Nuova missione (o forse è sempre la stessa) per l’MCU: tornare alla ribalta e risolvere gli oggettivi problemi che infestano i propri prodotti. Con I Fantastici Quattro: Gli Inizi la missione sembra aver avuto successo: per quanto il livello di potenza dei “nemici ” sia stato del tutto posto in secondo piano, il film funziona bene che sia la prima volta che incontrate la squadra, o l’ennesima. Possiamo dire che si tratta di una “origin story” senza di fatto esserlo, perché viene sfruttato uno stratagemma ben congeniato che, ovviamente, non vi riveleremo in questa recensione.
Quattro per uno!
Ne I Fantastici Quattro: Gli Inizi incontreremo la Donna Invisibile, alias Susan Storm, capace di creare barriere invisibili, rendere invisibile se stessa e gli oggetti che tocca a piacimento. Reed Richards un genio capace di allungarsi a “dismisura” (e marito della sopracitata Donna Invisibile), che veste i panni di Mr. Fantastic. Johnny Storm, la Torcia Umana, fratello della Donna Invisibile e cognato di Mr. Fantastic, il ragazzo può incanalare il fuoco, volare e produrre potenti scariche di energia (infuocata ovviamente). Benjamin Grimm, il miglior amico di Reed e miglior pilota del pianeta, nei panni de La Cosa, un uomo di “roccia” dotato di una forza fisica ben oltre il comune.
Tutti insieme formano la famiglia de I Fantastici Quattro e condividono con il pianeta i loro doni, ottenuti dopo un rocambolesco viaggio nello spazio: nel loro mondo non esistono altri supereroi, e di fatto le minacce che affrontano non sono mai veramente all’altezza delle loro capacità. Tutto cambia quando sulla Terra – 828 arriva una donna d’argento, a bordo di una tavola da surf: la donna si preannuncia come l’Araldo di un’entità cosmica di nome Galactus, il quale richiede un tributo di energia per saziare la propria fame. Gli abitanti della Terra – 828 hanno pochi giorni per salutare i propri cari prima che l’avvento di Galactus si compia. È in questo contesto che la super-famiglia dei nostri eroi deve muoversi e fronteggiare un nemico ben al di sopra della loro portata: sebbene abbiano il supporto dell’intero pianeta, il gruppo si rende conto presto che la minaccia è più reale che mai, e non hanno molto tempo per risolverla.
A livello di trama il film si colloca come un classico fumetto iniziale (e poco più) dei Fantastici Quattro: come preannunciato, il “nemico” non è esattamente lo stesso dei fumetti, altrimenti i nostri eroi non avrebbero avuto vita facile nemmeno nei primi “quattro secondi” ma è giusto così, di fatto la pellicola mette in secondo piano i livelli di potere, concentrandosi sulla relazione tra gli eroi e il globo: scelta azzeccatissima!
Eroi senza maschera
Pedro Pascal nei panni di Reed Richard non stona affatto: l’attore di origini cilene ci regala forse la migliore incarnazione dell’uomo elastico che sia mai apparsa su schermo, proponendo un eroe, un padre e un genio, che a volte permette alla sua genialità di travolgerlo, il che lo rende di fatto più umano che mai, sebbene di “umano” non abbia poi molto ora che può allungarsi quasi a dismisura.
La Torcia Umana non è da meno: Joseph Quinn, dopo averci ispirato in Stranger Things su Netflix nei panni del nerd/rocker Eddie, oggi ci mostra un personaggio nuovo, diverso da tutto quello che è apparso fin ora sullo schermo, perfino in termini di genialità che il suo eroe possiede, ma che non spicca perché accanto a lui ci sono delle menti così grandi da farlo sembrare piccolo, quando di fatto non lo è.
Ebon Moss-Bachrach che compare poco nei panni “umani” ci fa vivere un Ben Grimm (La Cosa) vibrante: non c’è traccia di malinconia nel suo personaggio, è amato e rispettato, si spende per gli altri (cucina divinamente) e fa tanto anche per la sua comunità. Torna spesso nel suo vecchio quartiere, compra gli stessi biscotti che adora e sembra aver accettato la sua condizione, facendo di una sfortuna la sua più grande forza. Indubbiamente Ben rappresenta l’ottimismo nel film, una forza ben più preponderante di quella sconfinata del suo personaggio. Il che è tutto dire.
Non lo neghiamo: abbiamo tenuto il meglio alla fine. La regina indiscussa di questa pellicola è la Donna Invisibile, una straordinaria Vanessa Kirby, capace di farci emozionare come mai prima d’ora. L’attrice è capace di far trasparire lo spettro emozionale dagli occhi in una maniera perfetta e innata: in una sequenza passa dall’amore per il marito, alla commozione, alla paura e infine al coraggio incrollabile nello spazio di quattro secondi, e sono emozioni fortissime che ti colpiscono al petto senza lasciarti modo di reagire, “come un’energia invisibile” che ti fa una carezza sul cuore e ti fa credere che davvero lei sia Susan Storm, con tutto quello che questo comporta. Non basterebbe una recensione di mille parole per descrivere quello che ci ha regalato Vanessa Kirby, possiamo solo dirvi che la sua performance vale il prezzo del biglietto.

Di nuovo in gioco
I Fantastici Quattro: Gli Inizi è esattamente quello che serviva nell’MCU: per la prima volta dalla fine di Avengers: Endgame ci si sente di nuovo “a casa”! Personaggi interessanti, una trama con qualche battuta e con chiari riferimenti presi a piene mani dai fumetti (c’è perfino qualche scena “da copertina” che non sfuggirà ai più appassionati). Tutto è maledettamente coerente e non stona mai, nemmeno La Cosa che poteva essere complessa da gestire, invece risulta perfettamente integrata con lo stile del film.
Il film è una ventata d’aria fresca, potremmo dire un nuovo, vero inizio per l’MCU sebbene questo non fosse esattamente nei piani, ma tant’è. C’è ovviamente da fare qualche considerazione: il film è basato su dei supereroi, e si, c’è spazio per i combattimenti che tanto piacciono al grande pubblico, eppure qui vengono utilizzati come “pause” da un dialogo, momenti di respiro per gli attori, e il pubblico stesso che apprezzerà ancora di più i dialoghi e le implicazioni che il film comporta. La parola d’ordine è coesione, senza dubbio. Excelsior!

