Dark: ecco l’analisi completa del gran finale di serie

La serie Netflix tedesca Dark ha un finale. Ecco un'analisi approfondita di ciò che la serie ha voluto dirci grazie soprattutto ad una scena

Claudio Baldacci
Di Claudio Baldacci - Contributor Analisi Lettura da 11 minuti

È passato il 27 giugno 2020, forse il giorno più temuto dai sempre più numerosi fan della serie originale Netflix tedesca Dark, il fantomatico giorno dell’Apocalisse. Uscita nel 2017, Dark ha saputo tenere incollati allo schermo milioni di spettatori in tutto il mondo, raccogliendo consensi come poche altre serie hanno saputo fare e raggiungendo voti pazzeschi da parte della critica. Attualmente è giudicata come la serie originale Netflix migliore di sempre, ma specie dopo la visione della terza ed ultima stagione, siamo sicuri che potrà essere definita addirittura come una delle serie migliori di qualsiasi piattaforma TV o streaming. In questo speciale non ci dilungheremo troppo sulla trama e sui contenuti, a parte un brevissimo recap. Daremo per scontato che abbiate seguito attentamente tutti i 26 episodi delle tre stagioni, che conosciate bene l’albero genealogico delle famiglie presenti e che ricordiate almeno sommariamente le linee temporali che sono state messe in gioco. Ebbene si, perché il senso di Dark è proprio questo: orientarsi all’interno di una trama complessa e raccontata in maniera per niente lineare, che per quanto possa essere ricca di azioni, focalizzerà sempre la sua importanza sulle persone e i loro legami di parentela. E ricordatevi sempre che se cercate qualcosa…

La domanda non è se, ma quando

E se invece siete convinti che la soluzione sia capire da quando venga una persona…

La domanda non è in quale epoca, ma in quale mondo

Insomma, Dark ci sistema per le feste.

ATTENZIONE: l’articolo contiene SPOILER su tutta la serie, non soltanto della terza stagione, vi invitiamo quindi a continuare la lettura solamente nel caso abbiate già completato la visione di tutte le stagioni.

Tante carte in tavola a Dark

Per capire come si conclude Dark, ripartiamo brevemente dal finale della seconda stagione, che ai viaggi nel tempo ha aggiunto l’esistenza degli universi paralleli. Adam, ossia lo Jonas Kahnwald più anziano, capo della setta Sic Mundus Creatus Est, uccide Martha Nielsen proprio davanti a Jonas in versione giovane. Sta per arrivare l’Apocalisse, ma un’altra Martha fa capolino e porta Jonas e sé stessa in un mondo alternativo, il suo mondo. Esso è popolato dagli stessi personaggi di Winden, che compiono le stesse azioni con lievi differenze. In questo mondo però Jonas non esiste, non è mai nato, perché Mikkel Nielsen non è mai tornato indietro nel tempo, non è mai diventato Michael Kahnwald e non ha mai sposato Hannah. Eppure, qualcun’alto rende il mondo B, se così vogliamo chiamarlo, simile al mondo A. Anche qui c’è una setta, chiamata Erit Lux, capeggiata da colei che occupa il ruolo di viaggiatrice principale, proprio Martha Nielsen. Entrambe le sette, la “Sic Mundus” di Adam e la “Erit Lux” di Eva (pseudonimo di Martha), hanno lo stesso identico ruolo: manovrare le pedine del rispettivo mondo di appartenenza perché compiano le medesime azioni in eterno. In sostanza, entrambe le sette fanno in modo che vengano inventati i dispositivi per viaggiare nel tempo, che venga utilizzata la particella di Dio, che avvenga l’Apocalisse, che i viaggi nel tempo continuino ad esistere e che vengano impedite tutte quelle azioni che in qualche modo possano minacciarli. I due mondi sono collegati da un nodo, che sentiremo nominare molto spesso e nessun abitante di essi può sfuggire al disegno delle due sette, neanche le pedine che riescono a ribellarsi, Noah Claudia (l’unica capace di viaggiare tra i due mondi, sfruttare tutte le epoche e condizionare Adam). Per il lavoro sporco, tra cui spicca quello del forzare la costruzione della centrale nucleare, viene introdotto un personaggio che rimane innominato, in versione triplice: bambino, adulto e anziano. Il trio esiste sia nel mondo A che nel mondo B, ma è più presente nel secondo.

Episodio finale: Claudia scopre che nei due mondi di Winden la relazione di causa-effetto fa sì che nulla possa essere cambiato nel passato. Sostanzialmente, tutto continuerà ad avvenire nella stessa maniera in eterno già solo per il fatto che esistano in diverse epoche le versioni anziane di molti dei personaggi presenti. Nelle regole di Dark, in questi due mondi il libero arbitrio non esiste ed il destino è già scritto; nessuno può sfuggirgli. Le due sette hanno mentito illudendo i viaggiatori nel tempo di poter far qualcosa, con l’unico scopo di non fare niente, per continuare ad esiste in questi due mondi. Claudia capisce che esiste un terzo mondo, il mondo d’origine e che sfruttando la frazione di secondo in cui durante l’Apocalisse il tempo si è formato, è possibile rompere la relazione di causa-effetto e cambiare una volta per tutte il passato e il futuro. Martha e Jonas hanno il compito di cambiare l’evento che causò la creazione dei due mondi. Tornano negli anni ’70 ed impediscono la morte del figlio, della nuora e della nipote Charlotte di H.G. Tannhaus (l’orologiaio). In questo mondo d’origine il passato si può cambiare, il destino non è scritto, il libero arbitrio esiste. I due ragazzi riescono nell’intento, Tannhaus non creerà i mondi e i viaggi nel tempo, quindi tutti i viaggiatori nel tempo svaniscono dalle varie epoche in cui si trovano. Le loro esistenze si perdono nel tempo e nello spazio.

E tutti gli altri?

Scena finale, una cena a casa di Jonas (nel mondo A), di Martha (nel mondo B), di Regina Tiedemann (nel mondo di origine, l’unico rimasto), siamo nel 2020. Sono presenti la padrona di casa Regina, Torben Wöller e suo fratello, Peter Doppler, Katharina Albers ed Hannah Kruger. I sei cenano, brindano ad un mondo senza Winden e dopo un breve blackout, ascoltano Hannah che racconta di aver avuto un dejavu e di voler chiamare Jonas il bambino che aspetta (nella stanza è presente un impermeabile giallo, a ricordarlo). Quindi il destino dice che Jonas nascerà ma che non sarà figlio di Hannah e Michael, ma di Hannah e Torben? No, non lasciamoci distrarre da questo, perché il punto è un altro. Il punto è ragionare sul perché siano presenti proprio questi sei personaggi. Ebbene, perché a parte Helge Doppler Claudia Tiedemann, anziani e presumibilmente altrove, quei personaggi sono gli unici che possono essere vivi senza i viaggi nel tempo, che in questo mondo non esistono, insomma, sono gli unici fuori dal nodo. Sono le uniche persone che nel loro albero genealogico non hanno un viaggiatore. Verifichiamo.

I fratelli Wöller: non sappiamo niente dei loro discendenti. Sono esterni ai legami con le altre famiglie di Winden. Peter Doppler: è figlio di Helge Doppler, a sua volta figlio di Bernd Doppler (il primo capo della centrale nucleare) e sua moglie Greta, insomma, nessun viaggiatore. Regina Tiedemann: figlia di Claudia Tiedemann, figlia di EgonDoris Tiedemann, nessun viaggiatore. Katharina Albers, figlia di Hermann ed Helene Albers; Hannah Kruger, figlia di Sebastian Kruger; ancora nessun viaggiatore.

Non può esistere Jonas perché Mikkel non è tornato indietro nel tempo (e in realtà neanche esiste); non può esistere Ulrich Nielsen e quindi tutti i suoi discendenti tra cui Martha, perché sua nonna Agnes non era altro che la sorella di Noah e figlia di Bartosz Tiedemann (figlio di Regina, tornato nel 1888) e sua moglie Slija (figlia di Hannah nel passato). Non esiste Charlotte e di conseguenza la famiglia, perché è la figlia di sua figlia Elisabeth ed Hanno Tauber (Noah).

Ma soprattutto, l’assenza a cena Alexander Tiedemann (Boris Nievald), che ha conosciuto e poi sposato Regina Tiedemann perché lavorava per la madre Claudia, ci suggerisce che a Winden non esista la centrale nucleare. Infatti, essa è stata costruita con la pressione del personaggio-trio dell’innominato, assente in questo mondo perché figlio di Martha. Nel mondo di origine non esiste neanche il figlio di Jonas e Martha, che scopriamo essere colui che completa tutti i buchi della trama. Infatti, è anche il padre di Tronte Nielsen, quindi nonno di Ulrich.

Il finale di Dark ci mostra con estrema coerenza come sarebbe Winden con il libero arbitrio, senza la pressione del destino già scritto e di personaggi che giochino a fare Dio. Ce lo mostra sempre con la medesima cena, in cui vediamo tutti i sei protagonisti aver finalmente seguito la propria natura. Regina Tiedemann ha amici che le vogliono bene, è viva, non ha avuto il cancro, non è bersaglio di bullismo; Torben Wöller non è sottomesso ai suoi capi, ma ospite con sua moglie ad una cena tra amici, Peter Doppler è dichiaratamente omosessuale ed ha un partner, il fratello di Torben, che quindi non si prostituisce; Katharina Hannah sono amiche perché Ulrich non esiste. A Winden finalmente tutto va bene.

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Contributor
Videogiocatore vecchio stampo, purista e rompiscatole. Di quelli cresciuti con Playstation 1, Playstation 2 e Game Boy Color. Amante del cinema e delle serie TV, sempre attento alle nuove uscite e speranzoso che nuovi e interessanti prodotti popolino la nostra vita fino a farci diventare asociali. No, forse questo è meglio di no. Speaker radiofonico di www.radioeverywhere.it dove il mercoledì dalle 18 alle 20 parla di colonne sonore di film, videogiochi e tv e anche giocatore semi-professionista di Texas Hold'em. Basta.