Valorant – Quali sono le differenze con CS:GO e Overwatch?

Con l'arrivo della closed beta di Valorant abbiamo analizzato le differenze fra l'opera di Riot Games e le sue due apparenti ispirazioni, CS:GO e Overwatch.

Andrea Pellicane
Di Andrea Pellicane GL Originals Lettura da 9 minuti

Come ben sappiamo la Closed Beta di Valorant è stata rilasciata da ormai diversi giorni. Questa sta riscuotendo un successo planetario non indifferente, dato che nonostante il gioco non sia disponibile per tutti gli utenti, moltissimi streamer hanno deciso di focalizzarsi sullo stesso, ottenendo in vari casi decine di migliaia di visualizzazioni, considerando poi le chiavi per accedere alla beta in palio con i Twitch Drops. Un vero e proprio videogioco che diventa fenomeno di massa, il quale per il momento è focalizzato solamente sul mercato PC.

Valorant

Tuttavia, le critiche al titolo sono certamente ben presenti, e riguardando principalmente il gameplay molto ispirato ad altre opere, tesi che viene portata in ballo da molti utenti. Dopo aver approfondito il sistema ludico del gioco all’interno della nostra anteprima, che potete leggere al seguente link, abbiamo pensato di considerare un confronto fra tre titoli multiplayer sparatutto di punta: Valorant, CS:GO di Valve (o Counter Strike: Global Offensive), e l’intramontabile Overwatch di Blizzard. Quali sono i punti di contatto fra le tre opere che vengono paragonate, sempre che ce ne siano? Scopriamolo insieme nelle prossime righe!

Tre sparatutto, tre universi 

Le principali critiche mirate a Valorant lo vedono come un figlio nato proprio da CS:GO e Overwatch, ma se il primo paragone potrebbe essere piuttosto sensato il secondo non è davvero riscontrabile. Alla formula brevettata da Valve, Riot Games ha aggiunto sì delle abilità, ma ciò non vuol dire che la software house si sia ispirata a Overwatch. Lo sparatutto Blizzard presenta un ecosistema di personaggi completamente diverso, come un gameplay e dei ritmi estremamente più frenetici e scanzonati per alcuni lati, dove le armi finiscono nel corso delle partite in secondo piano rispetto alle abilità con relativa frequenza, un concept che Valorant ha deciso di non sposare in alcun modo nella sua nuova formula.

Il paragone fra Overwatch e Valorant non è particolarmente brillante, ma il gioco prende diversi fattori a piene mani da Counter Strike: Global Offensive

Si tratta di un’idea invece innovativa, che pur prendendo molto dal passato riesce a rispolverare delle idee ormai remote, per quanto ancora funzionanti e in auge nella scena competitiva eSports odierna. Parliamo proprio delle meccaniche rese famose da Counter Strike: Global Offensive, il quale è riuscito con le sue peculiarità a forgiare le basi dell’idea di Valorant. Ci troviamo davanti a un comparto audio allo stesso modo curato, come anche a un’attenzione per i server e per la parità dei giocatori non indifferente. Se c’è qualcosa realmente similare quella è il sistema di shooting, con rinculi e traiettorie preimpostati quanto tecnici, che hanno reso iconico CS:GO e sembra siano la fortuna anche di Valorant.

counter strike

Si tratta di un sistema che non punta al divertimento e all’azione, ma all’estremo ragionamento e al movimento tecnico in ogni fase di gioco, mentre si cerca di posizionarsi nelle migliori zone per poter sparare prima dell’avversario visto il time-to kill irrisorio. Incide molto anche il dover bilanciare al meglio la propria velocità di movimento – per muoversi velocemente nella mappa – al rumore che i propri passi provocano, avvertendo irrimediabilmente tutti i nemici circostanti della propria presenza. Un’idea portata al meglio in Valorant e non variata particolarmente, che però riesce a essere pienamente rinfrescata da dei cambiamenti più adatti all’epoca odierna.

La chiave di lettura di Valorant 

Ad aggiornare le suddette meccaniche ci sono le abilità dei vari personaggi, le quali rendono sempre ogni partita diversa dalla precedente, per la presenza di ulteriori nemici e alleati che potranno sfruttare le proprie peculiarità per avere la meglio sugli avversari, al contrario di quanto succede in CS:GO. No, gli eroi non sono stati presi da Overwatch, gioco da cui Riot Games potrebbe aver attinto ispirazione forse per il comparto grafico a tratti low-poly, ma sarebbe più plausibile che l’idea sia scaturita dal suo titolo di punta ancora estremamente in voga e supportato: League of Legends. Attraverso le specialità degli Agenti, ogni posizione e arma diventa più adatta a un personaggio piuttosto che a un altro, e scegliere dove posizionarsi nella mappa non è più una semplice preferenza, ma un calcolo scaturito dalle varie abilità e possibilità che renderanno alcuni degli eroi più adatti a specifici punti della mappa rispetto ad altri, i quali potranno ovviamente eccellere in altre aree.

Il progetto di Riot Games rivisita le meccaniche di CS:GO in chiave moderna, offrendo un’esperienza più fresca e meno conservativa: a conti fatti una valida alternativa

Inoltre, il sistema di shooting rimane la parte principale del gameplay, dato che le abilità non vanno a intaccare radicalmente gli esiti delle partite rispetto al gunplay e all’abilità con le proprie bocche da fuoco di ogni giocatore. A questo proposito il negozio di gioco è stato completamente modernizzato, reso maggiormente user-friendly per gli scambi fra i giocatori e la vendita degli oggetti appena acquistati su cui si cambia idea. Le mappe risultano estremamente più capienti e queste, almeno per il momento, non possono essere selezionate prima che la partita inizi come avviene nel titolo di Valve. In questo modo i giocatori sono portati a imparare man mano a cavarsela su tutti i campi da gioco presenti e giocabili omogeneamente, senza concentrarsi su una singola mappa. Non sappiamo tuttavia se questa feature verrà stravolta nella modalità classificata, che speriamo non si faccia attendere particolarmente, dato che porterà nuova linfa vitale al gioco e la possibile presenza del fuoco amico fra gli alleati.

Overwatch Anniversary

La fuga dalla vecchia guardia

A conti fatti è chiaro che Valorant non sia per forza migliore di Counter Strike: Global Offensive, né l’evoluzione dello stesso, ma semplicemente una valida alternativa agli attuali titoli in vigore. CS:GO non riceve infatti update particolarmente incisivi, ed è chiaro che i videogiocatori non invischiati nella scena competitiva possano cambiare titolo multiplayer su cui concentrarsi. Overwatch, invece, sta venendo pian piano abbandonato da Blizzard in vista di Overwatch 2, e la mancanza di aggiornamenti ha portato la community a spostare pian piano l’attenzione verso lo sparatutto, canalizzandola verso il nuovo fenomeno del momento.

Valorant è un fenomeno mediatico, ma anche se inizierà a spegnersi non è  certamente detto che debba appassire.

Quando tutti avranno la possibilità di provare Valorant, molti non si troveranno a loro agio nel nuovo titolo di Riot Games, in fin dei conti quest’eccessiva popolarità è solo un fenomeno mediatico che pian inizierà presto a dissolversi. Puntando tutto sul prodotto però, Riot Games potrebbe essere in grado di creare un nuovo capostipite del genere, che riceva comunque un ottimo interesse da parte della community e possa vedersela faccia a faccia con i giochi più avviati da diverso tempo, diventando un vero e proprio successo globale, dato che sembra avere proprio tutte le carte in regola per esserlo!

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Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.