Un grande mistero da risolvere, una serie di sospettati, e solo 5 giorni di tempo: bastano questi tre elementi per descrivere brevemente la storia e la struttura di Mindcop, titolo investigativo sviluppato da Andre Gareis ed edito da Dear Villagers che ci mette nei panni di un investgatore capace di andare… oltre i confini della realtà. L’opera prima di Gareis promette fin dalle prime battute di essere un’esperienza capace di fondere la morbidezza dei personaggi animati con il macabro spettro della morte e della verità nascosta. Un progetto certamente originale che ci apprestiamo ad approfondire in questa nostra recensione, sviluppata sulla base della versione di gioco per Nintendo Switch.
Un caso che scuote la comunità
Come dicevamo in apertura di recensione, Mindcop si presenta a noi senza tergiversare: impersoniamo il “Mindcop” geniale investigatore dotato della capacità di entrare nella mente dei suoi sospettati, sostenuto nelle indagini dall’assistente Linda, misterioso personaggio caratterizzato da una grande altezza e un carattere taciturno.
La nostra storia inizia nell’auto che ci condurrà nella casa della giovane Rebecca, donna che è stata assassinata in maniera assai brutale: il nostro obbiettivo sarà quello di interrogare i sospettati, ossia gli abitanti della piccola comunità di Merrylin Crater Camp, entro 5 giorni dalla scoperta del delitto.
Mindcop, al di là delle apparenze, non è esclusivamente un titolo narrativo, ma vogliamo adesso concentrarci proprio sulla struttura della narrazione, che comunque rimane fulcro del progetto. Mindcop presenta un’ampia varietà di personaggi, ben caratterizzati nell’aspetto e nei comportamenti: il lavoro dietro alla psicologia dei sospettati risulta certamente interessante e aiuta la trama a progredire in maniera coinvolgente.
L’atmosfera dark, ove la violenza è davvero dietro l’angolo, si mischia all’effetto cartoon dei personaggi, degli ambienti, e alla particolarità di alcune situazioni, che risultano a metà tra il fantascientifico e il comico. Il risultato, di fatto, è un’esperienza onirica, ma mai rassicurante: ci sembra di camminare all’interno di un audace incubo tra bianco e nero della realtà e colori dell’inconscio, dove ben poche cose restano a lungo quello che, normalmente, ci sembrano. Un effetto, questo, che viene ben evidenziato dalla scelta di non inserire una colonna sonora determinante: agiamo nel silenzio o, al massimo, circondati dai rumori dell’ambiente di gioco.
La doppia anima del progetto
Come dicevamo poc’anzi, Mindcop non è solo ed esclusivamente il classico titolo di investigazione incentrato esclusivamente su narrativa e dialoghi (come Emio: The Smiling Man per fare riferimenti a recenti uscite), ma fa del suo cavallo di battaglia, soprattutto in fase promozionale, la sua controparte più “attiva”: quella da puzzle game.
Una volta entrati nella mente dei nostri sospettati, infatti, il Mindcop dovrà letteralmente “surfare” nel loro cervello per giungere alle porte di verità, bugia e incertezza nascoste in ognuno di loro: per riuscire a superare questo scoglio, dovremo completare un minigioco puzzle alla stregua del tris, facendo combaciare file di proiettili colorati sulla superficie di questo bizzarro cervello cubico che potremo far ruotare.
Ammettiamo una discreta perplessità nei confronti della presunta utilità di questa modalità di gioco: l’obbiettivo di base sembra essere quello di aggiungere un’ulteriore sfida oltre a quella contro il tempo, focalizzandosi su quell’idea ben permeata nell’atmosfera di gioco di fornire all’utente situazioni fuori dal comune. La modalità puzzle risulta, in poche parole, poco approfondita, mal inserita nel contesto narrativo e con un coefficiente di difficoltà ben poco stimolante. Un vero peccato, in sostanza.
Ricerca stilistica e atmosfera
Iniziamo col dire che la versione per Nintendo Switch del titolo risulta assolutamente fluida e deliziosa alla vista, anche su piccolo schermo: ciò è reso possibile dalla giusta impostazione sul profilo artistico, che trasmette chiarezza e personalità anche nelle sezioni completamente in bianco e nero.
I giochi di luci e ombre rispecchiano in pieno le atmosfere che si percepiscono da dialoghi e situazioni, trasformando il titolo in un film noir interattivo dotato di una sua precisa personalità grazie alle scelte stilistiche esagerate e caricaturali alla base del character design. Possiamo certo affermare che Mindcop sia dotato di personalità sotto quasi ogni aspetto, ma è inutile negare che quello che più interessa e colpisce il giocatore è appunto quello di stampo artistico.