Expand Recensione

Gianluigi Crescenzi
Di Gianluigi Crescenzi - Deputy Editor Recensioni Lettura da 5 minuti

Titolo indipendente molto particolare quello che viene proposto dal PlayStation Store su PlayStation 4: si tratta di Expand, un gioco decisamente fuori dall’ordinario che fonde all’interno di esso solamente tre caratteristiche, quali un “semplice” gameplay, un comparto grafico al limite della psichedelia, e una colonna sonora composta ad hoc. A proporci questo curioso gioco sono Chris Johnson e Chris Larkin, che unendo le loro capacità (uno designer e l’altro compositore) hanno voluto creare qualcosa che legasse indissolubilmente questi tipi di arte, adattando in modo più che convincente il tutto a un puzzle game. Essendo molto inusuale, il titolo è dedicato a una cerchia ristretta di utenti, ma che possono essere ben richiamati e incuriositi dalla sua originalità, e dal suo prezzo più che abbordabile (se comparato alla longevità non proprio estrema).

expandLa dinamica del titolo è semplice: ci troviamo al comando di un quadrato rosa, che dovremo guidare in una sorta di “cerchio cangiante”, con linee e forme che si creeranno al suo interno in modalità varie, creando un vero e proprio percorso ad ostacoli. Dopo una prima parte “di riscaldamento”, ci troveremo a capire realmente quale sarà lo scopo di Expand: durante il nostro percorso, dovremo raggiungere quattro grandi quadrati rosa e collezionarli, ognuno raggiungibile terminando un periglioso percorso che parte da ogni punto cardinale. Ovviamente il tipo di sfida che ci aspetterà in ogni direzione è diversa, sfruttando al massimo gli enigmi e gli ostacoli, tutti quanti legati ad un “filone” preciso, ad esempio “reach” o “elude”.

expandLa parte visiva gioca una parte fondamentale all’interno dei puzzle: molti di essi giocano con lo zoom e con il movimento degli elementi all’interno di questi cerchi, rendendoci complicata la vita sia con blocchi, sia con morse pronte a schiacciarci, o ancora con delle zone off limits che ci faranno ricominciare da capo se toccate. Ovviamente sono decisivi i loro colori: le parti bianche sono quelle che potremo percorrere, quelle nere sono zone non calpestabili (e di conseguenza possono bloccarci o schiacciarci), e quelle rosse ci “uccideranno” istantaneamente. Già, se falliremo durante il nostro enigma corrente, dovremo ricominciare dal checkpoint più vicino. Come già accennato, queste parti e zone saranno mobili, e riuscire a coordinarci e concentrarci per risolvere i vari enigmi molto spesso richiederà pazienza. Il “boss” finale di ogni sezione sarà particolare, e a modo suo ci metterà di fronte ad un percorso ad ostacoli da risolvere entro un tempo limite, mentre fuggiamo da una “massa rossa”. In queste particolari fasi, il checkpoint sarà molto più indietro, costringendoci a ripercorrere interi e lunghi tratti senza sbagliare.

La difficoltà del gioco è di medio livello fino alle zone boss, dove questa si alza decisamente e ci farà tirar fuori ben più di una imprecazione. Ad accompagnare la nostra esperienza di gioco però, c’è l’altro 50% fondamentale di Expand, ovvero la soundtrack. Come anticipato, la fusione tra arte, puzzle e musica era esattamente ciò che i due artisti volevano proporci, anche se la colonna sonora stessa può essere acquistata dallo store in bundle col gioco, aggiungendo ai 5,99€ solo altri 4,00€. Chiaramente questa è realizzata a regola d’arte, capace anch’essa di mutare in base alle situazioni e al livello di adrenalina proposto, non solo con ritmo e note, ma anche col crescendo del volume. L’unione di questi fattori ha portato al risultato sperato dai creatori, anche se con qualche difetto di troppo: la frustrazione che nasce dal giocare il titolo, in particolar modo in alcuni frangenti con figure non proprio interpretabili, va decisamente contro lo spirito di molti. Non nego che la mia stessa esperienza di gioco in Expand si è divisa nettamente in due grandi fasi, dove quella iniziale caratterizzata dal fascino e dal “galleggiamento” tra una figura e l’altra, è stata man mano sostituita dalla fame di hardcore e dal try and die. Queste due sensazioni sono contrastanti, piacevoli a modo loro, ma non riescono a conferire un’identità precisa al gioco.

Modus Operandi: questa recensione è stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4 del gioco dopo aver completato l’esperienza per intero.

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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.