Yes, Your Grace 2: Snowfall Recensione, una corona sempre più pesante

Un regno da difendere, dove la sopravvivenza è sempre appesa a un filo. Prenderai le decisioni giuste? Ecco la nostra recensione di Yes, Your Grace 2: Snowfall.

Gianluigi Crescenzi
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Gianluigi Crescenzi
Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto...
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Recensioni
Lettura da 6 minuti
7.5 Buono
Yes, Your Grace 2: Snowfall

I giochi in pixel art devono sempre offrire qualcosa di gustoso, di particolare, e non parliamo solo della vista. Per entrare all’interno dei personaggi, soprattutto di fronte a narrazioni importanti, c’è bisogno sempre di una caratterizzazione degna, e se parliamo poi di titoli dove l’audio parlato viene proposto in una lingua fittizia, la missione è ancora più complicata. Yes, Your Grace 2: Snowfall è il secondo capitolo della serie, dopo un primo che già si era fatto amare grazie alle sue peculiari caratteristiche di scelte, azioni e conseguenze. Ma come dovremo gestire il nostro regno stavolta? E soprattutto, nei panni di chi? Ecco la nostra recensione.

Si, mia Regina!

Yes, Your Grace 2: Snowfall riparte dal finale del primo capitolo, con le cicatrici ancora fresche di un regno piegato dalla guerra e un inverno in arrivo che blocca ogni speranza. L’incipit introduce subito un personaggio nuovo nel cuore della storia: la Regina Aurelea, che dopo un atto iniziale che non vi spoileriamo, si ritrova costretta a prendere le redini mentre il Re Eryk si trova in condizioni precarie. La narrazione offre un breve riepilogo e un questionario iniziale che consente di trasportare alcune scelte del primo gioco nel sequel, pur senza pregiudicare l’accessibilità per i nuovi arrivati. Continuando a non entrare nei dettagli, con Snowfall i giocatori conosceranno un nuovo volto a dir poco sfaccettato, con una trama che, senza particolari exploit narrativi da annoverare, tiene abbastanza alto l’interesse del giocatore, senza mai però farci rimanere a bocca aperta.

Narrativamente, il sequel continua a scavare nell’atmosfera medievale immersa nel folclore slavo, e l’avvicendamento a corte è ben supportato da scenari cupi e la cara vecchia pixel art di cui vi parlavamo, arricchita ancora da dettagli luminosi che trasmettono gelo e desolazione. Il focus sulla famiglia, prole e nuovo arrivato, getta una luce emotiva intensa che va al di là della mera politica, mentre le narrazioni secondarie, affidate agli agenti (soldati, stregoni, mercenari) e alle figlie, arricchiscono il tessuto emotivo del titolo. Non mancano alcuni piccoli approfondimenti, un pizzico d’amore, e parti del tutto oniriche, che rendono la narrazione molto equilibrata nel suo complesso.

Tra gelo e scelte infuocate

Dal punto di vista del gameplay, ci troviamo di fronte a un titolo con scenari a scorrimento in 2 dimensioni, dove si alternano momenti di seduta nel trono, missioni sul campo e brevi sequenze tattiche dove scegliere parti della mappa da esplorare. Un’esperienza che, pur restando semplice nel design, ci regala quei guizzi di tensione utili a spezzare la routine.

La struttura di gestione settimanale già nota ai giocatori del primo capitolo è rimasta pressoché invariata: nel cortile della sala del trono si affollano cittadini, diplomatici e persino membri della famiglia, ognuno con richieste pressanti che possono riguardare denaro, oggetti, spedizioni o leggi. Tuttavia, rispetto all’originale, il sistema risulta un po’ più articolato. Gli agenti non sono più semplici pedine: hanno caratteristiche distinte, stamina limitata, possono essere equipaggiati e selezionati con cura (e si, dovremo anche pagarli o rattoppare le loro ferite all’occorrenza). La combinazione tra agente e oggetto giusto (una spada per un bandito, un elisir per un malato) evolve la strategia e introduce una dinamica di abbinamenti che obbliga a ponderare a fondo ogni risorsa, dato che non saranno mai abbastanza per tutti. Attenzione però, “l’inverno sta arrivando”.

La pressione sulle nostre spalle è molto significativa, dopotutto da sovrano dovremo praticamente far quadrare i conti e tenere sott’occhio ogni risorsa. L’alternanza tra esse – oro, scorte di oggetti, personale, influenza e felicità – richiede una gestione precisa, dove ogni scelta sbagliata può generare una reazione a catena di disastri o mancanze. Un rifiuto a un popolano può abbassare il morale del popolo e rendere più difficile riscuotere tasse o ottenere provviste, ma a volte possiamo renderci conto del tentativo di essere raggirati, e in quel caso rifiutare avrà un risvolto positivo. L’approccio strategico resta legato a questa routine delle settimane, ma la soglia di errore è notevolmente più bassa. Il gioco costringe a sacrifici continui: scegliere tra risolvere una crisi legata alla fame, rispondere a un attacco di briganti o mantenere viva la speranza in patria.

Sopravvivenza, questa complicata

Oltre alla campagna principale, Snowfall presenta una modalità Survival, incentrata esclusivamente sulla sopravvivenza del regno senza la trama. In questa modalità, le meccaniche sono le stesse, tra gestione e minacce da affrontare, ma l’obiettivo diventa estendere la vita del regno il più a lungo possibile, senza aiuti narrativi o intermezzi. Certo, non si tratta di una modalità proprio perfetta, dato che abbiamo notato alcuni problemi di bilanciamento tra risorse ottenibili, guadagni settimanali e spese. Insomma, un po’ sul baratro della frustrazione.

Senza dubbio possiamo definire Yes, Your Grace 2: Snowfall un sequel maturo, più complesso e meno indulgente del suo predecessore. Di certo è uno di quei giochi dedicati a una piccola fetta di pubblico, quella che cerca un’esperienza indie riflessiva, con decisioni a lungo termine e una forte componente emotiva, senza farsi spaventare da qualche meccanica un po’ più cervellotica per la gestione delle risorse.

Yes, Your Grace 2: Snowfall
Buono 7.5
Voto 7.5
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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.