Nintendo Switch 2 Recensione, un’attesa lunga 35 anni

Dopo numerosi e doverosi test, siamo pronti a dirvi quello che pensiamo della nuova console ibrida nipponica: Nintendo Switch 2.

Alessio Fuscà
Di
Alessio Fuscà
Contributor
Sono un game designer di professione ma videogiocatore incallito nel cuore. Tra le mie altre attività, oltre quella da redattore, c'è anche quella di player competitivo...
- Contributor
Recensioni
Lettura da 34 minuti

Ci sarebbero molti modi di parlare di Nintendo Switch 2, la nuova console di casa di Nintendo uscita lo scorso 5 Giugno nei principali mercati mondiali. Siamo sicuri che arrivati a questo punto ne avrete sentite di ogni tipo al riguardo, ma forse la chiave di lettura principale è proprio quella che fino ad ora è sfuggita più di tutte: 35 anni dopo, Nintendo lancia sul mercato una console che può finalmente dirsi completa. Per capire al meglio l’importanza storica di tutto questo, bisogna fare un lungo passo indietro all’ultima volta che, per quanto riguarda le home console, Nintendo propose qualcosa di simile agli utenti e soprattutto alle case di sviluppo.

Nintendo Switch 2 e il parallelismo con il Super Nintendo

Torniamo brevemente indietro nel tempo, per la precisione al 1990. Quello fu l’anno di lancio del Super Nintendo Entertainment System, o Super Famicom in Giappone, ossia il successore del NES/Famicom che rilanciò il gaming casalingo dopo il disastro di Atari e il primo (oltre che ultimo) market crash dell’industria videoludica. Super Nintendo era una console potente, moderna e adatta alle esigenze sia degli appassionati che degli sviluppatori. Sullo SNES arrivarono titoli di ogni tipo creati da praticamente qualsiasi software house dell’epoca, e fu l’ultima volta che una console Nintendo riuscì a offrire una cosa simile. Il motivo? Successivamente, dal Nintendo 64 in poi, le console Nintendo hanno sempre presentato qualche tipo di limitazione che andò a impedire agli sviluppatori di terze parti, o perlomeno alla maggior parte, di lavorarci sopra come avrebbero voluto.

Nintendo 64 richiedeva alle case di sviluppo costi di produzione folli, per colpa delle costosissime workstation targate Silicon Graphics, e soprattutto rimaneva ancorato a cartucce da 64 MB di capienza massima, là dove i CD Rom supportati da PlayStation, per esempio, contenevano circa 10 volte tanto quel quantitativo di memoria. il Game Cube leggeva finalmente dei dischi, vero, ma erano mini dvd dalla capienza massima di 1.5 GB circa (mentre i dischi di PS2 arrivavano a circa 5). In entrambi casi si trattava di console più potenti delle rispettive PlayStation rivali, ma queste scelte in sede ingegneristica furono appunto un limite, che disincentivò gli sviluppatori di terze parti a lavorare così tanto in sede di ottimizzazione, per console che vendettero anche molto meno di PS1 e PS2. Meno giochi uscivano meno vendevano le console, meno vendevano le console meno gli sviluppatori erano incentivati a farli uscire e così via, un cane che si mordeva la coda praticamente. Wii, Wii U e Switch, pur se ognuna con successi commerciali diversi (o insuccesso, nel caso di Wii U) avevano invece il problema di essere molto meno potenti della concorrenza, quindi il grosso delle produzioni di terze parti non vedette mai la luce su quelle console.

Tranquilli non avete aperto per errore un articolo che racconta la storia di Nintendo, è pur sempre una recensione, ma questa introduzione era cruciale perché nessuno in questa sede pretende che si debba sapere a menadito la storia dei videogiochi. Una storia però importante per contestualizzare perché, secondo noi, Nintendo Switch 2 non sia semplicemente la nuova console Nintendo pensata verticalmente per le loro esclusive e basta, perché per la prima volta dopo 35 anni non è solo questo. Non è solo una console per gli appassionati di Mario, Zelda, Kirby o Pokémon. Si tratta di una console ottima sia per quell’utenza che per quella meno “Nintendara”, perché questa console sarà nei prossimi anni un porto sicuro anche per produzioni di terze parti di spicco, grazie a una potenza e delle caratteristiche hardware nettamente superiori a Switch 1. E già che abbiamo introdotto l’argomento, entriamo nel cuore della recensione!

L’Hardware di Nintendo Switch 2

Per tutto il periodo precedente al lancio siamo stati sommersi di dati: schermo integrato Full HD fino a 120 fps, LCD ma qualitativamente molto più vicino agli Oled che all’LCD della prima Switch; supporto per TV fino al 4k; HDR; Possibilità di usare entrambi i Joy Con come dei mouse e chi più ne ha più ne metta. Ma se siete qui non è per sapere le specifiche e i numeri, quelli li sappiamo da due mesi. Voi volete sapere, giustamente, come nel pratico e nel quotidiano renda questa console, ed è, concedeteci il tecnicismo, semplicemente spaventosa! Ha dei difetti qua e là e ci arriveremo tra non molto, ma ha anche uno smisurato quantitativo di lati positivi sia in senso stretto e sia, ovviamente, in termini di miglioramento rispetto alla console precedente.

Partiamo dal monitor integrato. Nell’uso quotidiano parliamo di un pannello veramente ottimo sotto molti punti di vista. Il non essere Oled non aiuta nel contrasto dei neri, che inevitabilmente tenderanno sempre un po’ al grigio, ma come accennato siamo 10 spanne sopra il monitor della prima Switch base. Oltre ad essere HDR, quindi con un contrasto dei colori molto migliore rispetto a prima, è anche e soprattutto IPS e quindi stanca molto di meno gli occhi nelle sessioni di gioco prolungate. Occhi che ringraziano anche per le dimensioni del nuovo monitor, ora di 7,9 pollici contro i circa 6 della prima Switch. Praticamente è quasi come uno dei primissimi iPad, ma rimane leggero e la console in generale risulta comoda da tenere in mano mentre si gioca. Al solito, chi ha dita particolarmente grandi non è agevolatissimo, ma anche le dimensioni dei Joy Con sono aumentate e, quindi, quegli utenti si troveranno sicuramente meglio con la 2 che con la 1.

Il monitor LCD poi è una scelta resa necessaria dal VRR. Che cos’è? Acronimo di Variable Refresh Rate (Frequenza di Aggiornamento Variabile), permette di sincronizzare il frame rate con la frequenza di aggiornamento (refresh rate) del display. Avete presente quando un gioco tira il classico “laggatone” e vedete uno scatto evidente a schermo? Ecco, il VRR previene questo problema, migliorando la fluidità e la reattività dell’esperienza visiva. Non tutti gli Oled supportano correttamente il VRR e potrebbero dare problemi, a meno che non si tratti di Oled molto costosi che avrebbero, inevitabilmente, fatto lievitare e non di poco il costo finale della console. Nintendo Switch 2 monta quindi un LCD, pur se ripeto di qualità altissima, proprio per poter usufruire al meglio del VRR senza costare un occhio della testa. E contando quante lamentele, di relativa comprensibilità, sono state avanzate per il prezzo di ora, immaginate se fosse costata per esempio 629,99. Non si può avere tutto, certi componenti costano e la priorità era vendere la console a un prezzo più accessibile, per poi chissà in futuro arrivare alla versione Oled compatibile con VRR quando i prezzi lo permetteranno. Piccola menzione positiva per il supporto da tavolo integrato. Sembrava un downgrade rispetto a quello della Oled, risultando a occhio molto meno stabile, ma in realtà è perfetto per quello che deve fare e anzi è molto meglio di quello della Oled. Così come la solidità dei Joy Con quando vengono attaccati alla console, assolutamente sicura e senza alcun rischio che si possano staccare a caso mentre si gioca.

Questo insieme di scelte, unite alla potenza drasticamente maggiore rispetto a quella di Switch 1, trasforma il gaming portatile di casa Nintendo in un qualcosa molto più riconducibile alle Rog Ally (e in un’esperienza nettamente migliore rispetto a quella offerta da Steam Deck). La batteria è molte spanne sopra le due portatili appena citate, anche grazie a un consumo energetico molto più ridotto che garantisce dalle 2.5 alle 6 ore di autonomia a seconda dell’utilizzo. Switch 2 permette ovviamente anche di intervenire per ridurre ulteriormente i consumi, dando modo di disattivare i 120 fps in modalità portatile o banalmente di abbassare la luminosità.

Abbiamo solo due contestazioni da fare a livello hardware. La prima sono gli speaker posti unicamente sotto alla console, perché quando si gioca con lo schermo poggiato sul tavolo rendono il suono di scarsa qualità. La seconda, più però contestuale, è il display in Full HD. Ma come, non è un bene che sia 1080p invece che 720? A lungo andare lo sarà, perché i giochi futuri in portatile saranno Full HD, ma per giocare i titoli Switch 1 non è sempre il massimo. Questi titoli, senza nessun tipo di upgrade, girano in 720p quando riconoscono che il sistema è in modalità portatile, quindi per quanto da un lato si vedano molto meglio (per via del monitor più grande e dai colori molto migliorati) dall’altro il 1080p non è un “upscale naturale” del 720p. Lo sarebbe il 1440p, infatti i giochi pensati per i 720p in docked sono paradossalmente più definiti su un monitor 1440p (anche grande) che sul display della console, perché 1440 è esattamente il doppio di 720 numericamente parlando. Stiamo cercando l’ago nel pagliaio? Probabilmente sì, ma anche al netto di questi punti deboli rimane una console fenomenale per quanto riguarda il gaming in sé.

Nintendo Switch 2 setta un nuovo standard, ma il vero vantaggio sono le esclusive

In questi mesi si sono fatti paragoni a dir poco impropri tra Nintendo Switch 2 e le altre macchine a metà tra un PC e una console portatile, come appunto Steam Deck, Rog Ally e così via. Tra l’altro recentemente Xbox ha annunciato una partnership con Asus per la realizzazione di Rog brandizzate Xbox, quindi vanno aggiunte anche quelle nel computo. L’errore più grande è stato però quello di parlare unicamente di hardware, neanche stessimo parlando di device da lavoro. Per quanto Nintendo Switch 2 sia molto potente, al punto da permettere di giocare titoli irraggiungibili per la prima Switch (su tutti Cyberpunk 2077), non si può e non si deve ridurre tutto alla potenza.

Il valore e il successo di una console è anzitutto dettato dai giochi che ci girano sopra, e soprattutto dai titoli in esclusiva che altrimenti non si potrebbero giocare su altre piattaforme (tralasciando la pirateria, che non è una pratica legale). Nintendo ad oggi è l’unica major che ancora tiene blindati nei propri sistemi i titoli in esclusiva prodotti internamente, senza nemmeno valutare eventuali porting per PC o altre console. Se si vogliono giocare legalmente i titoli Nintendo, l’unico modo per farlo è comprarsi una console Nintendo, ed esattamente come nel caso di Nintendo Switch sarà questo il motore trainante delle vendite di Switch 2 a lungo termine.

I primi mesi di vita di questa console saranno immediatamente caratterizzati da diversi titoli in esclusiva in uscita, e non produzioni di poco conto. Il lancio ha avuto Mario Kart World e la remastered di Bravely Default, assieme alle riedizioni di quasi tutti i The Legend of Zelda per Switch (a pagamento Botw e Totk, free upgrade Link’s Awakening e Echoes of Wisdom) e miglioramenti significativi di titoli usciti in precedenza qua e là, su tutti i free upgrade di Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto che hanno a dir poco dato nuova vita ai titoli Pokémon di nona generazione, ora profondamente migliorati graficamente e nella fluidità. Ma non solo, perché ha già visto la luce anche Donkey Kong Bananza, e da ora a ottobre arriveranno anche l’attesissimo Metroid Prime 4 e un blockbuster annunciato come Leggende Pokémon Z-A (con sia Metroid che Pokémon ad avere anche una versione per Switch 1). Senza considerare che, con ogni probabilità, nei prossimi mesi sempre più giochi riceveranno upgrade gratuiti e non. Kirby e La Terra Perduta, per distacco uno dei migliori platform 3D degli ultimi 10 se non 15 anni, ha già in programma un aggiornamento a pagamento che include anche un DLC, e Splatoon 3  che ha già ricevuto un free upgrade dedicato.

Contando anche solo i titoli che non avevano una versione precedente, quindi escludendo gli Zelda per esempio, sono 5 quelli usciti o in uscita a breve sulla console, e sono potenzialmente tutti di alto – se non altissimo – livello. Parlando brevemente di quelli che già abbiamo avuto modo di giocare per questa recensione, Mario Kart World è numerose spanne sopra qualsiasi altro capitolo della serie per contenuti, modalità e qualità complessiva (già altissima nel caso di Mario Kart 8 Deluxe), con una cura nei dettagli maniacale e caratteristiche perfette per un titolo di lancio, dato che sfrutta praticamente tutte le feature della console. La remaster di Bravely Default invece è un modo fantastico di recuperare un classico del panorama 3DS, che ha lasciato un segno sul genere dei JRPG a turni e gettato le basi per titoli recenti come i due Octopath Traveler, che tanto bene hanno fatto su Nintendo Switch e non solo. Comprensibile che ci fossero delle difficoltà non da poco nel recuperarlo, vista la necessità di una console in disuso da quasi 10 anni (il 3DS) e di una copia del gioco originale, ma ora non ci sono più scuse!

Mario Kart World - Nintendo Switch 2

In definitiva, Nintendo non si limita a proporre dei titoli in esclusiva, bensì delle esclusive di qualità mediamente molto alta e che valgono la pena di essere giocate, così come vale la pena comprare una console per giocarle. Non siamo noi a dirlo, storicamente Nintendo ha raramente fallito con le sue esclusive, e per quanto i gusti siano soggettivi e si possano anche non apprezzare per forza certi giochi, onestamente, se visti da un punto di vista meno soggettivo risulta impossibile non riconoscerne il valore. Il fatto che poi Nintendo Switch 2 sia pienamente retrocompatibile con la 1, dando accesso a tutto il ben di Dio uscito in casa Nintendo negli ultimi 8 anni nella propria versione migliore, non può che essere un valore aggiunto. E a tal proposito…

L’esperienza Nintendo Switch 2

Arriviamo alla parte più importante della recensione. Va bene la potenza, va bene avere un parco titoli pregresso e in uscita di alto livello, ma com’è davvero giocare su Nintendo Switch 2? La tanto sbandierata, per anni, Nintendo difference si fa sentire su questa console? Oppure è tutto fin troppo sopravvalutato?

Non posso parlare per tutti i 3.5 milioni di acquirenti di Switch 2 al Day 1 né tantomeno per tutti coloro che la compreranno in questi giorni o successivamente, quindi per questa fase della recensione è necessario che io condivida con voi la mia personale esperienza con la console (condivisa in larghissima parte con il resto di chi, nella nostra redazione, ha già acquistato la sua). Onestamente? La prima cosa che ho fatto una volta averla tirata fuori dalla scatola è stata inserire alla velocità della luce Tears of the Kingdom, scaricare l’aggiornamento della Nintendo Switch 2 Edition dall’eShop e provarlo immediatamente. Prima ancora di Mario Kart World, prima ancora di qualsiasi altra cosa, era quella la mia priorità e so per certo che è stata quella di molti. La sensazione che mi ha trasmesso è stata veramente tanto particolare, la stessa percepita con praticamente tutti i titoli Nintendo o in esclusiva per Switch 2 o con un upgrade apposito per la console, nata nel momento in cui ho giocato ad altissima risoluzione e a 60 fps a questi giochi. La sensazione è quella di veder legalizzata l’emulazione dei giochi Nintendo di cui tanto si è abusato negli ultimi 15 anni circa di storia videoludica.

Immagino che questa definizione vi abbia fatto sorridere tanto quanto fa sorridere me, ma che sia così o meno pensateci un attimo. Chi ha vissuto il gaming sul web da circa il 2010/2011 in poi saprà confermarvi cosa vi sto per dire: ogni volta che usciva un videogioco Nintendo, che fosse su Wii o su DS/3DS, il sentimento popolare della community web era: “bellissimo gioco, tuttavia ecco ragazzi come giocarlo in Full HD e a 60 fps!”, procedendo a snocciolare le informazioni di base su come usare l’emulatore di turno. E quando finalmente Nintendo, con più o meno 6-7 anni di ritardo, si è accorta che l’alta definizione esisteva, si è passati al: “bellissimo gioco, finalmente lo giochiamo in HD o Full HD, però ecco come giocarlo in 4k e a 60 se non 120 fps!”. Non si scappava, Nintendo era perennemente 2 se non 3 passi indietro all’industria videoludica, e questo permetteva a chiunque avesse un PC vagamente all’avanguardia di emulare i suoi titoli, spesso a risoluzioni e frame rate sproporzionatamente più alti.

Nintendo Switch 2 dà quella stessa identica sensazione, solo che stavolta The Legend of Zelda Tears of the Kingdom in 4K ci gira nativamente, così come va nativamente a 60 fps, e tutto questo su un’effettiva console Nintendo. L’altro fattore a fare la differenza è che girando tutto su una vera Switch si mantengono anche tutti i vantaggi dell’hardware originale, come la portabilità e il poter condividere un Joy Con con un amico nei giochi che lo permettono. Giocare a Tears of the Kingdom o Mario Kart World sullo schermo della Switch 2 è un’esperienza stupenda visivamente, e le nuove dimensioni di console e Joy Con rendono anche più comodo il giocare in portabilità. Avere uno stick destro così per i giochi in prima persona continua a non essere il massimo. Ad esempio su Cyberpunk 2077 ho dovuto regolare un attimo la sensibilità della visuale, per trovare dei valori che non facessero schizzare a destra e sinistra il mirino delle armi, però nulla di irrisolvibile smanettando un paio di minuti al massimo. Siamo un po’ tutti rimasti sorpresi positivamente dalla mouse mode. L’abbiamo provata anche usando la gamba destra come “tappetino”, per vedere se quello che diceva Nintendo fosse vero sul poterlo fare tranquillamente, e ci sentiamo di confermarlo. Ovviamente se si può giocare su un tavolo è meglio, ma potendo spostare la visuale orizzontalmente anche inclinando il Joy Con (come la lancetta di un orologio per intenderci) per assurdo anche usare la gamba come tappetino. Funziona abbastanza bene anche se lo si fa sulla pelle e non su un jeans o una tuta, quindi se per esempio siete ragazze e avete addosso degli shorts causa estate, in teoria, non dovreste avere dei problemi.

Ineccepibile anche il Game Share, una delle principali feature del nuovo sistema operativo di Switch 1 e 2, che permette con giochi selezionati di giocare con amici, anche online, condividendo la stessa copia del titolo in questione. Chi è un po’ meno giovane si ricorderà una cosa analoga su Nintendo DS, forse per distacco la feature più bella di quella console dopo il touch screen, e le innumerevoli sessioni su Mario Kart piene di giocatori con Tipo Timido, in quanto ospiti nella cartuccia dell’amico/a. Il fatto che questa feature abbia fatto ritorno è che sia anche cross-platform nei giochi presenti in entrambe le console, personalmente, è un valore aggiunto talmente buono che non si può non sottolineare con grande positività.

I miglioramenti “automatici”

Abbiamo parlato in lungo e in largo degli upgrade per Nintendo Switch 2 dei precedenti titoli Switch, ma non sempre sono fondamentali per notare dei significativi miglioramenti. Partiamo da uno dei titoli che più ha fatto penare i possessori ai tempi: Xenoblade Chronicles 2. Un gran bel videogioco, persino un capolavoro secondo la mia personalissima opinione, ma che soffriva di un problema serio di risoluzione. Praticamente, soprattutto in modalità portatile, la risoluzione calava nettamente quando il frame rate doveva essere mantenuto stabile, sgranando dinamicamente l’immagine. Grazie a Dio questo problema ora non esiste più, il gioco su Nintendo Switch 2 rimane granitico e non fa una piega nemmeno nelle situazioni più concitate. Nella speranza che vengano realizzate da Monolith le Switch 2 Edition di tutti gli Xenoblade, è già un più che ottimo inizio per godersi al meglio questa perla del panorama Switch.

Super Smash Bros Ultimate è un altro dei giochi che hanno beneficiato nettamente di Switch 2, con caricamenti praticamente istantanei e una fluidità massima anche in modalità portatile, a prescindere da quanti personaggi ci siano a schermo. Anche il caricamento a schermo dei costumi alternativi nel menu di selezione è istantaneo, mentre prima richiedeva quei due secondi scarsi prima di essere visualizzato nell’icona.

I caricamenti drasticamente migliorati sono una prerogativa di praticamente ogni singolo titolo compatibile con Nintendo Switch 2, e quei giochi che non avevano un framerate limitato di default a 30 girano automaticamente a 60 fps, come per esempio Bayonetta 3. Il problema, per così dire, è che purtroppo sono veramente tanti i giochi col framerate cappato a 30 su Nintendo Switch perché non è mai esistita una Switch Pro, quindi a differenza di molti titoli PS4 che avevano patch di aggiornamento per la Pro (che o levavano il limite o aggiungevano la performance mode) lo stesso non si può dire dei giochi Switch. Che piano piano si faranno dei piccoli aggiornamenti in futuro anche solo per levare il limite su Switch 2 non è solo plausibile, è anche probabile, ma a onor del vero ad oggi raramente questo limite non è presente. Così come molti giochi giravano a 720p pure in docked, e quindi la loro risoluzione è rimasta quella. Se non avete un monitor specificatamente 2k, vi consigliamo di goderveli principalmente in portabilità o inevitabilmente percepirete delle sgranature.

Per chiudere l’argomento va sottolineata una cosa. Il giocare meglio con performance migliori ai titoli Switch sembra quasi un fattore di scarsa rilevanza, sulla carta, ma se contiamo quanti titoli soffrissero di problemi di prestazioni sulla prima Switch non è affatto una cosa da poco poterli giocare con prestazioni solide, per giunta su un display nettamente migliore nel caso della modalità portatile. Se poi invece parliamo dei titoli che hanno ricevuto un upgrade effettivo, la differenza è spesso abissale e assumono tratti più da esclusive Switch 2 che da porting con miglioramenti. La differenza tra le due Switch è talmente grande che si rispecchia appieno in ogni upgrade dedicato.

Un futuro che sa di passato: il caso terze parti

In apertura di articolo abbiamo visto come siano passati molti anni dall’uscita dell’ultima console Nintendo pienamente supportata dai third party, ossia il Super Nintendo. Per capire quanto sia importante e quanto farà la differenza, ho preparato un paio di dati per voi:

  • Il gioco in esclusiva per Nintendo Switch più venduto è Mario Kart 8 Deluxe, con 69 milioni circa di unità vendute.
  • Su PS4, stando alle stime reperibili in rete, il gioco più venduto dovrebbe essere GTA 5, mentre su PS5 si tratterebbe di EA FC 25 (sempre stando alle stime).

Quello che è emerge, anche da dati più completi e profondi, è che PlayStation, così come Xbox, viene vista più come una console per giocare ai titoli mainstream multipiattaforma, per poi eventualmente godersi qualche bella esclusiva se capita l’occasione. Con Nintendo è sempre successo il contrario: comprarsi la console senza avere almeno un paio delle esclusive non ha mai avuto il minimo senso. Cosa succederebbe però se l’EA FC di turno, ora che è un porting vero e proprio e non una Legacy Edition, avesse tutte le funzioni dell’Ultimate Team? E cosa succederebbe se fosse cross-play così come lo è nella sua versione Series S con Series X e PS5? Cosa succederebbe se EA FC, il vero EA FC e non una versione portatile nerfata, fosse possibile portarselo ovunque o giocarselo in generale senza la TV? Io da ragazzino non avevo la cameretta, così come tanti altri, quindi se volevo giocare a FIFA dovevo farlo quando la TV non era occupata. Quindi quale console vorranno i giovani giocatori dei titoli EA, la PlayStation oppure la Switch 2 se tanto potranno giocarci comunque con gli amichetti a prescindere dalla loro piattaforma? E contando che Switch 2 presenta in retrocompatibilità molti titoli anche adatti per i genitori, come Switch Sports o Just Dance, quale verrà comprata più volentieri per i propri figli se tanto non ne chiederanno un’altra per giocare a FC?

Ho preso in esame l’esempio forse più pesante a livello commerciale, ma parliamo un attimo anche dei titoli più da gamer. Cyberpunk 2077 su Switch 2, soprattutto in performance mode, è veramente incredibile! Responsivo, bello da vedere e stupendo in modalità portatile. Street Fighter 6 (di cui trovate qui la recensione per la versione Switch 2) è un più che ottimo porting. Ovviamente non parliamo delle versioni PS5 e Series X, ci mancherebbe, ma sono validissime e molto simili a quelle Series S ad esempio, oltre che ben superiori a come girerebbero su Steam Deck.

Non sappiamo quando ci saranno i prossimi Nintendo Direct, né di cosa tratteranno nello specifico (parlo di quelli estesi, non di quelli ad hoc per i singoli giochi come il Donkey Kong Bananza Direct). Potrei quindi sbagliarmi, ma aspettiamoci vagonate e vagonate di giochi della scorsa generazione, che per motivi tecnici avevano saltato a piè pari la versione Switch, arrivare su Nintendo Switch 2. I vari Watchdogs, Far Cry, Red Dead Redemption 2, Fallout 4 e Fallout 76, Sekiro, Dark Souls 2 e 3 e tanti altri ancora. Alcuni già sappiamo che arriveranno, come Final Fantasy 7 Remake o Elden Ring, e mi aspetto molti altri di questi pronti ad approdare alla corte di Nintendo per la prima volta. Perché alla fine della fiera, tutto quello che girava su quella generazione e che gira tutt’ora su Xbox Series S, può serenamente girare anche su Nintendo Switch 2. E se GTA 6 è previsto per girare anche su Series S… chi vuol intendere intenda.

Conclusioni

In definitiva Nintendo Switch 2 è la miglior console possibile per giocare le esclusive Nintendo uscite su Switch, oltre che una console abbastanza all’avanguardia da permettere ai giocatori di godersi sia le esclusive che i multipiattaforma in uscita in futuro. Un hardware ottimo con pochissimi punti deboli, e non di certo invalidanti; un panorama software che è, opinabilmente, il migliore sul mercato odierno nel mondo console, e soprattutto una prospettiva futura che proietta Switch 2 come una delle console di riferimento anche e soprattutto per gli sviluppatori, perché se continuasse a macinare questi numeri (3.5 milioni venduti al Day 1 non ha il minimo senso logico) nessuna software house sana di mente avvierebbe un progetto senza tenere in considerazione la versione Switch 2.

Console promossa? Per quel poco che si può oggettivamente valutare ad oggi, ma sarà il tempo a dirci quale sarà il suo vero valore e il suo vero potenziale, senza però dimenticarci la cosa più fondamentale: che piaccia o meno, se vorrete un giorno giocare Bananza o qualsiasi altra esclusiva Switch 2, aspettare la versione PC sarà tempo perso. Ora che l’emulazione sembra davvero un’ipotesi remota anche per il più sfacciato dei pirati del gaming, per giocarle avrete sempre e solo un’unica opzione: comprare la console.

Condividi l'articolo
Contributor
Sono un game designer di professione ma videogiocatore incallito nel cuore. Tra le mie altre attività, oltre quella da redattore, c'è anche quella di player competitivo nel circuito torneistico ufficiale di Pokémon, la cui serie è stata una dei motivi per i quali ho iniziato a videogiocare quasi 20 anni fa.