Definire Matchpoint Tennis Championships “l’ennesimo” gioco tennistico copia e incolla sarebbe assolutamente un errore perché, come scopriremo in questa recensione, ha molto più da dire rispetto a quello che possiate immaginare. In un panorama in cui i titoli dedicati allo sport con racchette per eccellenza non sono riusciti a mostrare una qualità degna, soprattutto in termini tecnici e di realismo, arriva questo outsider che riesce inaspettatamente a dire la sua (nonostante ci siano chiaramente alcuni punti su cui lavorare).
Matchpoint Tennis Championships è infatti un prodotto di stampo più simulativo, e nonostante dal punto di vista delle licenze siamo ancora lontani dall’essere un titolo AAA, il punto forte si rivela il sistema di gioco, appagante, che punta al realismo e che offre degli spunti molto intelligenti.
L’essenziale che non fa male
Quello dei ragazzi di Torus Games è un simulativo tennistico che cerca di offrire “l’essenziale”, come a presentare un biglietto da visita atto a dire “eccoci, ci siamo anche noi e questo è quello che possiamo fare”. Questo perché, nonostante alcuni bug da mettere a posto e un numero di modalità limitato, nel gameplay di sostanza ce n’è molta. Partiamo però dal principio, da quelle basi che purtroppo non convincono.
Matchpoint Tennis Championships non si avvale di licenze ufficiali, o meglio, ce ne sono davvero poche: i tennisti esistenti che sono stati riportati sono di un esiguo numero (se rapportato a quello dei “classici” giochi tennistici odierni), e molti di essi non ricoprono posizioni altissime del ranking. Inoltre gli stessi tornei presenti e che potremo affrontare in modalità Carriera, non presentano chiaramente i nomi ufficiali del circuito ATP. Meglio dal lato sponsor, dove le divise e i campi da gioco (anche questi non ufficiali) sono marchiati da nomi importanti (Nike, NB, Adidas, Lacoste, per citarne alcuni).
Aggiungiamoci poi che non sono presenti partite in doppio (ci si concentra in sfide 1V1) e che oltre all’allenamento e la partita singola l’unica modalità è la Carriera, e il quadro generale sembra preannunciare un disastro totale. Nulla di più sbagliato.
Tolti questi lati più negativi, ciò che rimane è puro tennis. Matchpoint Tennis Championship è quindi un titolo che si fa portabandiera dell’essenzialità, non cerca di strafare e si concentra su quello che potremmo definire il “collaudo” del loro nuovo sistema di gioco, una prova generale per inserirsi nel mercato e – chissà – attirare l’attenzione per inserire ancora più contenuti e tornei ufficiali in prossime iterazioni.
In ogni caso, l’unica modalità seria rimane la Carriera, e possiamo assicurarvi che, se avete “domato” il gioco, la troverete particolarmente appagante.
Vai dove ti dico io!
Come accennato in apertura di recensione, il punto di forza di questo Matchpoint Tennis Championships è sicuramente il gameplay. Questo va a presentarsi come una sorta di ibrido tra i giochi più classici che abbiamo visto negli ultimi anni, e un qualcosa di simulativo. Prima di iniziare con una partita rapida o con la carriera, il consiglio è vivamente quello di apprendere le basi con i tutorial e la modalità allenamento: stiamo parlando di un gioco che nella teoria saprà spiegarsi, ma che nella pratica… beh, vi darà parecchio filo da torcere.
Il gioco va infatti oltre il semplice “hard to master”, dato che le meccaniche di cui il gioco si avvale sono particolari e vi serviranno almeno un paio d’ore per prendere confidenza. Non fatevi scoraggiare dai primi risultati negativi, perché poco a poco capirete cosa va fatto e quando.
Di certo la trovata più interessante dei ragazzi di Torus è senza dubbio l’aim-circle: si tratta di “un’ombra” a forma circolare che ci permette di indicare il punto dove vogliamo indirizzare la palla. Niente più direzioni generiche quindi, che unito alla scelta del tipo di tiro in base al tasto (e ce ne sono per tutte le situazioni) e alla potenza, renderà i nostri risultati piuttosto meritocratici.
Certo, ci sono delle cose da limare, come la responsività del tennista su alcune palle (forse un leggero input lag), o come il fatto che la levetta per spostarci è la stessa che useremo per mirare, cosa che fa rimanere attivo l’impulso anche quando passeremo dal camminare al colpire se non saremo abbastanza reattivi. Spesso sarà necessario giocare di previsione, ma anticipare troppo può farvi scoprire anzitempo una parte del campo e subire punto malamente.
In linea di massima però le cose funzionano molto bene, il gioco ha una coerenza di fondo invidiabile, e non sempre correre da una parte all’altra (gli spostamenti dei tennisti sono abbastanza lenti) ci impedirà di subire un punto. Piccola nota a margine, se sfruttate bene le battute basse e le angolate verso l’esterno… beh, potrete vincere facilmente la metà dei game.
Come già detto il gioco presenta ancora qualche bug di troppo, che però potrà essere risolto pian piano. Il resto dell’ambito tecnico vede alti e bassi, con un aspetto grafico non proprio idilliaco, tra volti e non solo, e un online ancora un po’ traballante. Piacevole il doppiaggio inglese, anche se poco vario, e piacevole anche il silenzio (colonna sonora) sul campo da gioco, molto immersivo e coerente con lo sport.