L’attesa è stata lunga e le difficoltà numerose, ma dopo innumerevoli dichiarazioni e ritardi che hanno stravolto i piani di Microsoft, abbiamo finalmente avuto modo di toccare con mano la versione completa del promettente Halo Infinte. L’esperienza ci ha colpiti profondamente, ed al netto di alcune criticità, ci ha comunque lasciati molto speranzosi per il futuro della serie. Vi lasciamo quindi senza indugi alla nostra recensione dell’epica epopea di Halo Infinite.
Halo Infinite è l’inizio di una nuova storia
Come in parte suggerisce il titolo, Halo Infinite è l’inizio di un nuovo percorso narrativo impostato dai ragazzi di 343 Industries che prende le proprie basi da Halo 5 e Halo Wars 2 ma voltando completamente pagina e preparandosi a narrare una storia completamente inedita. Tuttavia, preferiamo non andare troppo a fondo nelle vicende perché vogliamo lasciarvi la libertà di gustarvi l’avventura per conto vostro, e di conseguenza vi citeremo soltanto le premesse iniziali. Sono passati circa dodici mesi dalla fine degli eventi di Halo 5. L’IA compagna e amica di Master Chief, Cortana, si è già ribellata da tempo ai suoi creatori insieme a numerose altre intelligenze artificiali, costringendo l’umanità ad affrontare una terribile minaccia interna.
Le forze USNC intraprendono quindi una guerra contro Cortana, venendo però sorpresi da un terzo nemico imprevisto che coglie assolutamente impreparate le flotte umane, causando gravissime perdite. La nuova variabile è costituita dalla fazione degli Esiliati, un immenso esercito già conosciuto in Halo Wars 2, composto da mercenari e guerrieri che sono stati banditi dai Covenant per la loro ribellione al “Grande Viaggio” e che ora costituiscono una forza d’assalto senza pari e determinata allo sterminio sistematico della razza umana. L’avventura di Halo Infinite ha moltissime similitudini con quella di Halo: Combat Evolved, con gli equipaggi delle navi umane dispersi su un anello Halo (in questo caso Zeta Halo) sul quale approdare però una feroce e durevole resistenza di terra con tattiche di guerriglia e di assalti asimmetrici.
Ma la storia di Infinite diventa con il passare del tempo anche uno scontro fra simboli contrapposti e dal grandissimo impatto. Da un lato abbiamo una forza irrefrenabile, quella degli Esiliati di Atriox ed Esharum, guerrieri Brute mandati a morire dai Covenant in assalti suicidi ma che sono sempre riusciti a sopravvivere contro ogni aspettativa, controllano ora il più grande esercito di mercenari della galassia, che riunisce tutte le specie aliene in un unico grande fronte e, armati fino ai denti, rappresentano una pericolosa minaccia per le forze umane. Dall’altra parte abbiamo quello che, ci scuserete la licenza poetica tratta dal Cavaliere Oscuro, è un oggetto inamovibile, Master Chief, un soldato capace di sovvertire gli esiti di qualsiasi battaglia e pronto ad eseguire il suo dovere a ogni costo.
Egli è l’unica salvezza per l’umanità, una leggenda vivente ma allo stesso tempo anche un uomo “fragile” che ha solo visto la guerra in vita sua, perso amici e compagni, ma che è comunque determinato a salvare la specie umana. La componente narrativa alla base della produzione si presenza come particolarmente intrigante e dalle enormi potenzialità, ed è quindi un peccato constatare come ci siano servite appena 13 ore per concluderla insieme a qualche missione secondaria. Ci teniamo comunque a precisare che alla fine della nostra avventura principale avevamo completato appena il 45% dei contenuti disponibili con numerose missioni secondarie e obiettivi da concludere, eppure fa riflettere il fatto che la campagna principale non abbia una durata ben maggiore nonostante il sistema che vorrebbe strutturarsi alla stregua di un open world.
Giocare canticchiando motivetti epici
Come già accennato in precedenza, il titolo propone una mappa aperta che si espande progressivamente e dalle dimensioni piuttosto contenute, anche se discretamente densa di cose da fare e caratterizzata da miriadi di segreti e potenziamenti. Le missioni della storia fanno sostanzialmente da collo di bottiglia e portano il giocatore ad esplorare man mano una nuova zona dietro l’altra. Il sistema, quindi, tende ad accorpare le attività secondarie in modo da non diluirle troppo, amalgamandole bene con le missioni principali. Queste ultime seguono una metodologia alquanto classica vista in tutti i capitoli della serie, con livelli molto lineari e grandi battaglie su schermo, il tutto affiancato a qualche saltuario passaggio a bordo di veicoli corazzati. Ciò che però ci ha semplicemente stregati in sede di recensione è stata la bellezza intrinseca del gunplay che caratterizza Halo Infinite, senza dimenticare poi un level design degli incarichi principali di altissimo livello. Ve lo diciamo sinceramente, non ci divertivamo così tanto in uno sparatutto dall’uscita di Doom Eternal, con il quale Infinite condivide parte del gameplay estremamente aggressivo, pur presentando ovviamente le sue dovutissime e importanti differenze.
L’incedere dell’azione è comunque rapidissimo e adrenalinico ma allo stesso tempo capace di tirare il freno a mano per invitare il giocatore a riflettere e ad agire con fermezza e decisione, soprattutto durante gli scontri più brutali con i boss. Il gameplay del titolo riesce comunque a portarci dinanzi a scene che sono semplicemente una sinfonia per ogni amante di sparatutto, con scontri a fuoco viscerali su più livelli e scatti tanto rapidi quanto brutali. Tutto è stato costruito in modo sopraffino, dal suono delle armi o dagli impatti dei proiettili sulle carni e sulle corazze dei nostri avversari che scintillano quando perforate, ai nemici che emettono rantoli quando precipitano a terra morenti, o che urlano strategie e ordini ai propri compagni di squadra per incitarli alla lotta. Ci troveremo quindi a falcidiare orde apparentemente inesauribili di Esiliati, cullati da una colonna sonora epica che si mescola alla perfezione come in un valzer magnifico di raffiche di proiettili, ricarica delle armi e tantissime esplosioni. In questi scenari ci siamo trovati più di una volta a canticchiare il motivetto in sottofondo mentre facevamo semplicemente a pezzi gli ostili, galvanizzati dall’epicità della battaglia.
Il nuovo rampino, poi, ci è sembrato uno degli elementi più riusciti dell’intera offerta ludica. Talmente buono e di una semplicità così disarmante che ci sarebbe piaciuto averlo anche nei precedenti capitoli della serie, per rivivere le avventure del buon Chief con quel brio che ha contraddistinto le nostre sessioni di gioco di Halo Infinite. La formula brevettata da Bungie e poi ereditata e approfondita dai ragazzi di 343 Industries è quindi perfettamente riuscita, per quanto il nuovo arrivato non abbia mancato di offrire il fianco su alcuni aspetti. Infatti, forse a causa della nuova natura pensata per una mappa aperta, ci siamo trovati a dover fare degli importanti appunti sul lavoro degli sviluppatori per quanto riguarda la gestione degli incarichi.
Uno dei migliori free-to-play sul mercato, con qualche piccola riserva
Il multiplayer di Halo Infinite si conferma in questa recensione come una delle componenti migliori del titolo. Avevamo già trattato in modo piuttosto approfondito le meccaniche multigiocatore del prodotto nella nostra precedente anteprima di metà novembre. Tuttavia, nel corso di queste due settimane ci sono stati alcuni importanti cambiamenti a una delle maggiori criticità del gioco, vale a dire la componente economica del battle pass. Infatti, è stata aggiunta la possibilità di ottenere esperienza per avanzare di grado nel pass anche semplicemente giocando, invece che completare delle discutibili sfide.
Inoltre, recentemente è stato aumentato anche il quantitativo di esperienza conferito dalle predette e tanto odiate challenge, e quest’ultime sono state anche semplificate. Un buon primissimo passaggio quindi, ma gradiremmo ancora significativi cambiamenti al sistema di punteggi, in modo da ricompensare le performance del giocatore e non il semplice stare in partita fino alla fine. Infatti, ci è accaduto molto raramente (per fortuna) di trovare giocatori AFK o parzialmente assenti che muovendo leggermente i controlli restavano in partita, ma ottenevano comunque gli stessi punti rispetto ai primi in classifica, ovviamente al contempo rovinando l’esperienza altrui. Il sistema risulta quindi imperfetto in linea di principio, ma gli sviluppatori hanno garantito di starci lavorando.
Anche i contenuti cominciano a essere un poco ridondanti, visto che le mappe, per quanto molto belle, non sono tantissime e le modalità scarseggiano. Fortunatamente gli sviluppatori hanno affermato che presto arriveranno Team SWAT e Fiesta, anche se li avremmo graditi al lancio. Nonostante queste criticità, però, il multiplayer di Halo Infinite si riconferma di altissima qualità, con moltissimo potenziale e un gameplay galvanizzante e divertente. Speriamo che al più presto molti dei problemi vengano risolti perché questo multigiocatore ha il potenziale di restare a lungo sulla scena competitiva internazionale. Dobbiamo infine fare qualche considerazione sul comparto tecnico del prodotto, che su Xbox Series X si è mostrato come eccellente, anche se si notano a volte delle piccole limitazioni dovute alla natura cross-gen del prodotto; tuttavia, i miglioramenti rispetto al gameplay dell’E3 2020 sono comunque massicci.