Quella che andiamo a recensire è la versione retail di una delle avventure grafiche di Telltale Games (in questo caso affiancata da 2K Games) che ha appassionato migliaia di videogiocatori amanti del genere: Tales from the Borderlands. Si tratta come ben potete immaginare di tutti e 5 gli episodi del gioco, racchiusi in un unico disco, ma mantenendo ovviamente la propria struttura. Andiamo dunque a vedere davanti a cosa ci pone questo titolo, che ricordiamo è disponibile al prezzo di circa 25€.
Teniamo a precisare che per giocare questo titolo, non è necessario conoscere la serie di Borderlands: o per meglio dire, anche se la location è la stessa, la trama sarà discostata da quella della serie, e tutto ciò che sarà necessario sapere a riguardo vi verrà semplicemente spiegato. Durante la nostra avventura, ci ritroveremo a guidare in modo alternato i nostri due protagonisti: Rhys e Fiona. Il primo, è un fan accanito del leggendario (in male) Handsome Jack, e uomo d’affari della Hyperion, la compagnia che regna sovrana dall’alto di Helios, mentre la nostra fanciulla è un’abile e astuta truffatrice di Pandora. Per qualche motivo che non vogliamo spoilerare, i due si incontreranno e daranno inizio alla loro surreale avventura, che si rispecchia nella ricerca della tanto ambita “Chiave della Cripta”.
Ovviamente i nostri due protagonisti non saranno gli unici personaggi con cui avremo a che fare: Tales from the Borderlands è pieno dall’inizio alla fine di personaggi principali e secondari che non potrete fare a meno di amare. Questo è infatti uno dei maggiori punti di forza del gioco partorito da Telltale e 2K Games: riuscire a creare una trama coinvolgente e piena di colpi di scena, con dei personaggi divertenti, o totalmente fuori di testa, in pieno stile Borderlands. Come già vi abbiamo accennato, la trama è divisa in 5 episodi più o meno della stessa longevità. Anche se sullo stesso disco, questi andranno giocati singolarmente, tutti con la loro prefazione animata, e i loro titoli di coda e conseguenti statistiche.
Stesso stile, con più botte
Per quanto riguarda il gameplay, non c’è nulla di nuovo da dire se avete già giocato alcuni titoli di Telltale. La storia si svolgerà praticamente come un film interattivo, dove ci ritroveremo a impersonare l’uno o l’altra protagonista. Sceglieremo con accuratezza le risposte da dare ed i pareri da esprimere (possiamo anche scegliere la scomoda via del silenzio), e soprattutto ci ritroveremo a fare delle scelte determinanti per il continuo della storia, che saranno niente meno che la prima tesserina di un domino di conseguenze. Le fasi in cui controlleremo fisicamente i nostri personaggi non sono moltissime, e si limitano principalmente ad indagare all’interno di alcune stanze per cercare indizi o oggetti utili in quel momento.
Una delle caratteristiche che piacevolmente però va ad influire sulla trama, è una buona ma mai pesante presenza dei quick time event, specialmente nelle numerose scene di conflitto. Infatti Tales from the Borderlands è un gioco che non vi annoierà mai, ne tanto meno vi lascerà con le mani in mano. Scene di lotta e combattimenti, scene di pericolo, o semplicemente adrenaliniche e spericolate, renderanno la vostra esperienza di gioco sorprendentemente dinamica. La ciliegina sulla torta viene data dalle paradossali ed esilaranti sequenze che vi ritroverete a vivere e a giocare, ma il quale scopo è semplicemente farvi divertire da matti! Provare per credere! (segnalo un particolare capitolo dell’episodio 4, ma del quale non parlerò per non rovinarvi la sorpresa).
Un’anima camaleontica
La bellezza di questo titolo, risiede nel saper stravolgere i pensieri ed i sentimenti del giocatore continuamente, capitolo dopo capitolo, e con eventi del tutto inaspettati. Riuscendo a creare un incastro perfetto, degno di un puzzle, Telltale e 2K ci offrono un gioco in cui riusciremo ad alternare con un filo coerentemente logico emozioni come puro divertimento e risate, ad una inaspettata malinconia e tristezza (possibile? assolutamente si). Quest’anima cangiante si rispecchia pienamente anche nell’immagine che i personaggi (protagonisti o secondari che siano) riescono a regalare: in più di una occasione vi troverete a rivalutare delle persone, a giudicarle di nuovo, e soprattutto vi sembrerà di conoscerli davvero.
Meno camaleontica e dinamica invece è la grafica che Tales from the Borderlands ci offre. E’ vero si che stiamo parlando di un titolo non del 2016, ma per quanto riguarda il porting su disco, sono stati omesse alcune piccole correzioni che dovevano essere fatte, come ad esempio piccoli e quasi impercettibili bug di texture durante le sequenze video. Tutto sommato ciò non va a minare di molto una qualità grafica buona, che trova un giusto compromesso: riesce a mantenersi fedele sia allo stile un pò fumettoso della serie Borderlands (HUD compresi), sia alla classica grafica di gioco di Telltale.
Piccola feature che di certo piacerà ai più fantasiosi: in Tales from the Borderlands c’è la possibilità di acquistare delle skin, o dei vestiti (solo in alcune occasioni man mano che si procede nel gioco), sia per personalizzare il nostro mezzo, sia per cambiare d’abito i nostri personaggi! Un tocco di stile in più, che non fa mai male! Per acquistarli avremo in ogni caso del denaro limitato, che sarà quello che troveremo in giro durante le sessioni di gameplay con Fiona. Attenzione però a quanto spendete… forse risparmiare servirà a qualcosa?
Hai detto Bossanova?
Il comparto sonoro non è assolutamente da sottovalutare. Questo non implica solamente un classico “ha le tracce musicali belle”, ma si va ben oltre: la musica viene usata solamente quando ce n’è bisogno, e non vi sorprendete se in alcuni frangenti del gioco vi ritroverete da soli con i vostri pensieri, e accompagnati dalle voci dei protagonisti e dai semplici rumori di scena di sottofondo.
Niente di male da segnalare riguardo gli effetti sonori o il doppiaggio, anzi tutt’altro. Niente problemi riscontrati riguardo la sincronizzazione, ne tanto meno difetti di registrazione. E’ doveroso riconoscere la grande abilità mostrata dai doppiatori originali, per aver saputo interpretare al meglio le proprie parti, cosa che ha contribuito in modo determinante alla buona caratterizzazione dei personaggi. Si, anche dei robot.
Il richiamo del nerd
Come ogni avventura grafica che si rispetti (specialmente se ispirata ad una serie di videogiochi già esistente), non potevano mancare nemmeno in Tales from the Borderlands alcuni simpatici easter egg, citazioni, o richiami ad altre realtà del mondo mediatico. Per farvi un esempio, vi riporto qui sopra una foto del nostro caro amico Loader Bot, che nella scena da cui è tratta l’immagine citerà chiaramente Terminator con la sua sempreverde “Come with me if you want to live”. Di certo sono spunti simpatici che non possono non strappare un sorriso anche ai più scettici.
Conclusione
Arriva dunque il momento tanto atteso, e tanto temuto: il momento della votazione. Il numero che vedrete ora nel voto finale potrebbe risultare bugiardo, stando a tutto ciò che vi abbiamo detto, e sembra bugiardo anche a me che lo assegno. A quanto pare a parte alcuni difetti grafici, non abbiamo fatto altro che elogiare Tales from the Borderlands, sotto tutti gli aspetti, ma siamo comunque lungi dal dire che si tratti di un gioco perfetto. In ogni caso, ciò che analizziamo per la maggiore è l’aspetto tecnico del titolo, e di come le scelte fatte possano funzionare o no. Vi dirò ora la mia: per quanto questo gioco è divertente, si meriterebbe nella mia votazione almeno mezzo punto in più: non è proprio per divertire che nascono i videogiochi? Vi dico dunque (in questo caso, ma non solo) di fidarvi dei numeri, ma non del tutto, perché ci sono tanti criteri personali che qui non potremmo analizzare.