Arrivato qualche giorno fa su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC, Olija è un action-platform 2D che racconta le vicende di Lord Faraday, un navigatore partito alla ricerca di risorse e vittima, insieme ai suoi compagni, di un nefasto naufragio. Il titolo, sviluppato da Skeleton Crew Studio e pubblicato da Devolver Digital, ci mette nei panni di questo silenzioso protagonista, facendoci vivere un’avventura da lui non prevista alla ricerca di altri naufraghi e di un modo per tornare a casa. In tutto questo, un nemico sconosciuto e la figura di Olija, la donna che dà il nome al gioco e il cui destino si intreccerà con quello di Faraday. Andiamo ad analizzare l’opera più nel dettaglio.
Narrazione e atmosfera
L’universo bidimensionale in cui controlliamo Faraday, per quanto presenti una pixel art non troppo dettagliata, è veramente ricco di atmosfera. Il gioco punta molto su questo aspetto, cercando di immergere il fruitore nelle ambientazioni esplorate dal protagonista. Quest’ultimo sarà accompagnato nel suo viaggio da un navigatore che, dal punto di vista del puro gameplay, è il mezzo per cui potremo muoverci da un luogo all’altro; ma in generale non è solo questo. Per quasi ogni isola che andremo a visitare, a seguito di caricamenti forse un po’ troppo lenti, l’uomo ci parlerà e descriverà alcuni elementi che ne fanno parte, tra cui la presenza di possibili pericoli. I dialoghi giocano un ruolo importante anche in altre situazioni, tuttavia a volte viene lasciato spazio al silenzio, ad una narrazione tutta legata alle ambientazioni, alle foglie portate via dal vento e ai suoni che ci circondano.
In questo senso è da sottolineare l’ottima cura nei dettagli da parte di Skeleton Crew Studio. Non solo Faraday, ma anche i personaggi non giocanti godono di deliziose animazioni anche per delle azioni di puro contorno, come un semplice colpo di tosse. Una cura che va ovviamente a braccetto con gli intenti narrativi e l’impostazione “cinematografica” dell’opera, in quanto in questo modo sale la qualità dell’immersione.
Questo vale anche per le ambientazioni stesse e i fondali. Possiamo notare sassolini che cadono a terra a causa di un nostro passo, creature che ogni tanto ci osservano di nascosto, nonché il vento e le foglie citate in precedenza. Il comparto sonoro contribuisce poi ad amplificare il senso di immersione, sia con la colonna sonora che attraverso il sound design. Interessante, ad esempio, è la presenza di piccoli carillon sparsi per le aree di gioco. Essi rappresentano uno dei collezionabili da scovare durante l’avventura, e per farlo sarà utile proprio ascoltare il loro suono, sempre più intenso mano a mano che vi ci avviciniamo. Questi e altri elementi creano un’atmosfera decisamente intrigante mentre si controlla il coraggioso Lord Faraday che, nelle sue esplorazioni, è costretto però ad affrontare non pochi ostacoli.
Il fidato arpione di Lord Faraday
L’obiettivo principale del gioco è quello di recuperare tre chiavi azzurre, l’unica via per poter far ritorno a casa. Vari nemici intralceranno però il protagonista che, per proseguire nei suoi intenti, dovrà far particolare affidamento su uno speciale arpione. Quest’arma è fondamentale tanto nel combattimento quanto nell’esplorazione e rappresenta il punto focale del gameplay. La caratteristica principale dell’arpione risiede nella possibilità di essere scagliato lontano e successivamente, se si lega ad un nemico, permettere a Faraday di raggiungere immediatamente il punto in cui esso si trova. Il level design è realizzato appositamente per sfruttare la capacità di quest’arma. Nei luoghi sono infatti presenti piccole creature immobili a cui l’arpione può legarsi per trasportare il protagonista in un posto altrimenti irraggiungibile.
Esso può ovviamente infilzare anche i nemici più offensivi, amalgamandosi molto bene ad un combat system frenetico e divertente. Durante i combattimenti Faraday può utilizzare anche alcune armi secondarie, adatte sia ad uno scontro ravvicinato sia ad uno a distanza. Grazie a questo equipaggiamento, all’arpione e a particolari cappelli che donano poteri aggiuntivi, i combattimenti risultano soddisfacenti, in particolar modo contro gli avversari più temibili.
Per quanto la struttura dei livelli risulti sempre ben fatta e presenti interessanti enigmi ambientali, ciò che manca a Olija è quel pizzico di originalità in più che gli avrebbe permesso di avere una maggiore varietà di situazioni. Le meccaniche di gioco si fondano fin troppo sulle potenzialità dell’arpione e, proseguendo nell’avventura, si comincia a sentire un po’ di ripetitività. Nonostante più avanti nel titolo venga introdotta un’ulteriore meccanica interessante, essa viene comunque sfruttata molto poco rispetto alle sue possibilità. Ne viene fuori un’esperienza che, per quanto molto godibile per tutta la sua durata, lascia un leggero senso d’amaro in bocca. Questo a causa di un gameplay tanto divertente quanto “statico”, che purtroppo non riesce a stupire e sorprendere il giocatore attraverso novità progressive. Olija è dunque un indie sicuramente interessante e da tenere d’occhio, soprattutto per la sua atmosfera e la visibile cura che gli sviluppatori hanno risposto nella loro creazione. Con tutti i suoi pregi e la sua interessante meccanica principale, se avesse osato maggiormente nello sviluppo del gameplay sarebbe potuto diventare una perla da non lasciarsi scappare.