The Legend of Legacy – Recensione

Damiano "Xenom" Pauciullo
Di Damiano "Xenom" Pauciullo Recensioni Lettura da 10 minuti
7.8
The Legend of Legacy

Dopo cinque anni dalla sua uscita, se mai ci fossero ancora dubbi, possiamo definitivamente etichettare il 3DS come la console dove i giochi di ruolo, siano essi JRPG o RPG, hanno trovato una casa sicura e accogliente. Non solo troviamo titoli conosciuti da anni, ma anche giochi che hanno trovato la propria fortuna e che magari in futuro saranno quelli che chiameremo “grandi classici” come Bravely Default e il recente Bavely Second. Ma proprio nello stesso periodo d’uscita del sequel del JRPG di Square Enix, un altro esponente del genere ha fatto capolino sulla portatile di Nintendo non ricevendo, purtroppo, la dovuta attenzione: stiamo parlando di The Legend of Legacy.

In realtà i nomi coinvolti nello sviluppo del gioco sono di prim’ordine: troviamo infatti l’illustratore Tomomi Kobayashi e il designer Kyoji Koizumi (SaGa), arriviamo poi a Masato Kato, creatore di Chrono Trigger e Chrono Cross per finire con Masashi Hamauzu, compositore della colonna sonora di Final Fantasy XIII. I presupposti per un grande titolo, quindi, ci sono tutti; sarà davvero così?

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Un gioco dalle tinte molto medioevali!

I sette eroi di Avalon

Il gioco ci catapulta subito nella scelta di uno dei sette protagonisti, ognuno con una storia alle proprie spalle e statistiche personalizzate: la scelta in realtà sarà dettata più da gusti personali che da effettive ripercussioni sul gioco, visto che alla fine potremo incontrare e reclutare tutti gli altri personaggi non scelti inizialmente, anche se la storia si concentrerà principalmente sulle motivazioni e sul passato dell’eroe scelto, con solo qualche accenno alla vita degli altri. Questo porta, almeno secondo gli sviluppatori, a dover finire il titolo per sette (sette!) volte per poterlo completare al 100%; una scelta alquanto discutibile vista la natura del titolo che, di per sé, è già abbastanza frustrante da portare a termine una sola volta. Perché questo? A differenza di ciò che ci si potrebbe aspettare da un GdR, in Legend of Legacy la storia è davvero marginale e ciò che ci porta ad esplorare l’isola di Avalon sarà proprio il dover… esplorare l’isola come ci è stato chiesto dal Re della città principale. Certo, di avvenimenti “salienti” ne vivremo, ma niente che ci faccia saltare dal divano (o ovunque giochiate con il vostro 3DS) per l’emozione. Il gioco infatti basa tutto sui misteri di quest’isola inesplorata, dove deserti, pianure e grotte nascondono dentro di essi segreti tutti da scoprire. A differenza di quanto si è abituati nei classici RPG, soprattutto in ambito portatile, non troveremo dei veri e propri dungeon, ma l’hub del gioco sarà tutto un enorme open world, così come piace molto oggigiorno, in cui la mappa viene svelata man mano che viene visitata: non ci sono limiti, si può andare ovunque si voglia, i ritmi e le scoperte nel gioco verranno dettati tutti dalla nostra voglia e capacità di esplorazione.

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Lo stile grafico ricorda tantissimo Bravely Default

Giro giro tondo…

Legend of Legacy, in un certo senso, è abbastanza innovativo: riesce infatti ad unire i classici giochi di ruolo ai più di nicchia dungeon-crawling, dove delle grandi mappe molto simili tra loro vanno esplorate in lungo e in largo per trovare indizi che ci facciano proseguire nell’avventura e, ovviamente, per affrontare i nemici che una volta sconfitti rilasceranno items e possibilità di salire di livello (ma su questo tornerò più avanti). E’ proprio qui che comincia il frustrante di cui parlavo prima: girovagare alla cieca per scoprire pezzi di mappa sempre più vasti può anche essere divertente, ma non quando l’area è piena di nemici (fortunatamente visibili su mappa e non con scontri casuali) che, una volta che ci avranno individuati, cominceranno ad inseguirci per gran parte del tempo; è possibile darsela a gambe ovviamente, ma quando ci si ritrova ad essere inseguiti e, per scappare, ci si imbatte in altri nemici che cominceranno anch’essi ad inseguici, lo scontro (anzi, gli scontri) diventerà quasi inevitabile. Fortunatamente tutto questo girovagare è accompagnato da un comparto grafico davvero delizioso e che, per moltissimi versi, ricorda Bravely Default con personaggi stilizzati, ambienti colorati a pastello e tinte tenui che rendono il tutto una poesia vivente; degno di nota è l’escamotage utilizzato per rendere l’esplorazione fluida e priva di caricamenti: gli elementi dell’ambiente come alberi, cespugli o rocce si caricheranno progressivamente con un effetto pop-in che ricorda i libri 3D per bambini. Anche il comparto sonoro è degno di nota, con musiche orecchiabili che vi rimarranno in testa per un bel po’ ad altre davvero epiche che sottolineeranno i momenti e gli scontri decisivi.

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Importantissimo l’aiuto degli elementi!

Combattimenti quasi obbligatori!

Come qualsiasi RPG che si rispetti, i nostri personaggi potranno migliorare nelle statistiche e nelle abilità vincendo combattimenti, ma anche in questo Legend of Legacy riesce ad essere innovativo, rivoluzionando leggermente ciò alla quale siamo abituati. Scordatevi infatti i classici punti esperienza, i nostri eroi non saliranno mai di livello, ma saranno le loro statistiche ad aumentare in base al nostro stile di combattimento: se con un determinato personaggio utilizziamo molte fasi di attacco, vedremo conseguentemente il suo attacco aumentare, stessa cosa per quanto riguarda la difesa o magari lo special. Ciò rende le decisioni prese durante una battaglia non fine a se stesse e limitate al combattimento, ma qualcosa su cui lavorare e spenderci del tempo per poter formare una squadra bilanciata in qualsiasi campo. Non solo le statistiche, anche gli attacchi speciali verranno sbloccati in base al nostro utilizzo, più utilizziamo una determinata arma, infatti, più potremo utilizzare attacchi devastanti con essa, a costo di avere abbastanza punti “magia”. Importantissimi ai fini del combattimento (e anche della trama) sarà il rapporto dei quattro elementi fuoco, acqua, terra ed aria, che grazie a degli oggetti ottenibili nel corso del gioco potremo sfruttare durante i combattimenti per ricaricare ad ogni turno i nostri punti salute o punti magia, ma anche attaccare i nemici deboli ad un determinato elemento o rinforzarci grazie a barriere d’acqua. Il combat system, dunque, ha quel pizzico di novità che si fa apprezzare molto, ma purtroppo ci sono piccole macchie che vanno a rovinare una altrimenti esperienza quasi perfetta: i punti salute del nostro team verranno ripristinati dopo ogni combattimento, il che va a rovinare un po’ la strategia che potrebbe esserci durante un combattimento, visto che spesso basterà concentrarsi sull’attacco ed eliminare il prima possibile i nemici e, una volta terminato il combattimento, ci ritroveremo con tutti i personaggi guariti e con il massimo della salute; se su questo possiamo quasi passarci su, una scelta davvero inspiegabile è quella delle conseguenza della fuga da un incontro: nessun nemico ci impedirà mai la di scappare, ma il prezzo da pagare è quello di dover ricominciare il “dungeon” dall’inizio, e per un dungeon-crawling in cui per di più abbiamo il problema dei nemici onnipresenti ed inseguitori, si può capire quanto il tutto sia frustrante. Il picco, però, è stato raggiunto quando, proprio per evitare di fuggire da un combattimento e dover riniziare il dungeon, mi sono spinto oltre fino a perdere tutti i membri del team e vedere quindi la scritta Game Over: il titolo a quel punto ti porta alla schermata iniziale dove è possibile solo ricaricare l’ultimo salvataggio; inutile dire che dopo 3 ore di gioco in cui non avevo salvato, ho perso tutti i progressi fatti in quelle ore (un consiglio quindi, salvate il più spesso possibile).

The Legend of Legacy Game Over
Sperate di non vedere mai questa scritta.
The Legend of Legacy
7.8
Voto 7.8
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Videogiocatore da quando aveva 3 anni grazie ad un bel GameBoy rosso fiammante, si chiede ancora come facesse a quell'età a completare i giochi. Predilige i platform (soprattutto se come protagonista hanno un idraulico baffuto) e i giochi d'avventura (ma solo se il personaggio ha una tunica verde); diciamo che quel 23 settembre del 1889 avevano previsto la sua nascita, fondando quindi la Nintendo.