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Yakuza: Like a Dragon – Anteprima, la nuova giovinezza della serie

Arrivato per il momento solo in Giappone, Yakuza: Like a Dragon rappresenta uno snodo fondamentale per la famosa serie realizzata da SEGA. Esso non è infatti solo l’ottavo capitolo del franchise (considerando anche Yakuza 0), ma un vero e proprio nuovo inizio, che porterà certamente una ventata d’aria fresca nel suo gameplay. Le novità infatti saranno molte, dal personaggio principale alle meccaniche di gioco, tuttavia l’atmosfera tipica della saga non sembra sia andata perduta, grazie ad un’impostazione di base che è stata conservata insieme a vari altri elementi di gioco. Andiamo quindi ad analizzare ciò che sappiamo del titolo e scopriamo se perché ci sono alte possibilità che questo equilibrio venga mantenuto.

Il debutto di Ichiban Kasuga

Le novità dell’ultimo episodio di Yakuza partono certamente dalla figura che troviamo in primo piano. Il nuovo protagonista, Ichiban Kasuga, è un personaggio dal carattere estroverso e dunque molto diverso rispetto al silenzioso Kazuma Kiryu. Tuttavia i due condividono un background abbastanza simile, nonché una forte personalità e, nonostante Kiryu sia dotato di molta più forza, buone doti nel combattimento.

Le vicende iniziali della trama, mostrate nel trailer d’annuncio, portano Kasuga nel distretto di Isezaki Ijincho a Yokohama, ambientazione principale del gioco. Anche questa rappresenta una buona novità per la serie, in quanto nei capitoli precedenti il luogo primario era solitamente la città di Kamurocho. L’approdo nella nuova località è un’occasione per il protagonista di formare qualche rapporto, e vediamo qui forse la più grande differenza tra lui e Kiryu.

Durante la sua avventura, Kasuga sarà infatti accompagnato da altri tre personaggi, i quali andranno a formare un “party” completo all’interno dei combattimenti. Veniamo qui al cambiamento più radicale apportato da Yakuza: Like a Dragon, ovvero la componente JRPG.

Un gioco di ruolo originale e grottesco

Gli scontri a turni che caratterizzano il titolo rappresentano un vero e proprio cambio di rotta per il franchise che, se ben sfruttato, potrà sicuramente garantire molti benefici. In questo senso i vari stralci di gameplay che abbiamo analizzato sono promettenti, in particolare grazie a quel bellissimo senso di grottesco che emerge dall’unione di un setting cittadino e meccaniche di gioco alla Dragon Quest. Serie, quest’ultima, amata dallo stesso Ichiban Kasuga. A differenza dell’epicità contenuta negli episodi della saga di Square Enix, qui i toni sono molto più scanzonati, se non parodistici. Basti pensare al sistema dei lavori (o “classi”), tra cui troviamo ad esempio l’Idol, il Fortuneteller o il ballerino, ma anche alle “evocazioni” di assistenti sbloccabili attraverso missioni secondarie.

In ogni caso, la profondità non sembra mancare, grazie a delle dinamiche abbastanza interessanti. Tra queste troviamo l’interattività con l’ambiente circostante, grazie a cui è possibile vedere i nostri personaggi scalciare biciclette o altri oggetti contro i nemici. Importante è anche il posizionamento degli avversari, i quali durante la battaglia non restano immobili e aprono quindi la strada a diverse strategie. Ad esempio, si può decidere di attendere che uno degli obiettivi si avvicini ad un altro per poi scatenare, al momento giusto, un attacco ad area.

A donare più dinamicità ai combattimenti intervengono anche dei piccoli quick time event, che richiedono, in caso di attacchi speciali, di premere un tasto al momento giusto per incrementare il danno inflitto o per ridurre quello subito. Chi non apprezza particolarmente la lentezza dei classici scontri a turni può quindi tirare un sospiro di sollievo, in quanto Like a Dragon sembra presentare un sistema abbastanza attivo, oltre che sopra le righe. Inoltre è presente un pratico comando di auto battle, che consente di velocizzare le battaglie in caso ci si imbatta in nemici dal livello piuttosto basso.

La filosofia da gioco di ruolo pervade ovviamente anche tutto ciò che sta intorno alla pura azione, con statistiche da tenere in considerazione, un equipaggiamento da gestire e altro ancora. Non manca nemmeno uno degli elementi classici del genere: i dungeon. Si tratta di veri e propri luoghi sotterranei della città in cui è possibile incontrare svariati nemici e, soprattutto, risorse utili che cambiano ad ogni visita del labirinto, spingendo il giocatore ad esplorarne uno più volte per ottenere sempre più esperienza e oggetti.

Yakuza: Like a Dragon

Atmosfere conosciute

Al momento abbiamo parlato solo di quelle che sono le grandi novità di questo titolo, tuttavia va detto che Yakuza: Like a Dragon pare mantenere comunque ben saldo il suo legame con i capitoli precedenti. Questo si nota principalmente nell’esplorazione, la quale avviene ora in quella che appare come una mappa ben più ampia delle precedenti e in cui sarà disponibile l’opzione del viaggio rapido. Dove è evidente il tocco della serie è nelle quest e attività secondarie che, già dai trailer, sembrano estremamente folli e singolari. Non si può non citare in questo caso il Dragon Kart, ovvero una corsa di kart per le vie di Yokohama che ricorda quelle di un famoso idraulico baffuto.

Siamo insomma davanti ad un titolo che protegge quelle che sono le radici del franchise a cui appartiene e che allo stesso tempo ne stravolge parte del gameplay. Per questo motivo l’opera appare molto promettente, in quanto potenzialmente è in grado di regalare un’esperienza nuova, fresca e particolare senza dover snaturare le sue origini. Non ci resta che attendere il rilascio in Occidente per tirare le somme, anche se al momento la data d’uscita su PlayStation 4 è impostata su un generico 2020.

Francesco Lancia
Dopo aver passato la sua infanzia tra titoli PC tie-in basati su film d'animazione e Game Boy Color, i videogiochi sono diventati la sua principale fonte di divertimento. Ritiene la musica una delle componenti più rilevanti e non può fare a meno di ascoltare le OST dei suoi giochi preferiti a oltranza. Nonostante attenda sempre le uscite più importanti, negli ultimi anni ha sviluppato un desiderio incontrollabile per gli indie, tra cui ha trovato alcune tra le produzioni più coraggiose e interessanti.

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