Deponia – Recensione

Luciana Perrucci
Di Luciana Perrucci - Contributor Recensioni Lettura da 9 minuti
8.2
Deponia

Ogni favola ha la sua donzella da salvare, il suo nemico da affrontare, la sua terra da difendere e naturalmente, il suo eroe senza macchia e senza paura. Anche Deponia, avventura grafica punta-e-clicca in quattro capitoli dello studio Daedalic Entertainment, possiede tutti questi elementi canonici, ma il suo protagonista è tutt’altro che eroico e coraggioso e la sua donzella per nulla debole e indifesa. Durante la recensione, analizzeremo sia la storia che il gameplay del primo capitolo di Deponia, Fuga da Deponia, mettendo a confronto la sua versione PC con quella per PlayStation 4 recentemente rilasciata.

Rufus: un eroe poco eroe

Rufus è un ragazzo alquanto particolare e tutt’altro che virtuoso, che vive relegato ai margini della società in una discarica di Deponia, una città costruita in verticale in sospeso tra le nuvole. Il suo sogno più grande è quello di abbandonare la sua desolante città per arrivare ad Elysium, città utopica e tanto decantata ma che nessuno è mai riuscito a vedere. Ogni suo tentativo di fuga non è mai andato a buon fine e quindi Rufus è costretto a vivere da parassita presso la sua ex fidanzata Toni, tutt’altro che felice di averlo fra i piedi, insieme al suo amico Wenzel. Tutti gli abitanti della città lo considerano un buono a nulla e sono certi che non riuscirà mai a fuggire da Deponia, ma stavolta Rufus ha un piano che lo porterà finalmente lontano dalla fogna in cui si trova da anni. Infatti, riuscirà a salire su una misteriosa nave chiamata Organon che pare essere diretta ad Elysium ma, ancora una volta, qualcosa nel suo piano va storto e finisce con il ripiombare su Deponia portando con sé una ragazza priva di conoscenza di nome Gal, la misteriosa principessa di Elysium. Rufus pensa bene che la ragazza potrebbe essere un ottimo mezzo per poter raggiungere Elysium, così che farà di tutto per farla riprendere e convincerla a portarlo con lei. Ovviamente, come in ogni favola, la storia d’amore è dietro l’angolo ma avrà dei risvolti davvero inaspettati e tutt’altro che romantici.

Di certo non si può sempre apprezzare un gioco sin dai primi minuti, ma in questo caso è molto probabile che vi innamoriate di questo titolo a prima vista. Fuga da Deponia si apre con un bardo che introduce la storia del gioco e i suoi antefatti, cantando una melodia difficile dimenticare e che tutti coloro che possiedono una conoscenza minima di uno strumento musicale non tarderanno a riprodurre. Poco dopo ci ritroveremo nella sezione dedicata al tutorial, dove Wenzel introduce a Rufus, e quindi al giocatore, le meccaniche del gioco. Il nostro protagonista farà qualche protesta che spesso sfocerà nel metagame , dando voce a tutti quei giocatori che provano un po’ di frustrazione durante la spiegazione dei comandi di gioco (“Tutorial che noial!”). Potrebbe sembrare strano, ma è proprio qui che cominciamo a provare simpatia verso Rufus grazie al suo aspetto, che rievoca vagamente il caro vecchio Guybrush Treepwood di Monkey Island, sia nel carattere che nelle fattezze, e al suo sagace botta e risposta con Wenzel. Ma l’apparenza inganna: infattia prima vista, Rufus sembra ricalcare lo stereotipo del protagonista imbranato e dal cuore tenero ma presto sarà chiaro che ci troviamo di fronte a un ragazzo molto cinico che vede tutto ciò che lo circonda, comprese le persone, come un semplice mezzo per raggiungere i suoi scopi.

deponia_1 Ma sono proprio queste caratteristiche “negative”, unite alla sua pungente ironia, a renderlo un personaggio unico nel suo genere, che non mancherà di destare la simpatia anche del giocatore più buonista. Come Rufus anche tutti gli altri personaggi hanno delle peculiarità ben marcate, che partono dalla macchietta per poi sfociare in caratteri totalmente nuovi e imprevedibili. La stessa Gal nasce come fanciulla in pericolo, per poi tramutarsi in un vero e proprio esempio di ragazza schizofrenica, complice anche il suo innesto cerebrale danneggiato che la porta ad assumere più personalità. Il gioco in versione originale è ben doppiato e interpretato, ma anche l’adattamento italiano riesce a far trasparire magistralmente tutte le sfumature dei caratteri dei personaggi. Tutto questo è incorniciato in un’ambientazione evocativa, dai toni caldi e “pastellosi” che mischia armoniosamente i rottami con la tecnologia avanzata. La qualità dei fondali è eccelsa e dettagliata, infatti non ci sarà alcuna traccia di pixel huting e di fastidiose bande nere laterali. Questa deliziosa e colorata veste grafica ci da l’impressione di trovarci di fronte ad un cartone animato occidentale, specialmente durante le brevi cut-scene. Questo particolare stile ha fatto invecchiare questo titolo nel migliore dei modi, facendolo figurare discretamente anche su PlayStation 4, con animazioni molto fluide e ben disegnate.

Dear old puzzles!

Diciamolo chiaramente: gli enigmi di Deponia non hanno nulla di innovativo, ma tutto ciò non vuol dire che siano scontati o troppo semplici. Basati quasi esclusivamente sulla raccolta, combinazione ed utilizzo di oggetti, i puzzle rievocano piacevolmente le classiche meccaniche delle vecchie avventure grafiche in 2D senza risultare anacronistici. Saremo sempre chiamati ad utilizzare la logica e non ci ritroveremo mai a cliccare a caso sullo sfondo alla ricerca di un oggetto con cui interagire. Tutti gli enigmi sono ben inseriti nel loro contesto e anche la loro difficoltà si adatta ad ogni tipo di giocatore, da quello più esperto al neofita delle avventure grafiche. Proprio per questi ultimi sono stati inseriti due aiuti: il tasto per evidenziare gli hot spot, e la possibilità di saltare alcuni enigmi, principalmente quelli di tipo logico, premendo un tasto. A proposito delle meccaniche di gioco, veniamo al cambiamento più grande della conversione su PlayStation 4: i controlli.

Se nella versione PC utilizzeremo il caro vecchio sistema punta e clicca, sia per muovere Rufus che per interagire con gli oggetti, nella versione PS4 avremo tre opzioni per questa funzione: possiamo usare l’analogico sinistro per muoverlo direttamente nella direzione che vogliamo. In alternativa, gli oggetti di interesse possono essere illuminati con R1/L1 e in seguito premere X per raggiungere quella posizione. Infine, si può usufruire del metodo più vicino alla classica versione PC, ovvero utilizzare l’analogico destro per muovere un puntatore e selezionare poi in totale libertà il punto da raggiungere. Un metodo evocativo, ma non altrettanto immediato. Queste tre opzioni escogitate dai ragazzi di Daedelic, seppur non comode come nel titolo per PC, raggiungono un compromesso più che accettabile per chi non vuole rinunciare alla possibilità di giocare un’avventura grafica sulla sua console preferita. 

Purtroppo, questa conversione di Fuga da Deponia per PlayStation 4 risente di un altro grande difetto, ovvero il prezzo. Stiamo parlando di un titolo uscito da ben quattro anni su PC venduto ad un prezzo di 20 euro per la versione digitale e di 30 per la versione retail. Considerando che la durata totale di questo primo capitolo è di circa otto ore, sembra una cifra decisamente esagerata, considerando che ad un prezzo inferiore si possono recuperare tutti i capitoli su PC. Tutto ciò potrebbe essere un problema, perché tutti coloro che hanno la possibilità di scegliere fra console e PC non avrebbero alcun motivo di preferire la versione PlayStation 4, più costosa e per di più incompleta.

Modus Operandi: la recensione che avete appena letto è stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4 del gioco, dopo aver completato la trama nella sua interezza, e dopo averlo confrontato con la precedente versione per computer.

Deponia
8.2
Voto 8.2
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Contributor
Traduttrice e revisora (anche) di videogiochi, tra il lavoro, il gaming il suo podcast e le recensioni, Luciana ha deciso che dormire non fa per lei. È fermamente convinta che non arriverà ai 40 anni di questo passo. Tra i suoi generi videoludici preferiti ci sono gli horror, le avventure grafiche e i gestionali. È allergica ad Animal Crossing.