L’arte videoludica nipponica è praticamente un must fin dalla nascita del nostro medium preferito, e senza dubbio il Giappone è proprio il paese che più di ogni altro ha arricchito questo mondo con personalità di spicco e creatori degni della hall of fame. Ciò che contraddistingue molti di loro è uno spirito autoriale spesso inconfondibile, che rende le loro opere più che riconoscibili, quasi avessero delle firme impresse su ogni pixel. Questo è il caso anche dei due creatori che si sono uniti per questa elegantemente folle avventura: Suda51 e SWERY, sotto la bandiera dello studio fondato da quest’ultimo, White Owls Inc.
Hotel Barcelona ci ha colti di sorpresa con un annuncio scoppiettante, che si è rivelato solamente il preludio di un’avventura apparentemente semplicistica, ma capace poi di tirare fuori molto in tutti i suoi comparti. Andiamo però a scoprire più da vicino questo rocambolesco action 2.5D nella nostra recensione.
Un loop “infernale”
Justine è una giovane marshal federale, che si ritrova a scortare un ben noto risolutore lussuoso hotel al confine tra Pennsylvania e West Virginia. Quello che fino a quasi la fine sembrava un tranquillo viaggio in auto, finisce in pochi attimi per diventare una quasi totale tragedia: il risolutore viene sbalzato via dall’auto con la testa che si fracassa come un cocomero, mentre l’altra accompagnatrice non ha avuto certo una fine più clemente. Questo perché, sulla strada, si sono parate delle losche figure che hanno mandato fuori dalla carreggiato Justine, che era alla guida. Tuttavia, non scopriremo tutto ciò prima di esserci risvegliati all’interno dell’Hotel Barcelona.
In questo caso ci renderemo conto che Justine ospita nel suo corpo anche un’altra anima, con la quale può dialogare all’interno della sua psiche. Si tratta di quella di un serial killer chiamato Dr. Carnival, che a causa un contratto stipulato e non meglio precisato, la assisterà nelle sue peripezie. Il primissimo impatto che avremo però, sarà proprio con il gameplay. In questo vedremo Justine tirar fuori capacità che vanno ben oltre le possibilità umane, e che si discostano molto dalla sua personalità. Affacciandoci a questo nostro primo tentativo contro i fantocci assetati di sangue di turno, probabilmente – quasi in stile soulslike o roguelike – falliremo, per svegliarci appunto nell’hotel comunque vada.
Parlando col Dr. Carnival, ci rendiamo conto che lo scopo finale sarà quello di porre fine al regno di terrore, nonché alla vita, di una malvagia strega, che a quanto pare è proprio in questo albergo. C’è da precisare anche un’altra cosa, tuttavia: a quanto pare l’hotel non è solo quello che sembra, e nelle zone ad esso collegate si ergono le tane delle anime di altrettanti serial killer, intrappolate anch’esse in questo loop infernale.

Perché lo chiamiamo loop? Perché li dovremo affrontare più e più volte, farmando e potenziandoci, non solo scoprendo tutta la storia che si cela dietro di loro, ma anche scoprendo qualcosa di più su noi stessi. Dopotutto, che vinciamo o perdiamo, il giorno ripartirà sempre dallo stesso momento. Ricorderemo tutto, e in un certo senso anche gli altri si ricorderanno di noi, quindi da quel punto di vista non c’è da preoccuparsi.
Sangue e follia
Come anticipato, il gameplay è in 2.5D, con una modalità di combattimento che combina del sano slasher, con azione intensa ed elementi horror parodistici, con una struttura a stanze simil roguelike. Il “simil” nasce dal fatto che le stanze e le mappe saranno sempre le stesse, ma i nemici presenti e le condizioni di gioco cambieranno a seconda di alcuni modificatori casuali che il gioco sceglie all’inizio del livello, che sia l’orario, il meteo, e le nostre condizioni (addirittura potremo giocare mentre siamo in formato gigante!). La mappa delle zone sarà rappresentata in piccolo, in alto a destra dello schermo, e per accedervi dovremo entrare da alcune porte sparse per la zona. Scegliere in quale entrare sarà molto importante, sia per l’esplorazione, sia per una meccanica peculiare di Hotel Barcelona di cui parleremo tra poco. A ogni porta, riceveremo un piccolo regalo, che sia un boost dell’attacco, della velocità, del riempimento della barra Awakening, curare la vita, una chiave per una cassa, o altro ancora. La scelta può dare anche un piccolo incentivo strategico, quindi non è consigliato entrare allo sbaraglio nella prima che capita.
Per farci strada con le maniere forti combineremo attacchi melee, con le varie tipologie di armi che abbiamo a disposizione (a parte i coltelli, le altre dovremo sbloccarle dallo skill tree e poi comprarle), e attacchi a distanza. I secondi saranno sì più sicuri, e in alcuni casi devastanti, ma solo il corpo a corpo ci bagnerà di sangue abbastanza per riempire la barra del Carnival Awakening. Quando questa sarà al massimo, potremo far sfogare il nostro compagno di viaggio e causare ingenti danni ai nemici o al boss di turno. Nel caso di morte durante il livello, potremo scegliere tra diverse opzioni:
- Ricominciare da capo lo stage perdendo gran parte – o tutto – il bottino accumulato (denti, ossa o orecchie, che sono alcune delle valute di gioco che serviranno per potenziarci dallo skill tree e non solo);
- Tornare all’hotel.
In entrambi i casi potremo spendere ciò che abbiamo guadagnato per potenziarci, se abbiamo abbastanza risorse. Discorso diverso però se siamo nell’arena del boss, dove possiamo spendere dei “Retry Ticket” per affrontare di nuovo il combattimento.

“Justine League”
Poco fa vi abbiamo parlato di una meccanica peculiare di Hotel Barcelona, e questa ci verrà in aiuto proprio in caso di morte: quando infatti non riusciremo a completare un livello e riproveremo, ad accompagnarci ci sarà anche un fantasma del nostri tentativi precedenti in quel determinato stage. Questi non saranno solamente delle proiezioni visive, ma faranno anche male… e parecchio! Il gioco ha registrato ogni nostro singolo movimento, e il fantasma li ripercorrerà tutti alla perfezione, compresi attacchi e attacchi a distanza, ma soprattutto anche quando ci scateneremo con la Carnival Awakening. Questo significa che se giocheremo bene, potremo distruggere i nemici giocando in tandem col nostro fantasma, e magari disintegrare i boss con una potenza inaudita.
Tuttavia, se vogliamo sfruttarli al massimo, dobbiamo ripercorrere i nostri passi e scegliere le stesse porte che abbiamo scelto nel tentativo precedente. Con lo skill tree potremo addirittura aggiungere fantasmi al nostro numero massimo contemporaneo, così da trovarci in alcuni casi con una vera e propria “Justine League” (scusate, dovevo dirlo ndr) a scorrazzare per gli stage e seminare il panico.
Non solo botte in 2D
La cosa che più ci ha sorpresi, giocando, sono stati dei veri e propri cambi di marcia, inaspettati e allo stesso tempo graditi, che non solo hanno dato un po’ di varietà alla partita, ma soprattutto non si sono rivelati vani al fine del gioco. In primis ci sono delle stanze speciali all’interno degli stage, alcuni dove “scommettere” e tentare la sorte potenziando degli armamenti, e alcune che ci faranno iniziare una sfida bonus. Inoltre, saremo anche incentivati a fare qualcosa in particolare quando, randomicamente, il simpatico clown in basso a sinistra ci sfiderà (ad esempio fare 5 kill di fila con armi a distanza): in questo caso saremo ben ricompensati, quindi non è mai troppo saggio ignorarlo.

Anche l’hotel nasconde qualche piccola sorpresa, come un flipper o più avanti dei piccoli video da vedere, e un videogioco. Che siano solo accessori, o magari nascondano qualcosa di ben più terrificante? Sappiate solo, che superando queste sfide, potreste trovarvi di punto in bianco in qualche altro posto, magari combattendo contro qualcuno di ancora più terrificante… Insomma, quelle che sembrano piccole attività collaterali riempitive, saranno invece parte integrante della storia e del gioco principale, e che vi consigliamo di non lasciare da parte.
I Boss, l’anima di Hotel Barcelona
Il carisma incredibile dei due autori principali del gioco sta però in tre elementi fondamentali: il primo è chiaramente il citazionismo a tutti i sottogeneri del cinema horror, al quale sia le boss fight sia le ambientazioni sono ispirate (anche con chiari e inconfondibili omaggi); il secondo sono i giochi di parole e l’autorialità di ogni elemento presente nel titolo; e il terzo sono tutti i personaggi presenti, in particolar modo i boss.
Come spesso accade nei giochi di SWERY, ma in particolare in questo caso specifico più di Suda51, tutto accade per un motivo, e soprattutto tutte le situazioni hanno il proprio rovescio della medaglia. Tutti i personaggi presenti hanno qualcosa da raccontare, anche quelli che sembravano banalmente svolgere il compito di vendor nudo e crudo: hanno una storia, una motivazione per cui si trovano nell’hotel, e uno scopo. La profondità vera e propria però tocca il suo culmine con i boss.
Ognuno di essi, come già detto, richiama un certo stile del cinema horror (tanto che gli stage a loro dedicati sono rappresentati da delle locandine). Questi boss sono i serial killer di cui parlavamo in apertura, ma non ci limiteremo solo a raggiungerli e a farci valere: con qualche deja-vu di No More Heroes, durante i dialoghi tra Carnival e Justine, verremo a conoscenza della storia di questi individui, e di quali sono state le vicende che li hanno portati a diventare degli assassini seriali. Ciò chiaramente non vuole portare a giustificarli, ma a cogliere ogni singola sfumatura della natura umana, offrendo dei punti di vista che mostrano “il grigio” proprio in mezzo al bianco e al nero. Effettivamente in molti casi ci troveremo ad empatizzare con loro, magari pensando che avessero tutte le ragioni per esprimere la loro rabbia (ma non condividendone i metodi, ovviamente). Ogni racconto sui boss diventa quindi anche una critica sociale, anche un pizzico più evidente e meno implicita del solito.

La mano degli autori
Avvicinandoci alle battute finali, vi diciamo che per fortuna l’autorialità delle due peculiari menti dietro ad Hotel Barcelona si sente forte, ma mai cos’ tanto da sacrificare il gameplay in favore di stranezze o estetica: le meccaniche funzionano, e per quanto la psichedelia vada a braccetto con la follia, sembrano sempre congrue. Il gioco trae forza ed energia dalla pop culture, senza mai però cadere in banali cliché, cosa non affatto scontata. Questo perché l’effetto “già visto”, con argomenti e temi simili, era un rischio abbastanza grande, ma per fortuna scongiurato.
Questo stile si traduce quindi nella grafica di Hotel Barcelona, che per quanto riguarda “l’off-game”, tra video e quant’altro, si comporta in modo egregio. Video che richiamano i vecchi TV a tubo catodico in alcuni casi, in altri che sono disegni animati che sembrano usciti da Paura e Delirio a Las Vegas, e dei disegni che hanno la spiccata eccentricità mista al grottesco che ci si sarebbe aspettati. L’atmosfera che si crea, soprattutto quando le situazioni sono calde e concitate, è puro caos di colori, con situazioni che ci hanno ricordato (anche se in questo caso con un ritmo molto più alto) il caro vecchio Deadly Premonition.
Un po’ meno bene, qualitativamente parlando, ci siamo trovati con la grafica dei livelli, con texture che a conti fatti ci sembrano di un paio di generazioni indietro. Certo, stiamo parlando di un team a conti fatti indipendente, quindi non ci si aspettava nulla di fotorealistico, ma la sensazione è che qualcosina in più sarebbe stata possibile. Anche i video animati a volte mostrano il fianco, alcuni dei quali mostrano disegni al limite dell’amatorialità; fa storcere un pochino il naso, ma non lo riteniamo un fattore così determinante da “togliere” qualcosa all’esperienza.

La rivincita dei Gufi Bianchi
Dalla nascita dello studio si SWERY, White Owls Inc., il team non ci ha fatto dono purtroppo di titoli memorabili, e dopo il mezzo fallimento di The Good Life la strada imboccata sembrava effettivamente un po’ buia. Questa nuova collaborazione però ha tirato fuori qualcosa che difficilmente dimenticheremo, consci dei pregi e dei difetti dell’opera.
Parliamo di un gioco che può essere “rushato” e terminato in scioltezza – si fa per dire, perché la curva di apprendimento è abbastanza ripida se si gioca subito a livello “normale” – in meno di 10 ore, ma che richiederà molto tempo in più se si vuole completare tutto: tra lo skill tree, i boss segreti, esplorare tutte le stanze, ottenere gli achievements e invadere altri giocatori in multiplayer, di tempo da spendere nell’hotel ce ne sarà parecchio, quasi a non voler più fare check-out.
Non dimentichiamo poi due fattori importanti: Hotel Baarcelona sarò disponibile a un prezzo budget, che ne va sia a giustificare la durata, sia a incentivarci a spremerlo per bene, soprattutto perché come tutti i titoli try and error che si rispettino, ci offre anche il New Game+ dopo la fine della storia, portandoci dietro tutti i potenziamenti e le armi, ma innalzando ancora una volta la difficoltà generale. Siete pronti a iniziare il vostro soggiorno?