In occasione del Lucca Comics & Games del 2019 fu finalmente presentata al pubblico la versione italiana dedicata a Dialect. Si tratta di un gioco di ruolo molto particolare ed estremamente legato al linguaggio, che delle partite è protagonista, motore e fulcro. Quindi, è chiaro e fondamentale sottolineare che ogni adattamento specifico di questo gioco, compreso quello in lingua nostrana, ha richiesto un’accuratezza, una precisione e un amore particolare da parte degli editori. Della pubblicazione in Italia si è occupata Narrattiva, che nella traduzione ha fatto in modo che venissero privilegiate la chiarezza e la semplicità, due cose anch’esse fondamentali per la buona riuscita di questo progetto. Ma cos’è di preciso Dialect?
Nascita, Vita e Morte di una lingua
Dialect è un titolo facente parte della branca degli storygame, e quindi in esso i giocatori si troveranno a raccontare una storia insieme. Con il regolamento sotto mano, questi sono spinti ed aiutati ad inventare una narrazione, ma anche a condividere esperienze. Insomma non si partirà da una pagina bianca, e Dialect fa anche di più, implementando anche un mazzo di carte all’interno delle sue meccaniche, che avranno dei ruoli specifici durante la costruzione della storia.
Dialect è incentrato sulla creazione di una comunità isolata, sulla sua lingua, e su cosa comporta la perdita di quella lingua. I giocatori quindi vivranno e racconteranno la storia di questa comunità, dalla sua nascita alla sua fine, e questo costruendo la lingua dei suoi componenti. La narrazione sarà quindi collettiva, e in base a agli aspetti fondamentali di questa comunità, si conformeranno le nuove parole.
Ecco quindi che prenderanno importanza le identità dei membri, le loro credenze, i loro punti di vista sul tempo che passa, sulla situazione che stanno vivendo, e tutto ciò che può confluirvi.
Durante il gioco uno dei giocatori avrà il ruolo di Facilitatore, e sarà quindi colui che si accerterà che il gioco segua il giusto flusso, senza però considerarsi un “master” alla vecchia maniera. Infatti, una volta che il Facilitatore avrà compreso Dialect, la cosa più consigliata da fare per i giocatori è imparare durante il gioco stesso (ovviamente dopo che tutta la fase di preparazione è stata completata).
Prima di iniziare il gioco e la preparazione, è comunque necessario procurarsi alcuni materiali, facilmente reperibili: un totale di persone che vada da 3 a 5, il mazzo di carte venduto col gioco, chiamato “Mazzo Linguistico“, tra i venti e i trenta post-it, una penna o una matita, e un tavolo o una superficie dove poter giocare e scrivere.
Preparazione e gioco
o spazio di gioco che dedicherete a Dialect verrà chiamato Telaio linguistico, che servirà sia per ospitare gli aspetti che definiscono la comunità, sia per segnare e definire le epoche che passeranno. A questo punto i giocatori dovranno definire insieme lo scenario che farà da sfondo, un’ambientazione che renda plausibile l’isolamento della comunità; di conseguenza si andranno a definire gli aspetti della comunità, e si darà un nome all’isolamento. Tutte le fasi che i giocatori dovranno vivere in Dialect sono in ogni caso guidate, e anche queste fasi sono chiarificate da alcuni esempi di gioco presenti nel manuale. Vi si farà leggere ad alta voce, rispondere a delle domande, e riceverete anche dei consigli su come impostare il tono da utilizzare.
L’ultima “fase” prima dell’inizio del racconto, è quella dedicata alla creazione dei personaggi, anch’essa guidata e spiegata in modo molto semplice, con i giocatori che si troveranno a scegliere un archetipo, e un’introduzione legata ai tre aspetti che lo legano all’isolamento. Il tutto chiaramente verrà accompagnato dall’utilizzo degli strumenti che avete raccolto in precedenza, come i post-it.
I turni di gioco si svolgono in modo omogeneo, partendo dalla Prima Epoca: un turno è incentrato sul giocare carte dal mazzo linguistico, che sarà diviso in diversi mazzetti a seconda dell’epoca. Durante i loro turni i giocatori dovranno creare una connessione, giocando una carta e legandola a uno degli aspetti. Il passo successivo è uno dei più divertenti: partendo dalla connessione creata, i giocatori dovranno costruire una nuova parola o frase (o più correttamente, si tiene a precisare, un sintagma). I giocatori potranno suggerire e parlarne in gruppo, ma lea decisione finale sulla parola che entrerà a far parte della lingua, spetta a quello di turno. In fine i giocatori intavoleranno una conversazione ruolando il proprio personaggio, inspirandosi allo spunto in fondo alla carta, e si continuerà finché non sarà chiaro il rapporto di ognuno con la parola che è stata creata.
Durante la partita si creeranno connessioni, verranno giocate estensioni, e ovviamente passeranno le epoche, con gli aspetti della comunità che muteranno ed evolveranno ad ogni transizione. Questo fino a quando non verranno definiti l’epilogo (basandosi sugli spunti della carta Eredità pescata), e la Fine della lingua, il momento in cui i giocatori rifletteranno sulla propria esperienza, e si interrogheranno a vicenda su come si sentono e su cosa ricorderanno.
Gli scenari principali
Buona parte del manuale di Dialect è dedicata agli Scenari Principali, ovvero gli scenari base su cui costruire l’isolamento, e che i giocatori potranno sfruttare per creare il proprio gioco. Che si tratti di una missione finale per l’umanità prima di abbandonare la terra, della solitudine di un isolamento da un mondo a cui non ci si sente più parte, o magari di qualcosa di un po’ più losco, questi sapranno darvi il giusto incipit per un’esperienza importante.
Ovviamente essendo un gioco narrativo, Dialect rimane molto libero, ma è sempre gradito avere una guida, come quella per una buona creazione delle parole, e quella del glossario, presenti nelle parti finali del manuale.