Certi giochi colpiscono forte nell’anima. E non parlo di quei pugni e calci che i personaggi del nuovo e fiammante Tekken 7 si tirano sotto musica dubstep, in scenari da urlo di un mondo devastato. Parlo proprio del mondo in cui un titolo può toccare l’anima. La domanda è: ma quando un picchiaduro, titolo che per antonomasia punta a far scontrare avversari solo ed esclusivamente in base alle loro tecniche e alla loro bravura, riesce ad arrivare al cuore del giocatore? Forse potremmo chiederlo ad Harada, ma se vi può allietare, vi spiegherò il perché secondo il mio punto di vista, con tanto di voto finale annesso.
Diciamo che se conoscete poco Tekken, penserete al gioco come ad un classico picchiaduro (cosa inoltre abbastanza sbagliata, visto che non esistono picchiaduro definibili classici o semplici): premo tasti, faccio combo, colpisco nemici. Lo pensavo anche io, fino a che non ho messo mano su Tekken 4: li in me è scoccata una scintilla, che poi è divampata in un fuoco distruttivo nel capitolo successivo. Perché dietro a un gioco che può sembrare semplice, si nasconde un mondo stupendo, fatto di tempistica, di riflessi e di studio. Ci sono voluti anni prima che decidessi il mio personaggio principale, mentre sperimentavo combinazioni non mostrate all’interno del gioco: perché sebbene combo basilari siano scritte nell’elenco mosse, le vere combinazioni nasceranno da quanto sarete bravi a mantenere in aria il nemico, così da lasciarlo inerme.
Ma dopo Tekken 6, che ho un po’ tralasciato come Tekken Tag Tournament 2, soprattutto per il poco tempo, arriva finalmente Tekken 7, titolo che si carica in spalla due croci molto pesanti: chiudere la saga Mishima aperta nel primo Tekken e portare uno dei picchiaduro più famosi sulle nuove console (e anche su PC!). Partendo dalla prima, ebbene sì: verrà messo un grande punto alla saga Mishima. Non vi spiegheremo come, ma vi dico senza problemi che le storie dei lottatori più strani del mondo continueranno, ne sono certo. Finalmente però si scopriranno anche altarini tenuti celati fino ad oggi, che illuminano tante scelte fatte dai protagonisti che in principio non avevano per nulla senso. La storia principale, dotata di cutscene, voce narrante e una trama banale ma divertente, si arricchisce con episodi singoli che spiegano che fine hanno fatto i vari personaggi del gioco che, volenti o nolenti, non sono mai caduti nella storia della terribile battaglia tra Mishima Zaibatsu e G-Corp. Ad aggiungersi a questa modalità single-player, una sfida alla ricerca degli scrigni del tesoro (con una catena di nemici da combattere e dei modificatori bonus) vi permetterà di sbloccare alcuni equipaggiamenti, di cui parleremo più avanti.
La difficoltà vera e propria, però, è stata quella di creare un gioco competitivo, al punto da spingersi nei tornei internazionali: e se la storia del gioco viene creata appunto per tutti i fan appassionati delle trame da soap opera di Tekken, il multiplayer arriva dove non si era mai spinto prima. Tanto per iniziare, potrete impostare la modalità Torneo all’interno del VS, così da utilizzare regole ufficiali (alla meglio dei 5 round, tasto Start disattivato). Inoltre, il multiplayer offline vi permetterà di giocare ad un titolo dalla massima resa grafica (sebbene su PlayStation 4 Pro renda davvero meglio), sottoponendosi agli occhi del pubblico come un’esperienza versus davvero ben equilibrata. Il multiplayer online mostra ancora dei problemini, ma Harada ha confermato senza dubbi che presto una patch risolverà queste disconnessioni.
A portare vantaggio alla modalità multiplayer è il bilanciamento del gioco: grazie ad un testing durato circa un anno nella versione cabinata uscita in Giappone, tutti i personaggi sono stati bilanciati, arrivando su console e PC nel migliore dei modi. Il roster dei personaggi, inoltre, è stato bilanciato grazie a rimozioni (purtroppo mancherà il grandissimo Lei, ma nulla vieta di sperare in un DLC), aggiunte (Lucky Chloe is the new Eddie Gordo) e modifiche (alcuni moveset hanno subito leggeri cambiamenti).
Nelle meccaniche di gioco, a migliorare e modificare la Rage arrivano due nuove aggiunte: la Rage Art, mossa finale che permetterà, come già visto in molti altri picchiaduro, di infliggere ingenti danni grazie ad un singolo colpo (e ad una scena successiva), e la Rage Drive, mossa imbloccabile che infliggerà un po’ meno danni, richiederà più maestria, ma potrà tranquillamente volgere a vostro favore nell’incontro. Queste due, però, una volta usate, scaricheranno la modalità Rage, che si attiverà solo quando vi troverete con poca vita, e che aumenterà da attivo i danni delle mosse singole che lancerete contro il nemico. Una scelta più di tecnica che di stile, un po’ come succede già con le barre caricate di Street Fighter o di Injustice 2.
Nel comparto tecnico, il gioco soffre un po’: graficamente parlando le texture non sono il massimo, talvolta sfiorando la grafica PlayStation 3; l’audio mostra un doppiaggio particolare e una soundtrack stupenda. Se quest’ultima mostra molti generi, creando un’eterogeneità musicale, i dialoghi invece saranno tutti in lingua originale, creando assurde e paradossali scene dove un italiano, un giapponese e un’americana parlano in lingue diverse, ma si capiscono. E non è l’inizio di una barzelletta.
Scendendo nella tecnica, il gioco mostra dei miglioramenti dal lato competitivo: tolta la fastidiosa capriola all’indietro, le mosse adesso lanceranno (se colpiranno il nemico inerme in aria o per terra) molto più lontano, creando situazioni più difficili da recuperare, ed evitando quelle lunghe concatenazioni di mosse sferrate al nemico a terra. Le counter alle prese sono state semplificate, togliendo la necessità di usare i giusti tasti, e alcune mosse hanno ricevuto un upgrade dato da una sorta di hyper armor, ovvero un momento in cui non può essere bloccato il personaggio subendo un colpo. Nuove feature grafiche sono state aggiunte per creare suspence e divertimento: in alcuni colpi incrociati la telecamera zoomerà i personaggi, rallentando il tempo, creando così una sorta di moviola in diretta; inoltre, alcuni colpi molto potenti obbligheranno la camera a muoversi e fare delle riprese diverse. Queste due feature creeranno una dinamicità d’incontro particolare, ma sicuramente spettacolare per chi osserva il match. Insomma, se siete esperti non basteranno una decina di partite per prenderci la mano, figuriamoci se questo è il primo tekken che affrontate.
Cadendo dal competitivo al fan service, torna l’editor estetico dei personaggi, che vi permetterà di modificarli con colori, oggetti, abbigliamento, acconciature e tanto altro ancora. La modalità galleria si pone come definitiva, comprendendo tutti i video di tutti i Tekken usciti fino ad oggi. Una modalità VR, infine, sarà disponibile, creando una sorta di punto di vista interno del giocatore nell’incontro: niente di eccezionale, ma divertente e particolare.