Manca poco meno di un mese all’uscita dell’atteso Death Stranding e la maggior parte dei dettagli sul titolo sono ancora avvolti nel mistero. Questo per volere del suo ideatore Hideo Kojima che, nel corso di una recente intervista per Famitsu, ha parlato delle difficoltà nel cercare di trasmettere lo spirito del gioco cercando di mostrare il meno possibile. Successivamente, Kojima si è soffermato sulla quantità di approcci a Death Streading, rivelando che ci vorrà molto tempo per capire i molteplici modi di giocare il titolo. L’autore ha inoltre sottolineato l’importanza dei legami tra i giocatori.
C’è una fase di gioco che ho mostrato al TGS in cui c’è una lunga camminata, poi la visuale lascia spazio alla comparsa di una città e in contemporanea parte una canzone… può quasi far commuovere quel momento. Mostrare un’esperienza simile in 15 minuti è complicato. Per questo non volevo farlo. Ho deciso poi di concentrarmi su cose strane come Sam che fa pipì. Una volta che si ha la possibilità di ‘connettere le cose’, allora il modo di giocare cambia. Alcuni costruiranno ponti per altri giocatori, qualcuno si preoccuperà di consegnare i carichi persi dai colleghi corrieri, c’è chi si concentrerà sul combattere i nemici e chi eviterà del tutto gli scontri. Di solito nei giochi fai tutto pensando al bene del tuo personaggio: i power up, i soldi da accumulare… Anche se costruisci un ponte, lo fai perché ti serve personalmente. In Death Stranding il ponte che costruisci viene condiviso con le altre persone nel mondo e quando ti avvicini a un ponte puoi mettere un “Mi piace”. Mi è successo di chiedermi se non fosse utile anche per gli altri giocatori avere un ponte in questo o quel punto, finendo poi per costruirlo.