Solo dopo le cadute più fragorose, ci si rende conto di quanto le cose necessitino di un cambiamento, e l’ambito videoludico non è esente da questa meccanica. Dopo il buon primo periodo della versione vanilla di Destiny 2 e la picchiata qualitativa dei due seguenti DLC, Bungie e Activision sono riusciti a risalire la china, riacquistando molta della fiducia che i giocatori storici avevano perso. La saga di Destiny ci parla di rinascite, della luce che riduce la morte a un semplice scherzo, e mai come oggi possiamo dire che quella di Destiny 2 è stata la più bella, sperata e inaspettata delle rinascite. Gli sviluppatori dell’azienda americana hanno scelto stavolta di ascoltare più da vicino la colossale community del brand, che punta a tornare ai massimi storici per numeri e partecipazione attiva. Destiny 2: I Rinnegati oltre a essere un compromesso, si rivela anche essere una grande scommessa, una prova di forza che osa a tal punto da sradicare alcune delle basi canoniche. La morte di Cayde-6 che fa da motore agli eventi è un forte colpo per la trama e per l’animo dei giocatori che si erano affezionati al carismatico Exo. Ci vorrà ben poco però per rendersi conto che ci troviamo davanti alla punta dell’iceberg. Per ognuno che parte, c’è sempre qualcuno che torna.
La Vendetta, gustata calda
La trama prende vita dopo gli eventi che hanno seguito la Guerra Rossa contro la legione di Ghaul, ovvero quelli narrati nelle due espansioni precedenti riguardanti Osiride e la Mente Bellica. Questa volta il palcoscenico diventa l’Atollo, con la Riva Contorta e in seguito la Città Sognante, che con il loro arrivo portano a ben 8 le macrozone esplorabili. La nostra avventura avrà inizio dopo un’evasione di massa nella Prigione degli Anziani, che noi e il nostro Cayde-6 tenteremo di fermare. Senza anticiparvi le modalità in cui avviene, verremo divisi dal nostro compagno, il quale con un eroico ultimo atto cerca a tutti i costi di sopravvivere all’attacco di numerosissimi fanatici caduti. Purtroppo però il fratello della dispersa regina degli insonni, Uldren Sov, con l’aiuto dei suoi 8 baroni caduti arriverà a infliggere il colpo mortale al nostro compagno. Da qui inizierà la nostra nuova storia, una storia dove il nobile compito di aiutare gli innocenti insonni, viene totalmente oscurato dal motivo principale della campagna del nostro guardiano: la Vendetta. Con l’aiuto di un nuovo alleato in affari (un grosso caduto trafficante, chiamato Il Ragno) e di una vecchia conoscenza, quale Petra Venj – definita l’Ira della regina – inizieremo una vera e propria crociata per vendicare il nostro amico, facendo fuori uno a uno tutti i baroni di Uldren, per poi arrivare al piatto forte. Che ci sia qualcosa di più dietro al suo folle comportamento? Lasciamo a voi la scoperta, perché i colpi di scena sono molti, e non vi deluderanno affatto… neanche dopo aver completato la storia!
Rivoluzione ed Evoluzione
Che le cose sarebbero cambiate ci era stato promesso, eppure era veramente impensabile solo pochi mesi fa assistere a una rivoluzione tanto radicale. Ci troviamo sempre e comunque di fronte allo stesso gioco, chiaramente, ma Destiny 2: I Rinnegati ha portato con sé un bagaglio di contenuti e di esperienza che Bungie sembrava aver nascosto in un cassetto. La completa rigestione degli armamenti, dei trionfi, dei settori perduti e delle attività giornaliere e settimanali, hanno riportato i giocatori ad apprezzarlo come accadde con il predecessore. Anche il ritorno delle partite private, delle taglie (ora con una scadenza giornaliera o settimanale), e di sfide al limite dell’imprecazione blasfema hanno fatto in modo che il gioco sia principalmente una sfida, e non una mera caccia al collezionare armi. Ritroverete il piacere di far crescere il proprio personaggio, impazzirete – forse anche troppo – nel rimediare materiali per infusioni e potenziamenti, ma soprattutto ritroverete quello spirito di caccia che era andato perduto, con il drop rate di armamenti potenti alquanto rimaneggiato. Da encomiare anche il lavoro fatto per snellire molte delle situazioni scomode che si sono create nel primo anno di gioco, come la possibilità di riciclare gli opprimenti shader, il bilanciamento delle missioni eroiche giornaliere (ora selezionabili in base al livello di sfida che vogliamo), ma anche l’aumento delle imprese, delle imprese eroiche, e un livello di sfida generale che coi nuovi nemici (gli Infami) trova un nuovo gradino. In ultimo, ma non per importanza, la grande varietà tattica fornita dalle nuove Super inserite per tutte le sottoclassi di Titani, Cacciatori e Stregoni, che avranno una valenza determinante per le partite in PvP e in PvE.
L’Arena, il Pozzo, e il Desiderio
Le tre grandi attività che, storia a parte, vanno a impolpare la nostra esperienza di gioco, sono la nuova modalità per il crogiolo Azzardo, poi il Pozzo Cieco disponibile nella Città Sognante, e chiaramente il raid Ultimo Desiderio, che si rivela essere il più difficile creato fin ora per il brand di Bungie. Destiny 2: I Rinnegati raddrizza molte delle magagne di cui soffriva il Crogiolo nel primo anno, anche se all’effettivo altre minori e più sparpagliate si sono create, come il bilanciamento non proprio equo di alcune categorie di armi, e il favorire il gioco dalla lunga distanza specialmente se in gruppo. A dare un colpo di spada a tutto arriva però la nuova modalità Azzardo, prima grande novità inserita. Ci interfacceremo con un nuovo personaggio, una vera e propria “new entry” nel mondo di Destiny, che sarà consigliere, arbitro e giudice delle partite: il Ramingo. In questa, PvP e PvE si fondono in un unico grande scontro tra due squadre da 4 giocatori, che avranno il compito di raccogliere, evocare, disturbare e distruggere. La sinergia di squadra sarà determinante per vincere, ma soprattutto in Azzardo ciò che conta è il tempismo. Scegliete bene quando utilizzare le particelle per evocare nemici nell’arena avversaria, ma scegliete bene anche quando invaderla voi stessi. E il Primordiale? Chiaramente, dovete sconfiggerlo per primi, e se non si tratta di gestire il tempo qui…
Arriva poi il Pozzo Cieco, la nuova attività in stile arena nella modalità PvE che per alcuni versi ricorda la Corte di Oryx, che impegnerà i giocatori in sfide sempre più difficili, presentando man mano delle offerte per attivarle. Anche in questo caso, come accadeva per la citata modalità di Destiny, ci troviamo di fronte a dei particolari boss che devono essere sterminati con determinate condizioni, ma purtroppo anche i difetti che ricordavamo per essa, si sono ripresentati. Specialmente se non si è a un livello di luce elevatissimo infatti, sarà sempre necessario intraprendere questa attività in team, ma soprattutto sperando che altri giocatori nella stessa mappa partecipino a essa dandovi man forte per uno scopo comune.
Negli ultimi giorni, in conclusione, è stata attivata la sfida che tutti stavano aspettando: l’incursione Ultimo Desiderio. Per poterla sbloccare è necessario terminare la storia principale e la Città Sognante, dato che questo si effettuerà proprio li. Dopo averlo provato ripetutamente, possiamo dire senza dubbio che ci troviamo di fronte al Raid più difficile che Destiny ci abbia mai proposto, e che per essere completato ha fatto sudare sette camicie anche ai giocatori più forti del momento. La novità non sta solamente nel coinvolgimento e nelle meccaniche, che sono appaganti per tutti, ma per la prima volta ci troviamo di fronte a un Raid che ha un senso ben preciso all’interno della storia. Lì dove Crota veniva distrutto, ma poi diveniva boss del Raid, lì dove la stessa cosa ad esempio accadeva con Oryx o con tutti i boss principali della trama, in Destiny 2: I Rinnegati la connessione tra i due tipi di attività ha molto più senso.