N.E.R.O. – Recensione

Marco Pulicanò
Di Marco Pulicanò Recensioni Lettura da 4 minuti
7.8
N.E.R.O.

Un videogioco serve solo a divertire o può anche farci scoprire qualcosa in più di noi stessi? Vari sono stati i giochi che hanno provato a far vivere un’emozione nuova al giocatore, ed oggi parliamo del lavoro di Storm in a Teacup. N.E.R.O. è difficile da inserire all’interno di una categoria o di un genere specifico, poiché esso si discosta dagli stili standard dei videogiochi; ovviamente si riescono a trovare al suo interno degli elementi di gioco facilmente catalogabili, ma andiamo a vedere più da vicino Nothing Ever Remains Obscure.

N.E.R.O.Da solo ma non in solitudine

Appena iniziato il nostro viaggio, la prima impressione che avremo è di esser soli chissà dove. Inizieremo la nostra avventura sulle coste di una spiaggia mistica: la sensazione che avremo per tutta la durata del gioco è di trovarci all’interno di una dimensione a metà tra l’onirico ed il fantastico, riuscendo a coinvolgere la nostra attenzione grazie alla magistrale cura degli ambienti e dei dettagli, tenendoci incollati allo schermo alla ricerca dei particolari. Di sicuro questo è uno dei più grandi pregi di N.E.R.O., anche perché è proprio grazie a questo lavoro eccezionale dal punto di vista visivo che il proseguire nel nostro viaggio non risulterà mai stancante e ripetitivo. Nonostante questa prima impressione iniziale, durante tutto il gioco non ci sentiremo mai soli, anche se in realtà non ci sono personaggi con cui possiamo interagire. I colori e l’ambiente attorno a noi ci trasmetteranno un senso di sicurezza che farà decadere subito la prima ansia iniziale, incuriosendoci poi ad addentrarci nella zona.N.E.R.O.

Narratore e lettore insieme

La trama di N.E.R.O. non risulterà chiara da subito e, a dire il vero, bisognerà aspettare parecchio perché essa inizi ad essere compresa. Questa non sarà ora citata per evitare di fare spoiler ma analizzeremo come essa ci verrà narrata. Siamo stati abituati dal mondo dei videogiochi “ordinari” a conoscere gli avvenimenti di un determinato titolo tramite alcuni personaggi narranti, ma in questo caso essi sono assenti e saremo proprio noi a narrare una parte della storia. Esatto, una parte, poiché il protagonista parlerà solo della storia che lo riguarda; quella dell’ambiente dove ci troviamo e dei misteri che esso cela ci saranno poi raccontate tramite dei testi luminescenti posti all’interno della mappa di gioco. Queste ci saranno inoltre d’aiuto per risolvere alcuni enigmi per avanzare, dandoci degli indizi sulle azioni da compiere. Il metodo narrativo di complementazione tra quanto narrato dal protagonista e quanto scoperto nell’ambiente ci permetterà di ricostruire il tutto secondo un filo logico più o meno preciso, potendoci anche porre varie ipotesi e domande.N.E.R.O.

Scoprendo un mondo mistico

Le caverne magiche che attraverseremo saranno caratterizzate da degli enigmi alquanto scenici: infatti interagiremo con degli elementi della mappa per risolvere le varie sessioni puzzle necessarie per proseguire e conoscere meglio il posto dove ci troviamo. In alcuni casi verremo poi messi davanti ad un bivio, dove dovremo scegliere quale strada seguire. Non ho ben capito questo tipo di scelta, poiché il percorso all’interno della struttura rimarrà pressoché invariato eccetto per la zona scelta. I puzzle presenti saranno di vario tipo: delle volte dovremo attivare degli interruttori, altre volte utilizzando delle pedane e simili, tutto con un’impronta puzzle retro che mi ha fatto sorridere; l’atmosfera particolare trasmessa dal gioco potrà stimolare facilmente i nostri pensieri e le nostre emozioni, magari facendoci creare collegamenti a prima vista improbabili tra qualche elemento del gioco ed elementi esterni.

N.E.R.O.
7.8
Voto 7.8
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