I tie-in a tema manga/anime hanno sempre un problema: per focalizzarsi sul tema caratteristico dell’opera, viene dimenticato completamente il concetto che un videogioco, per funzionare, deve avere gameplay di qualità (di solito). L’altra cosa che viene sempre dimenticata invece riguarda il media: una cosa che funziona in tv, non è detto che funzioni in un videogioco, un libro o un fumetto. One Punch Man: A Hero Nobody Knows arriva oggi sugli scaffali dei negozi, e porta con sé tutta la particolarità vista nel fumetto e nell’anime. Basterà?
Un Picchiaduro-RPG in primis
Partiamo dalle basi: One Punch Man: A Hero Nobody Knows non è un picchiaduro classico, bensì si ispira a operazioni come Dragon Ball: Xenoverse, puntando principalmente sulla storia e sulla meccanica RPG. Nel gioco infatti creeremo il nostro eroe personalizzato, accendendo ad un editor semplice ma efficace. Se infatti gli oggetti per personalizzare il vostro avatar dovrete comprarli, in realtà già il poter spostare ogni piccolo gadget in qualsiasi parte del corpo, cambiando forma, colore e dettagli, rende divertente produrre strampalati eroi alla stregua di quelli visti nel manga/anime. Una volta creato il personaggio, parte l’avventura dedicata alla vostra scalata: la storia raccontata è una variazione della classica vista nella prima stagione, con la differenza che il nostro eroe si troverà in mezzo a tutto, insieme a Saitama e Genos.
Partendo dal fatto che conosciate l’opera maestra, il mondo di One Punch Man si basa su un sistema di eroi e classificazioni, e per questo ovviamente il vostro personaggio non vivrà solo la storia del protagonista, ma avrà anche le sue missioni “secondarie”. Purtroppo queste si riducono a combattimenti su combattimenti: ci starebbe pure, se il sistema di combattimento fosse ben fatto, ma purtroppo alcune falle minano gravemente la dinamica. Nemmeno il sistema di potenziamento del vostro eroe riesce a risollevare la situazione: sebbene potrete scegliere come assegnare i punti, cambiare stile di combattimento e mosse del vostro eroe in modo facile e intuitivo, alla fine ogni combo sarà abbastanza simile alle altre (nonostante gli stili differiscano comunque molto tra di loro).
One Punch Man
Durante i combattimenti il gioco vi porrà un sistema grezzo: attacchi leggeri e pesanti, poche combo, qualche attacco speciale e una fastidiosissima tempistica di rialzo (una volta atterrati) saranno i vostri unici compagni. Ogni combattimento vi porterà, quindi, a sfruttare quei pochi attacchi in un rincorrersi di combo senza logica. Ovviamente ci può stare tutto questo, One Punch Man: A Hero Nobody Knows non punta ad un sistema di picchiaduro competitivo, ma la parte divertente che il titolo dovrebbe sfoggiare è completamente smorzata dalla noia dovuta alla ripetitività, mista al tedio creato da quelle disattenzioni di tempistiche, dinamiche e mosse.
Anche se i vari scontri saranno poco divertenti, esiste nel gioco una dinamica creata appositamente per Saitama, che nella storia del vostro personaggio viene utilizzata altre volte. Di base, alcuni combattenti in aiuto (per un massimo di 2) potranno raggiungervi a combattimento iniziato, comparendo con un timer sotto la vostra barra della vita. Nel caso di Saitama la cosa funziona bene, perché una volta arrivato, con un solo pugno, chiude l’incontro. Gli altri, con tempistiche diverse, creano nuove dinamiche al gioco che riescono a far dimenticare per un po’ la povertà del gameplay picchiaduro.
Purtroppo però, se le prime volte tutto questo può sembrare divertente, in realtà alla lunga stanca ugualmente: più volte il tutto si ridurrà ad un incontro in cui Saitama sconfigge l’avversario nei primi secondi, e se questo potrebbe essere un inside joke, perde facilmente appeal. Fortunatamente a cambiare tutto questo – specialmente nei combattimenti non legati alla modalità single player – ci pensano gli eventi dinamici: cadute di meteoriti, arrivo di un mostro gigante o varie ed eventuali possono comparire (segnalate da un avviso stile telegiornale in basso) cambiando un po’ il sapore dello scontro… ma solo per qualche secondo.
Come detto, il gioco spinge molto sulla modalità single player, ma non abbandona il multiplayer locale (divertente per i fan) e online (che si posa su modalità diverse e un po’ grezze): potrete scontarvi quindi con altri giocatori, sfruttando o il sistema 3vs3, oppure utilizzando i due personaggi extra come semplici supporti. Disponibile infine una modalità “avatar” dove far scontrare il vostro personaggio con altri avatar di altri giocatori.
La fanbase
Purtroppo, come spesso capita, questo genere di giochi nasce per la fanbase: quello che però viene dimenticato di frequente è che i fan, prima di diventare tali, si innamorano dell’opera del caso per un certo tipo di motivi. Non riuscire a replicare questi motivi sul tie-in porta ad un disinnamoramento e allo smorzarsi dell’appagamento dell’utilizzare in un videogioco quei personaggi amati su carta o in tv. Non solo, la cosa diventa ulteriormente grave, poiché il cuore di un fan ferito spesso sanguina più di quello di un semplice amatore del genere. Per questo One Punch Man: A Hero Nobody Knows è una sorta di prototipo: la creazione del personaggio capace di dare al giocatore la massima libertà e lo stile giusto per creare dei supereroi strani come Spatent Rider o Tank Top Tiger, è sicuramente la carta giusta da giocare.
Abbiamo sperimentato più possibilità sul nostro eroe, e ogni volta era fantastico scoprire come fosse facile editare quel personaggio per renderlo alla pari degli altri. Purtroppo però, un gioco che esce a prezzo pieno non può essere acquistato solo per l’editor. E qui entra in gioco il vero problema: andare in giro per la città a completare missioni uguali una all’altra, talvolta con dei problemi di doppiaggio (in inglese) e qualche momento che sembra essere uscito dalla produzione incompleto, rende poco interessante l’avanzare della storia, sempre uguale, conosciuta, e soprattutto costellata di momenti in cui vi ritroverete a camminare per minuti e minuti in questa città.