Definizioni come “giornate grigie” o “i colori della vita” non sono dei semplici modi di dire campati in aria: nell’immaginario collettivo, se il grigio e la mancanza di colore è spesso accostata a mancanza di vita, i colori sono simboli per qualsivoglia sentimento. Certo, tra questi compaiono anche sensazioni non troppo piacevoli come tristezza e malinconia, eppure tutto lo spettro dei sentimenti è ciò che di più ci raffigura come esseri umani.
Concrete Genie è proprio questo: una storia di esseri umani alle prese con colori e disegni, pronti a sconfiggere il grigiore dell’oscurità. Il gioco di PixelOpus, già visti con Entwined, si fa quindi carico di importanti concetti raffigurandoli in questa avventura adatta ad ogni tipo di età, sia in termini di gameplay che di contenuti: basterà questo a rendere Concrete Genie il giusto spunto di colore in mezzo all’oscurità dei soliti giochi?
Problematiche Sociali
In Concrete Genie vestiremo i panni di Ash, un giovane ragazzo che, dopo aver vissuto giorni felici insieme ai suoi genitori nella città di Denska, ora si trova a disegnare delle piazze completamente avvolte dall’oscurità e dal grigiore. A creare ulteriore tedio infine ci sono dei bulli, che girando all’interno delle varie location, cercano sempre di infastidire il povero Ash, ormai estraniato dai suoi coetanei. Proprio per questo finirà però a scoprire, all’interno del faro di Denska, uno strano pennello che gli permetterà di creare dei disegni magici sulle varie mura della città, così da riportarla allo splendore di una volta: ad aiutarlo ci saranno questi Geni, delle creature impresse nel cemento delle mura che il giocatore potrà creare sfruttando dei template predefiniti e assemblabili.
Il gioco si dipana così, in circa 6 ore, alla ricerca di una soluzione per cacciare definitivamente l’oscurità da Denska: per fare ciò Ash dovrà recuperare i suoi disegni (strappati dai bulli) e creare questi Geni pronti ad aiutarlo durante la traversata.
I (due) colori della vita
Nel gioco avremo quindi a che fare principalmente con delle scene pronte a raccontarvi la storia del titolo e con delle sessioni di platforming basico e di puzzle resolving dove dovrete sfruttare i poteri di questi Geni: essi saranno infatti di tre tipologie, e ognuno potrà permettervi di incendiare, elettrificare o soffiare ciò che vi serve, così da poter avanzare. Oltre a questo, Ash avrà anche il compito di riaccendere tutte le luci della città (dipingendo vicino al muro dove sono le lampadine): nel caso in cui l’oscurità però fosse troppo diffusa, dovrete ricorrere alla Super Pittura, sbloccabile accontentando i vari Geni con i disegni (che vi richiederanno tramite baloon).
Tutta la parte creativa si sviluppa attraverso dei template assemblabili, che potrete pitturare sui vari muri sfruttando il giroscopio del Dual Shock 4 (come non succedeva da tempo). Purtroppo questo genere di enigmi – forse volutamente per allettare una fascia d’utenza maggiore – rimane sempre facile da risolvere (poiché sfrutta un sistema binario di risoluzione), diventando alla lunga noioso. Completando i vari distretti potrete creare quelli che Ash definisce Capolavori, delle vere “opera magna” che andranno a chiudere il cerchio e a rendervi possibile la traversata verso quello successivo. Qualche trovata di level design rimane geniale e divertente, ma per la maggior parte non dovrete scervellarvi più di tanto per proseguire.
Ad incalzare più avanti nel gioco infine ci pensa un combat system basilare: non andremo a spoilerarvi come, dove o perché, ma vi basterà sapere che attraverso dei comandi molto classici vi troverete a trottare nelle varie zone pronti a sconfiggere il nemico. L’unione di questi due elementi riporta subito alla mente un grande classico del genere, Jet Set Radio: preso come ispirazione, Concrete Genie ricorda molto quel titolo, specialmente nel modo in cui vi lascerà proseguire alla ricerca del giusto disegno. Se siete amanti del completismo, non mancheranno delle modalità aggiuntive come Disegno Libero o VR, capaci di aggiungere pepe al titolo senza però stravolgerne la storia.
I colori dei sentimenti
Sebbene il gameplay mescoli un po’ di dinamiche già conosciute, se c’è una certezza in Concrete Genie è che racconta una storia umana, fatta di sentimenti e di coraggio. Dallo stesso Ash, ai bulli, passando anche per i vari disegni, ogni essere in questo gioco sprizza da ogni poro sentimenti e un passato che, nel bene o nel male, racconta uno spaccato di vita vera: la scelta di non far picchiare i bulli o di evitare quel tipo di violenza rende inoltre il gioco di Pixel Opus un grande stendardo verso quei valori che non vanno dimenticati. Proprio per questo il gioco è adatto ad ogni tipo di pubblico: può far divertire con il suo gameplay fuori dalla norma e al contempo raccontare una novella con una morale.
A questi colori si aggiungono quelli del comparto grafico: utilizzando uno stile grafico a metà tra il disegno e il 3D, Concrete Genie ha uno stile tutto suo, molto colorato quando serve e buio quando deve. L’effetto che danno i vari disegni sulle mura della città sono accesi e molto luminosi, qualcosa di davvero unico nel suo genere. Si aggiunge infine un comparto audio curato, con un doppiaggio italiano di tutto punto. Ad abbassare purtroppo il valore del gioco ci sono però due cose molto importanti: in primis le conseguenze di una trama simile. Se si vuole raccontare qualcosa di basilare alla maggiore fetta di pubblico, si deve optare per un metodo facile da comprendere, e per questo purtroppo esente da veri e proprio spunti creativi in termini di intreccio interessanti. In secundis, la scelta tra i vari disegni non regge il confronto con sistemi già visti come in Graffiti Kingdom: purtroppo i Geni non sono tanti, e le idee finiscono dopo averne creati meno di una decina.