You è una serie televisiva statunitense distribuita su Netflix e basata sull’omonimo romanzo di Caroline Kepnes. L’ideatore della serie è Greg Berlanti e ha come attore protagonista Penn Badgley (Dan Humphrey di Gossip Girl). Hanno realizzato 5 stagioni e la quinta, nonché ultima, è uscita il 24 Aprile.
Joe (Penn Badgley) è tornato là dove tutto è iniziato, questa volta come marito di Kate (Charlotte Ritchie), diventata CEO della Lockwood Corporation. Ufficialmente è un uomo potente, rispettato, nominato “Prince Charming” dalla stampa. Ma dietro la facciata di perfezione si cela, come sempre, l’abisso. Nella libreria che gestisce, Joe assume Bronte (Madeline Brewer), donna affascinante e misteriosa, che risveglia in lui istinti che pensava sopiti. Ma Bronte non è ciò che sembra: lavora sotto copertura per incastrare Joe. Arrivati finalmente alla stagione finale di You, Joe dovrà fare i conti con i fantasmi del passato e con le conseguenze delle sue azioni.
Dove tutto ebbe inizio e non solo
Non è un caso che gli ultimi episodi o le ultime “imprese” di Joe Goldberg siano ambientate a New York, visto che è il luogo dove tutto ebbe inizio. Una scelta narrativa piuttosto coerente, come lo è stato il finale, e anche contestualizzata per la chiusura, mostrandosi come una chiusura del cerchio riguardante lo stalker che si nasconde dietro alla faccia del “bravo ragazzo”.
La prima stagione iniziava a New York, nel momento in cui Peck è entrata dentro il negozio dove lavora Joe. Quello fu il preludio di tutto. Tutte le relazioni e le imprese di Joe, che comprendono lo stalking (a tratti irreale), la violenza e l’omicidio, lo hanno portato a vagare in varie parti del mondo, fino a quando non è rientrato a New York. Così, come il suo lato oscuro torna sempre a colpire, Joe ritorna dove tutto ebbe inizio, dove dovrà fare i conti con i suoi fantasmi del passato e le sue azioni.
Una serie capace di coinvolgere fino alla fine
La cosa incredibile di You, oltre ad essere ben diretta, è che nonostante alcune scene irrealistiche e qualche ripetitività, riesce a tenere incollato il pubblico per tutto il tempo, e viene a presentarsi sempre un plot twist inaspettato. Non è da tutte le serie riuscire a fare questo, per diverse stagioni, eppure You ci è riuscito fino alla fine.
La quinta ed ultima stagione riesce a fare questo e, alla fine di ogni episodio, viene voglia di guardare quello successivo. Si è conclusa al momento giusto e con un finale lineare e contestualizzato, perché se fossero andati oltre forse sarebbero cascati nella banalità e nella forzatura. Già si avverte già una certa ripetitività, e qualche sottotrama sembra che venisse tirata per le lunghe perché non si sapeva come riempire qualche scena. Tuttavia, il coinvolgimento è sempre alto, e si ha sempre la curiosità di sapere come andrà a finire la serie.
Joe Goldberg e il suo lato oscuro
Questa è la stagione dove Joe Goldberg fa i conti con i suoi crimini e con il suo lato oscuro. Ha provato ad avere una redenzione e a lottare contro i suoi demoni interiori, ma ormai quel lato oscuro è come un’ombra… lo segue ovunque, e non può sparire. Pensa che quelle azioni siano dettate da una “giusta causa” e di essere nel “giusto”.
È un uomo che da piccolo è stato abbandonato e quell’abbandono è stato un trauma che lo ha marchiato a vita. Quel senso di vuoto cerca di colmare con l’amore, perché lui vuole essere amato e amare a sua volta. Per questo “non vede male” quelle azioni, e pensa di agire per il bene della Lei di turno, che quando si accorge di questo suo lato prova a scappare, cosa che lui non accetta, tanto che arriva a compiere quell’atto orribile per evitare di essere abbandonato. Lui vuole essere amato, nonostante quello che egli prova non è amore (nonostante secondo lui lo è), perché se amasse per davvero, non farebbe quello che fa poi a quelle persone.
Una denuncia alla violenza maschile e alla sua “romanticizzazione”
Il profilo psicologico di Joe Goldberg ricorda molto quello di alcuni uomini che praticano violenze fisiche e psicologiche, e questa serie, in particolare quest’ultima stagione, vuole parlare di questo grosso problema sociale e anche della sua “romanticizzazione”. Il finale è una chiusura del cerchio, e Joe ottiene l’esito che si merita.
Nella scena finale, dove tutti i nodi vengono al pettine, viene fuori un altro problema: la tendenza a romanticizzare il profilo del serial killer e cercare di “giustificare” o far passare come “giuste” quelle azioni, perché sarebbero guidate dall’amore (ma un amore malato). L’intento è proprio questo: far vedere che esistono questi fenomeni, far riflettere su di essi e cercare di porvi fine, ma la strada per l’eliminazione del problema è ancora lunga, e si può iniziare con piccoli passi.