Call of Duty Vanguard – Anteprima, un ultimo sguardo prima del lancio

L'open beta di Call of Duty Vanguard ci ha permesso di testare in anteprima il multiplayer del gioco e molte delle sue caratteristiche.

Samuel Raciti
Di Samuel Raciti Impressioni Lettura da 12 minuti

L’open beta di Call of Duty Vanguard è stata l’occasione perfetta per mettere le mani sul multiplayer del nuovo blockbuster di Activision in modo da poter realizzare un’anteprima in vista del lancio, fissato al 5 novembre 2021. Abbiamo provato il gioco su Xbox Series X e dopo diverse ore in-game siamo rimasti abbastanza soddisfatti da molte delle sue componenti e dal tipico gameplay adrenalinico e frenetico della serie. Tuttavia, dobbiamo anche segnalare che nella versione da noi testata sono ancora presenti alcuni glitch grafici particolarmente fastidiosi, anche se sappiamo che gli sviluppatori di Sledgehammer Games sono già al lavoro per risolverli nel più breve tempo possibile.

Una Seconda Guerra Mondiale decisamente poco canonica

Quando i ragazzi di Sledgehammer Games si sono posti dinanzi alla contestualizzazione del secondo conflitto globale nel loro videogioco, hanno compiuto una scelta abbastanza particolare, puntando tutto su un multigiocatore non canonico che possa accontentare buona parte dei giocatori senza creare polemiche inutili. Infatti, la scelta di creare una Seconda Guerra Mondiale parzialmente fittizia ha permesso agli sviluppatori di eliminare il tipico scontro fra i soldati anonimi della Wermacht (tedeschi) contro quelli delle forze alleate, e sostituirlo con una battaglia fra operatori dall’identità definita. Insomma, è presente lo stesso sistema visto in Modern Warfare con i vari operatori che si affrontano in battaglie slegate dalla storia principale. Questo elemento potrebbe forse stranire alcuni dei giocatori più incalliti e magari amatori delle vicende del secondo conflitto mondiale, i quali potrebbero non gradire per esempio di vedere varie copie della stessa tiratrice scelta sovietica ammazzarsi a vicenda con in pugno armi prototipo di origine tedesca in una mappa del fronte francese.

Eppure, questo sistema (sicuramente non innovativo ma funzionale) ha permesso agli sviluppatori una grande libertà nella strutturazione del titolo, usando l’incipit delle primissime forze speciali alleate per dare spazio al proprio estro creativo senza per questo cadere in contraddizione. Di conseguenza è stata aggiunta moltissima fiction all’universo storico, facendo quindi primeggiare il gameplay rispetto al contesto. Come accennato questo fattore ha anche permesso l’inserimento d’innumerevoli gadget ed equipaggiamenti sperimentali o in uno stato di assoluto prototipo nei veri anni della guerra, come ad esempio i silenziatori, le piastre corazzate, una versione radiocomandata del Goliath (il mezzo tedesco comandato a distanza per distruggere i carri armati, qui usato per uccidere i soldati) e moltissime altre cose. Questo modo diverso di approcciarsi al contesto bellico ha quindi permesso agli sviluppatori di passare per adesso oltre la bufera internettiana che invece ha investito in modo disastroso e anche un poco ingiusto Battlefield V, reo secondo i fan di aver tradito la fedeltà storica della guerra.

 

Il solito Call of Duty ma con alcune aggiunte

Tolto di mezzo il contesto, Call of Duty Vanguard si è mostrato in questa sede d’anteprima come un titolo estremamente similare agli altri due capitoli principali che da Moder Warfare e Cold War hanno segnato una rinascita della serie. Infatti, scivolate in corsa, salti e scatto tattico fanno nuovamente la loro comparsa in gioco, portando le sparatorie a somigliare per molti aspetti a quelle dei due già citati titoli. Le due gradite innovazioni sono principalmente la “distruttibilità soft” di alcune specifiche superfici leggere, e le tre modalità di riempimento dei server. Quest’ultima caratteristica in particolare permette ai giocatori di scegliere con quanti player far popolare le mappe di gioco per dedicarsi a un’esperienza classica o molto più frenetica. La prima modalità disponibile è per l’appunto quella Classica e corrisponde al 6 vs 6 presente in quasi tutti i precedenti COD. Poi vi è Assalto che aumenta il carico di giocatori già a 8 v 8 o a 10 v 10, in base alle dimensione del livello, e in questo contesto vi sono già alcuni scenari CQC come Hotel Royale che diventano un carnaio, ma che potrebbero comunque risultare apprezzabili da alcuni player.

Necessita di una menzione a parte invece la modalità Blitz che aumenta il countdown dei player al massimo possibile per ogni mappa, arrivando fino al 20v20 in quelle più grandi.  Questo ritmo di scontro trasforma i match in un inferno in terra con centinaia di pallottole ed esplosioni che sommergono semplicemente il giocatore lasciandogli pochissimo respiro. Nelle nostre fasi di test abbiamo trovato poco piacevole l’incedere forsennato del gameplay perché di solito impedisce la strutturazione anche di tattiche elementari di aggiramento, visto che il sistema di respawn tende a far nascere i nemici a pochissima distanza dalla posizione dei giocatori in battaglia ed è quindi comunissimo essere eliminati con qualche colpo alle spalle dopo pochi passi. La situazione delle rinascite dei personaggi è fortunatamente in miglioramento ora dopo ora, ma a nostro avviso vi è ancora molto da fare per rendere questa modalità più divertente e meno snervante e caotica. Per certi versi ricorda la modalità Guerra Terrestre di Modern Warfare, solo che non vi sono mezzi e le mappe sono più piccole.

call of duty vanguard

Passando invece al sistema di armamenti e modifica del Gunsmith, questo è stato ripreso dai precedenti titoli in modo molto similare, con l’interessante possibilità di aggiungere fino a 10 accessori per cambiare in modo molto marcato tutte le bocche da fuoco. Un tale numero di accessori montabili contemporaneamente lascia però alcuni dubbi sul potenziale fattore bilanciamento del prodotto finale, che potrebbe essere molto difficile da affinare con così tante variabili in campo. Vi sono infatti anche elementi come modifiche concrete alle munizioni, come quelle subsoniche e soprattutto quelle esplosive, le quali infliggono meno danni diretti ma aggiungono piccole esplosioni che possono uccidere i nemici anche quando corrono dietro i muri. Ancora una volta vi sono poi alcune classi di armi che si sono dimostrate leggermente migliori rispetto ad altre con il dominio del STG 44 che è l’arma più utilizzata insieme alle PDW come l’MP 44, la STEN e il Thompson. Vi è anche spazio per le mitragliatrici medie come l’MG42 e i fucili da precisione, ma è necessario giocare nei contesti giusti per evitare di finire falcidiati continuamente nelle modalità più popolose.

 

 

Modalità competitive interessanti

Come nella prima versione di beta torna in Call of Duty Vanguard anche la modalità Re della Collina che abbiamo potuto provare per questa sede d’anteprima. Si parla di un sistema che ricorda moltissimo gli Scontri su Modern Warfare ma che ha ricevuto una corposa aggiunta alle meccaniche per Vanguard. Infatti, diversi team composti da uno, due o tre giocatori ciascuno si affrontano a turno in alcune mappe dalle dimensioni estremamente contenute. Tutti i membri delle squadre condividono un numero limitato di vite di riserva che una volta esaurite portano il team a uscire dai giochi. L’ultimo gruppo che resta in piedi vince la partita. Le aggiunte significative rispetto ai precedenti titoli sono soprattutto riguardo agli intervalli, dei momenti nei quali i giocatori attendono l’inizio di una nuova battaglia e che possono utilizzare per acquistare con la valuta ottenuta in battaglia nuove armi, gadget, piastre corazzate, perk, potenziamenti delle armi e molto altro ancora. Questa modalità si è rivelata sicuramente divertente, anche se l’aggiunta del mercato inserisce un quantitativo consistente di variabili in gioco che se da un lato aiutano a rendere ogni partita un poco diversa rispetto alla precedente, dall’altro minano il bilanciamento di una modalità che dovrebbe invece puntare sul lato competitivo del multiplayer. Detto questo, resta il fatto che per testare e giudicare tali fattori con sicurezza dovremo attendere ancora l’uscita del gioco ufficiale.

Call of Duty Vanguard

Un comparto tecnico possente ma problematico, per ora

Passiamo quindi al lato meramente tecnico in questa anteprima di Call of Duty Vanguard, premettendo com’è ovvio che parliamo di un prodotto ancora in fase beta, quindi sicuramente migliorabile prima dell’uscita. Ebbene dobbiamo segnalare che su Xbox Series X purtroppo la situazione è ancora abbastanza complessa a causa di uno stranissimo glitch grafico che a tratti distorce parzialmente la visuale con lampi di colori in scala RGB. Ci è capitato in diverse circostanze di restare bloccati sul posto proprio perché accecati da questo fenomeno e quindi venire ovviamente uccisi. Come abbiamo già detto a più riprese, però, gli sviluppatori sono a conoscenza di tale problema e stanno già lavorando per risolverlo, quindi siamo fiduciosi che il tutto non si ripresenterà il giorno di lancio. A questo problema aggiungiamo anche alcuni piccoli difetti all’audio di gioco che a volte non riesce a trasmettere un giusto feeling delle armi al giocatore, forse a causa di un mix non ottimale dei moltissimi suoni nelle fasi più concitate.

Call of Duty Vanguard

Tuttavia, nonostante alcuni problemi, il motore grafico del prodotto si mostra comunque stabile sia ai 60 che a 120 Fps e la resa delle texture di gioco è comunque più che buona se non addirittura “possente”, considerando che si parla dello stesso motore grafico di Warzone. Dopo questa prova di Call of duty Vanguard siamo rimasti nel complesso relativamente soddisfatti dal gioco. Il gameplay è quello rodato dalla serie, frenetico e divertente, mentre il setting per quanto non canonico è comunque di grande fascino. Quello che ci lascia maggiormente dubbiosi riguarda il bilanciamento ludico che potrebbe essere la chiave di volta per confezionare un prodotto capace di tenere incollati i giocatori al capitolo per i mesi a venire, in vista della prevista rivisitazione totale di Warzone contestuale al lancio del prodotto.

Condividi l'articolo
Videogiocatore incallito, lavora anche come Amministratore condominiale in real life. Questa professione gli ha insegnato, fra le altre cose, l’arte della pazienza e della mediazione, così scarsamente presenti nel mondo di Internet come in quello delle riunioni condominiali. Mal sopporta gli hater seriali, ma apprezza chi in buona fede si impegna per far valere il proprio pensiero e la propria visione del mondo dei videogiochi.