quello di scoprire dove si nasconda il KGB ed eliminarlo completamente, così da poter tornare a controllare l’umanità senza il rischio di ritrovarsi con un proiettile in testa.
Destroy All Humans 2: Reprobed prende il via dopo gli eventi del primo capitolo, ripresentando quel mood e quello stile propri dell’opera originale, il tutto al fine ultimo di offrire un’esperienza particolarmente violenta e scanzonata dove black humor e battutine sconce saranno all’ordine del giorno. Fortunatamente sembra proprio che il team non abbia in alcun modo alterato lo stile volutamente caricaturale ed esagerato che caratterizzò quel Destroy All Humans 2 uscito su PlayStation 2, scandito da un susseguirsi di personaggi uno più folle dell’altro, tra hippie sempre in cerca di un modo per “sballarsi” e improbabili agenti inglesi vestiti di tutto punto. L’avventura fila così liscia dall’introduzione ai titoli di coda facendosi seguire con gran piacere e spingendo sempre l’acceleratore sugli eccessi in ogni forma e dimensione, siano questi sessuali, sociali o religiosi.
Come facilmente immaginabile, Destroy All Humans 2: Reprobed non vuole in alcun modo presentare una scrittura ricercata e articolata, preferendo piuttosto seguire la strada del no-sense a buon mercato, senza ombra di dubbio calcando la mano con ancor più forza rispetto a quanto visto con il remake del primo capitolo. L’avventura prosegue così speditamente senza mai annoiare e intavolando simpatiche idee sceniche qua e là capaci di far scappare ben più di qualche sorriso, merito anche di un doppiaggio inglese – rimasto invariato in questo remake – che ancora oggi convince e che si fa forza con quegli stereotipi propri del periodo storico in cui il gioco è ambientato, ovvero gli anni ’60.
Un’invasione aliena piuttosto svogliata
Da un punto di vista spiccatamente ludico, il gioco ripropone la stessa struttura dell’opera originale, nel bene e nel male, e possiamo assicurarvi che tutti i fan del brand si sentiranno subito a casa. In-game avremo modo di muoverci liberamente all’interno di svariate mappe che ci permetteranno di viaggiare in giro per il globo, ognuna delle quali caratterizzata da missioni secondarie, segreti e collezionabili, senza ovviamente dimenticare le quest che ci faranno proseguire nell’avventura. Parlando delle missioni principali, queste hanno saputo offrire una buona varietà di situazioni che, unite alla follia di fondo che permea l’intera produzione, riescono a regalare diversi momenti particolarmente divertenti e frenetici, tra fasi più movimentate affiancate a momenti dove nascondersi tra gli umani cercando di non farsi individuare. Ogni missione offrirà inoltre svariati obiettivi opzionali – spesso anche piuttosto ostici – attraverso i quali sarà possibile ottenere celle furotech, indispensabili per potenziare il proprio armamentario.
Basta poco per rendersi conto di come tutti gli elementi ludici che caratterizzarono l’originale Destroy All Humans 2 sono stati qui riproposti in una forma sostanzialmente immutata, se non per qualche piccola aggiunta e miglioria sparsa che ha saputo offrire ben poco in termini di novità, una scelta che tutti i fan più accaniti apprezzeranno sicuramente ma che al contempo mette chiaramente in mostra una generale legnosità di fondo che ormai appare particolarmente accentuata, soprattutto quando si parla di “quality of life” dell’esperienza utente. In particolare, le note dolenti si vengono a presentare nel momento in cui si guarda alle attività opzionali, piuttosto ripetitive e sparse in mappe che pur nelle loro dimensioni ridotte, appaiono fin troppo spoglie di contenuti. La verità, alla fine dei conti, è che il mondo offerto da Destroy All Humans 2 non è poi così divertente da esplorare e ci vorrà poco prima che i giocatori perdano interesse nei suoi confronti per concentrarsi unicamente sulla campagna principale del gioco.
Ben più solido appare invece il combat-system, merito soprattutto di una buona varietà d’armi utilizzabili, tra vecchie conoscenze e nuovi arrivi, e potenziamenti sbloccabili che non solo permetteranno di migliorare il proprio equipaggiamento, bensì anche lo stesso Crypto e, ovviamente, la nostra fidata navicella spaziale. Parlando proprio di quest’ultima, durante l’avventura potremo sbloccare varie zone d’atterraggio da cui poi chiamare il nostro disco volante e seminare morte e distruzione in ogni dove. Anche la nostra nave presenterà diverse armi, una delle quali ci permetterà in particolare di catturare umani per “frullarne” il DNA, così da ottenere utili bonus passivi e potenziamenti aggiuntivi. Nota di merito conclusiva, la possibilità di giocare in coop l’intera avventura con un amico, l’occasione propizia per rendere l’esperienza ancora più caotica e divertente.
Insomma, in termini di gameplay Destroy All Humans 2: Reprobed si difende ancora sufficientemente, ma è evidente come ogni singolo elemento della produzione mostri gli inesorabili segni del tempo. Ben più d’impatto è stato invece il lavoro posto sotto il profilo visivo, il quale ci ha permesso di rivivere le gesta di Crypto in una veste grafica aggiornata, seppur comunque afflitta da qualche problema piuttosto evidente. I colori accessi uniti alla buona effettistica regala scenari piacevoli alla vista e caratterizzati da un frame rate stabile, quantomeno su PlayStation 5, ma una volta che si guarda con un po’ più d’attenzione, si possono notare texture in bassa qualità e una conta poligonale tutt’altro che invidiabile. Inoltre, ci è assai dispiaciuto constatare come anche l’IA avversaria non sia stata minimamente migliorata, con avversari che resteranno fermi sul posto per farsi crivellare o che ci correranno incontro con chiari intenti suicidi, ennesimo segno di un lavoro d’ammodernamento che a tratti risulta forse fin troppo svogliato.