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Zombie Army 4: Dead War – Recensione, a caccia di Zombie per tutta l’Italia

Prendete un brand come Sniper Elite, immaginatevi un finale alternativo per quanto riguarda gli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale e conditeli con tanto horror: sono questi gli ingredienti che compongono quel pazzo mondo di Zombie Army 4: Dead War. Dopo due chiacchiere fatte con gli sviluppatori (potete trovare l’intervista qui), ora bisogna imbracciare il fucile da cecchino, addentrarci nelle più iconiche città italiane e partire alla volta della recensione di questo titolo, nato da una costola di Sniper Elite e divenuto con questo quarto capitolo vero gioco standalone.

Camminare con le proprie gambe

In principio era Nazi Zombie Army: un gioco standalone che sfruttava il motore grafico di Sniper Elite V2 e rendeva il gioco una gigantesca storia alternativa horror. Hitler, quasi sconfitto, utilizzava la magia oscura per far resuscitare i morti, mettendo gli alleati in serio pericolo. Da un semplice esperimento, questo titolo ha visto la nascita di un secondo capitolo, e infine di Zombie Army Trilogy, un gioco disponibile su Ps4, Xbox One e PC che unificava delle rimasterizzazioni dei primi due titoli e un nuovo capitolo. Sempre vissuto sotto l’ombra di Sniper Elite (soprattutto per le poche aggiunte, zombie esclusi, che faceva in confronto al titolo mastro), è proprio con questo nuovo capitolo che invece si distacca completamente (o quasi), prende la sua strada e inizia a camminare con le proprie gambe.

Zombie Army 4: Dead War infatti inserisce tante novità che Sniper Elite non potrebbe gestire, e lo fa in modo intelligente ma soprattutto con una voglia intrinseca di differenziarsi. Le tinte horror, le scene da b-movie e le tematiche classiche del genere sono sempre presenti, ma ad accompagnarle ci pensa un gameplay approfondito per migliorare l’equipaggiamento del vostro personaggio così da fronteggiare sfide sempre più difficili. Se infatti all’inizio potreste trovare facile tenere a bada una ventina di zombie, la difficoltà è crescente e andando avanti sarà necessario pianificare bene i propri scontri.

Purtroppo questa pianificazione non è dettagliata quanto quella di Sniper Elite, soprattutto per il fatto che gli zombie non posseggono una vera e propria IA (giustamente) e la scelta che hanno è soltanto quella di camminarvi incontro, cercando di mordervi. Se quindi di solito con questo gameplay voi eravate abituati a trovare una strategia a distanza, stavolta sarà facile fermarsi a distanza e maciullare uno zombie dopo l’altro. Ovviamente la X-Ray Kill Cam torna in pompa magna per rendere queste uccisioni più spettacolari, ma solo avanzando nel gioco diventerà sempre più divertente destreggiarsi tra i nemici, soprattutto per il level design, spazioso quanto serve ma non troppo da snaturare il gioco.

L’arma giusta

In Zombie Army 4: Dead War potrete personalizzare il vostro personaggio con l’avanzare del gioco, così come le armi e le abilità. Se l’estetica vi proporrà delle modifiche basic, questo non si può dire dell’equipaggiamento. Ogni arma potrà essere potenziata, grazie a dei punti da spendere e a degli slot da riempire con le abilità, capaci di rendere ogni singolo oggetto un qualcosa di letale contro i vari zombie, mentre abilità corpo a corpo e potenziamenti vari aggiungeranno un po’ di brio (e di stile) alle varie uccisioni. Non stiamo parlando di un sistema RPG approfondito, ma i dettagli tanto bastano a trasformare il vostro personaggio nel vostro avatar decisionale: che siate dei calcolatori che vogliono spappolare la testa di ogni zombie, oppure dei risolutori pronti ad annichilire le orde con il fucile a pompa, troverete sicuramente pane per i vostri denti, oltre che libertà decisionale nell’approcciare ogni sfida come meglio credete.

Per quanto riguarda la trama, il gioco riparte dall’uccisione avvenuta di Hitler, che però non è bastata a fermare le orde di non morti, che ancora imperversano sul mondo. A quanto pare l’Italia sembra il posto meno colpito, e proprio questo sposta la narrazione sul belpaese, che diventerà oggetto delle varie missioni del gioco. Ognuna di essere vi farà quindi visitare location fantastiche, non tanto per l’accuratezza storica quanto per il level design, a dir poco eccezionale. Ovviamente né la trama né la ricostruzione storica sono i punti di forza del brand, ma quel pizzico di qualità extra l’abbiamo gradita molto. Il comparto tecnico non trova tante novità dal precedente capitolo, sebbene l’User Experience e l’interfaccia siano rinate soprattutto per differenziarsi dal filone principale. Menzione finale (non per importanza) va fatta alle modalità di gioco: sebbene in single player il titolo sia godibile, con il multiplayer il titolo raggiunge un altro livello, spingendo molto sulla coordinazione del team. Se questo non è vitale nella campagna, nelle orde invece ogni singola azione dovrà essere ben calibrata, pensata e articolata in modo ineccepibile. Proprio questa anima cooperativa rende Zombie Army 4: Dead War un gioco completo, non un semplice spin-off, ponendo sul mercato un titolo unico sotto molti aspetti.

Zombie Army 4: Dead War

8

Distaccatosi già con il terzo capitolo, Zombie Army 4: Dead War è la dichiarazione d'indipendenza del brand. Uccidere zombie non è mai stato così divertente, e lo si evidenzia in ogni X-Ray Kill Cam, ogni arma scelta e potenziata, ogni approccio tattico. Libertà d'espressione totale nell'uccisione delle orde e uno strano amore per i b-movie horror rendono il gioco davvero divertente e ben fatto, al punto che le sbavature tecniche non inficiano sul risultato generale.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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