Tra le varie IP che hanno dettato la fortuna di Microsoft, è indubbio che quella di Gears of War figuri come una delle più importanti. Rivelatasi capace di stregare milioni e milioni di giocatori divenendo un vero e proprio punto di riferimento per innumerevoli TPS che le avrebbero fatto seguito, la creatura di Epic Games è infine passata nelle mani di The Coalition, team che dopo un quarto capitolo rivelatosi non all’altezza delle aspettative, è infine riuscito a riguadagnare l’attenzione di una nutrita schiera d’appassionati grazie all’ottimo Gears 5. Poi, però, ecco che il team decide di tirare fuori dalla manica un progetto a dir poco inatteso, quello strano Gears Tactics che nelle sue premesse punta a offrire un’esperienza in pieno stile Xcom all’interno di quell’universo narrativo che per anni e anni ci ha visti combattere contro le pericolose Locuste.
Dai tempi della sua prima presentazione ne è passata di acqua sotto i ponti e fortunatamente, più il progetto veniva messo in mostra, più ci si rendeva conto che Splash Damage aveva le idee ben chiare su come strutturare la produzione. L’opera appariva solida e variegata in ogni sua forma, ma solo la prova sul campo ci avrebbe permesso di dare quella valutazione conclusiva che era tanto attesa. Ebbene, noi di Game Legends ci siamo potuti lanciare in questo nuovo viaggio con largo anticipo rispetto alla release ufficiale e ora siamo finalmente pronti a darvi il nostro giudizio finale a riguardo. Gears Tactics verrà ricordato come un nuovo possibile punto di partenza, parallelo alla serie principale, oppure il tutto verrà bollato come progetto privo di carisma?
Terra bruciata
Ambientato dieci anni prima degli eventi narrati in Gears of War, l’avventura ci vedrà impersonare i panni di Gabe Diaz, membro COG con un oscuro passato alle spalle e che si ritroverà suo malgrado a dover affrontare una pericolosa minaccia che incombe sull’umanità. La guerra contro le Locuste è nel pieno del suo svolgimento, tra città in fiamme e sopravvissuti in fuga, e il nemico sembra aver iniziato ad adottare tattiche assai diverse rispetto a quanto visto nelle prime fasi dell’invasione. Il capo scienziato Ukkon, temuto dai COG per i suoi brutali esperimenti, sembrerebbe avere infatti le mani in pasta su un progetto sconosciuto che, se portato a compimento, potrebbe portare alla sconfitta dell’intera razza umana. Da soldato delle retrovie poco interessato alla battaglia, Gabe si ritroverà così a dover dar forma a un vero e proprio esercito fatto di soldati esperti e reclute alle prime armi per guidarlo in un Inferno di sangue e proiettili che possa porre la parola fine ai piani di Ukkon, indipendentemente dal costo di un piano tanto avventato.
Narrativamente parlando, Gears Tactics non brilla certo per inventiva, offrendo una sceneggiatura basata sui classici stilemi a cui tanti altri titoli del genere ci hanno abituati. Disperazione per la fine incombente, desiderio di vendetta per i compagni caduti, cameratismo, sono tutte tematiche che in-game andremo ritrovando in un calderone che, pur presentando un retrogusto di già visto, alla fine dei conti funziona più che egregiamente. Il giocatore di turno si ritroverà così spinto a completare una missione dietro l’altra scoprendo nel mentre nuovi retroscena su vicende e personaggi all’interno di cutscene che possono contare su un’ottima regia. Come da prassi, non mancheranno colpi di scena – in alcuni casi facilmente prevedibili – e un alto tasso di pathos a condire il tutto. Quella che viene così delineandosi è un’avventura piacevole da seguire e che svolge bene il suo lavoro, seppur manchi quella scintilla capace di tenere incollati allo schermo dall’introduzione fino ai titoli di coda.
Pericolo incombente
Come detto poco sopra, Gears Tactics si caratterizza per una componente ludica che cambia totalmente le carte in tavola rispetto a quanto visto fino ad oggi con il brand. L’avventura, infatti, fin dai primi istanti in-game mette ben in chiaro la sua natura da strategico a turni, un’esperienza che attingendo a piene mani dall’epopea di Xcom – tornata in auge proprio in queste ultime generazioni videoludiche – riesce a offrire un gameplay estremamente divertente e variegato. Una volta giunti sul campo di battagli potremo utilizzare i vari punti azione della nostra squadra per compiere svariate azioni, come attaccare, mettersi in copertura o utilizzare abilità speciali all’interno della griglia di movimento a scacchiera che costituisce la mappa. La prima peculiarità che Gears Tactics delinea con forza dirompente si riassume nella sfida che riesce a offrire, capace di mettere in crisi anche il giocatore più capace, nonostante la presenza di quattro diversi livelli di difficoltà pensati per andare incontro a ogni genere d’utenza.
Spesso e volentieri ci ritroveremo infatti ad affrontare situazioni in cui saremo visibilmente in svantaggio e dove l’unica speranza di sopravvivenza risiederà nelle nostre capacità di comando… senza ovviamente disdegnare quel pizzico di fortuna che si è sempre fatta sentire in produzioni di questo genere. Anche in questo caso, infatti, quando avremo un nemico a tiro ci verranno indicate le probabilità che il nostro colpo vada a segno (e premendo un apposito tasto, potremo anche ricevere alcune utili informazioni aggiuntive, quali probabilità che il proiettile venga schivato o che l’attacco si riveli critico), una peculiarità a cui ci siamo oramai abituati ma che, ancora una volta, porta certe situazioni a essere determinate anche dalla mera casualità. Non di rado ci è infatti capitato di mancare bersagli con oltre il 90% di probabilità di successo o, ancora, contro ogni previsione possibile attacchi disperati si sono rivelati degli inaspettati successi, una situazione che a lungo andare potrebbe spazientire ben più di qualche giocatore.
Le qualità del buon leader
Saper posizionare le proprie unità e gestirne ogni azione sarà di fondamentale importanza per giungere all’agognata vittoria, quindi ricordatevi sempre che una buona copertura sarà la vostra miglior alleata. In totale sono presenti cinque tipologie d’unità, classi caratterizzate da armi e capacità differenti, senza contare la presenza di altrettanti skill tree con innumerevoli abilità attive e passive utili per variegare ancor di più gli scontri. Nelle mappe sono tra l’altro presenti anche numerose casse che, una volta recuperate, daranno accesso a vari miglioramenti per il proprio armamentario, con un vero e proprio loot system che, per quanto semplice, funziona egregiamente e rappresenta un ulteriore merito della produzione. Il team di sviluppo ha inoltre dimostrato grande capacità nel riuscire a dare al prodotto quel gusto adrenalinico e violento proprio della serie Gears con cui è difficile entrare in contatto giocando a uno strategico. Ecco quindi che quando avremo ferito un nemico, questo potrà essere anche eliminato con una finisher che, se eseguita, regalerà un punto azione aggiuntivo a tutte le unità (di fatto spronandoci ad adottare un atteggiamento più aggressivo), così come non mancheranno quegli attacchi corpo a corpo che se gestiti nel modo giusto vi permetteranno d’eliminare coriacei avversari in poche semplici mosse. Il divertimento è garantito e l’esperienza offre fortunatamente una buona varietà di situazioni che contribuiscono a far venir meno qualsiasi rischio di monotonia, senza poi ovviamente dimenticare i tanti incarichi secondari che, se da una parte renderanno più complicato concludere una missione, dall’altro lato vi permetteranno di ottenere equipaggiamento d’ottima qualità.
Gears Tactics fonde magnificamente la struttura ludica di uno strategico a turni con il fascino di Gears of War
Siamo poi rimasti piacevolmente sorpresi dall’ottima intelligenza artificiale sfoggiata dai tanti avversari che incontreremo, tutti ben diversificati – con le proprie debolezze e resistenze – e dove non si faranno mancare neanche degli imponenti boss da dover mandare a tappeto. Il nemico è infatti estremamente aggressivo e al contempo capace di mettere in pratica tattiche di guerriglia particolarmente efficaci, con alcuni scontri davvero impegnativi dove ci siamo ritrovati con il fiato delle Locuste sul collo fino all’ultimo turno, complice anche un ottimo level design delle ambientazioni. In tutta questa variegata sinfonia di scelte prese con minuziosa attenzione, figura anche la presenza di una meccanica che se in un primo momento potrebbe apparire quasi inutile, a lungo andare si rivelerà invece parte integrante di ogni vostra strategia, ovvero l’opzione vedetta. Tale modalità permetterà infatti di mettere un vostro uomo in posizione di tiro per attaccare automaticamente chiunque dovesse entrare nel suo (ben visibile e modificabile) cono visivo, azione che spesso e volentieri interromperà anche l’unità nemica facendogli perdere tempo prezioso; fate attenzione, però, poiché anche gli avversari potranno fare la stessa identica cosa e non di rado ci siamo ritrovati con unità impossibilitate a muoversi poiché altre tre Locuste erano in modalità vedetta, in attesa solo di un nostro ordine.
Quello che si evince giocando è che i ragazzi di Splash Damage sono riusciti a concretizzare un’esperienza che, pur senza tradire le opere a cui fa riferimento, mette in mostra un suo non scontato carisma, presentando innanzi al giocatore intensi scontri da vivere turno per turno, lì dove la vittoria sarà ottenibile solo combattendo con le unghie e con i denti. Da un punto di vista squisitamente grafico, Gears Tactics si caratterizza per un lavoro di prim’ordine dove, tolta qualche animazione scricchiolante, tutto funziona a meraviglia, tra texture di pregevole fattura, ottimi modelli poligonali, giochi di luci e ombre splendidi, ambientazioni ricche di dettagli e una stabilità generale che ci ha permesso di godere dell’intera avventura su PC a 60 fotogrammi al secondo fissi anche nelle fasi più caotiche. Detto questo, è quindi un peccato dover constatare come il comparto audio soffra di uno strano problema che ci è parso completamente casuale e quindi dovuto forse a una qualche patch mancante da dover installare al Day One. Di tanto in tanti, infatti, ci siamo ritrovati a vedere cutscene dove l’audio generale era desincronizzato anche di due secondi abbondanti rispetto a quanto stava avvenendo su schermo, una pecca che in parte rovina anche l’ottimo doppiaggio italiano presente e che speriamo di cuore possa venir risolta.