Dopo la presentazione enigmatica e coinvolgente avvenuta durante l’E3 di Los Angeles di giugno, We Happy Few è arrivato su Steam in Early Access con la Gameplay Alpha. Questa versione ridotta del gioco presenta circa il 50% del mondo procedurale che sarà nel titolo completo, e non contiene alcuna parte della storia dei tre personaggi principali (a parte il prologo). Lo scopo di Compulsion Games, come ci viene spiegato in un messaggio all’avvio, è avere il maggior numero di feedback possibili da parte della community, sia per quanto riguarda i bug, sia per quanto riguarda il gioco stesso. Andiamo dunque ad analizzare più da vicino di che pasta è fatto al momento questo attesissimo indie game.
Basta un poco di zucchero…
Il titolo parte con un prologo giocabile, durante il quale veniamo a conoscenza della distopia che caratterizza la società. Il gioco è ambientato negli anni ’60, in una cittadina britannica di nome Wellington Wells, con un passato oscuro che gli abitanti stessi vogliono dimenticare a tutti i costi. Per riuscirci, non viene applicata solamente la censura cartacea, ma anche quella mentale: tutti gli abitanti della città hanno sul viso una maschera bianca e devono fare uso di una droga allucinogena chiamata “Joy”. Tramite questa, gli abitanti hanno sempre il sorriso sulle labbra e vedono con i loro occhi una realtà distorta e a loro piacevole. Tutti coloro che non vorranno ingoiare queste pillole saranno considerati dei traditori, chiamati “Downer”, e saranno esiliati in una parte diroccata della città. I toni e l’atmosfera di We Happy Few richiamano alla memoria la serie di Bioshock, ma a livello di gameplay differisce totalmente.
Una volta terminato il breve prologo ci risveglieremo in un bunker sotterraneo che ci farà da base e dove impareremo a muovere i primi passi. Il titolo si presenta decisamente diverso da quello che poteva sembrare dopo il breve trailer mostrato all’E3. Ci troviamo infatti di fronte ad un’avventura in prima persona, con delle meccaniche survival. Andiamo ad analizzare le varie features che ne fanno parte:
Bisogni personali
Dovremo far sopravvivere il nostro personaggio di turno riuscendo ad adempiere ai suoi fabbisogni. Purtroppo tutti questi non saranno trascurabili, perché più il bisogno crescerà, più il nostro personaggio si indebolirà (o morirà!). Dovremo dunque essere ben attenti a fare scorte di cibo, di acqua, di bendaggi in caso di sanguinamento, di avere dei letti nelle vicinanze per quando saremo troppo stanchi, e ovviamente degli oggetti che servano a curare la salute. Inoltre sono presenti anche alcuni malus, come l’intossicazione da cibo (molto frequente) che ci colpirà mangiando i cibi avariati.
Per quanto tutto questo sia coerente con le intenzioni degli sviluppatori, questa prima Alpha presenta delle grosse lacune di bilanciamento: i segnalini che mostrano il nostro livello di bisogni, scenderanno ad una velocità decisamente troppo elevata, rendendoci dipendenti da numerosi fattori, come fermarsi a bere ad una fontanella ogniqualvolta ce ne troviamo una davanti, ad accumulare oggetti su oggetti in un inventario decisamente troppo piccolo (che comunque potrà essere ampliato rispetto al livello base), e addirittura a dormire spesso, perché la stanchezza abbasserà anche il nostro limite massimo di stamina. Non solo alla lunga tutto questo può risultare scocciante, ma arriva anche a spezzare notevolmente il ritmo del gioco.
Sistema di Crafting
In We Happy Few il sistema di creazione di oggetti è molto più comodo e meno macchinoso rispetto a molti altri. A parte la ricerca dei materiali, che sarà dedicata al free roaming come sempre, il sistema di composizione di questi non necessita un banco da lavoro (a parte alcuni oggetti specifici). Questo significa che ovunque ci troveremo potremo creare dei nuovi oggetti con i materiali in nostro possesso. Dove troviamo le ricette? Anche questo è un aspetto nuovo ma gradito: le ricette verranno scoperte ed inserite nella lista automaticamente, non appena avremo raccolto (o rubato) un numero di materiali sufficienti per costruire quello specifico oggetto. Ovviamente una volta in possesso di tutto, basterà semplicemente cliccare sul tastone “craft” ed aspettare un paio di secondi che l’oggetto sia completo.
Sistema di Quest
Le missioni che potremo intraprendere in We Happy Few sono come di consueto suddivise in principali e secondarie. Queste sono presenti in un apposita scheda del menù, elencate come se fossero dei documenti. I punti in cui dovremo recarci per andare avanti in determinate missioni sono segnalati sulla mappa (raggiungibile sia da menù, sia con un tasto apposito), e sulla quale saranno anche indicati i rifugi, le fontane, ed altro ancora. Anche la mappa segue lo schema classico, con la comparsa dei luoghi e delle strade solo una volta che li avremo visitati. Stona un pochino la mancanza di una mini mappa, a lato o in basso, che ci indichi in che direzione andare per raggiungere un determinato luogo, dato che la bussola posta in alto rileva solo eventi o posti vicini.
Aspetti tecnici
Tecnicamente al momento We Happy Few non fa impazzire, ma questo era prevedibile. Ovviamente stiamo parlando di una fase Alpha dedicata esclusivamente a mostrare con che piglio dovremo affrontare il titolo, e cosa dovremo aspettarci. Non si sprecano dunque dei bug sparsi qua e la, con errori di compenetrazione nelle mura e negli oggetti (specie quando ci rialziamo da moribondi), e anche il bloccaggio del personaggio su alcune macerie (come se cadesse all’infinito). L’interazione con gli NPC è minima, oltre a poterci parlare dicendo cose senza senso, potremo fare ben poco. Il combattimento si svolge in modo principalmente melee, e realizzato al momento con sufficienza. L’approccio da adottare più consigliato è perciò quello stealth, rimanendo silenziosi e mettendo fuori combattimento i nemici alle spalle (attenzione, se avrete armi in mano, o se state rubando, sarete visti e picchiati senza complimenti!)
Potremo colpire, parare e lanciare oggetti contro dei nemici che presentano una IA non molto sviluppata. Spesso dovrete correre, verrete attaccati anche per motivi futili, e non sempre conviene mettersi contro un’orda di squilibrati. Infine passiamo alla grafica: anche questa è sul banco degli imputati, dove il colpo d’occhio è arte, ma i singoli elementi perdono di qualità (che sia dovuto alla creazione procedurale?). Gli ambienti non si differenziamo molto tra loro, e questo è forse il più grande difetto, che riprendendo il problema citato del poco orientamento fornito, va anche a togliere l’escamotage dei punti di riferimento.
Conclusioni
We Happy Few è di certo un titolo da tenere sott’occhio, ma che per molti fattori ha stroncato le aspettative del web. Non è il tipo di titolo che ci si aspettava, e di certo non era il momento adatto per renderlo disponibile in Early Access. Certo, le premesse di Compulsion Games riguardo la fase di test sono stata chiare, ma ci chiediamo se non sarebbe stato più saggio aspettare un altro mese e correggere alcune lacune evidenti, come il bilanciamento dei bisogni del personaggio, troppo persistenti. Perdoniamo i bug e le disattenzioni tecniche, che con il lungo tempo a disposizione di certo saranno riviste. Di sicuro giocare We Happy Few con tanto di trama (che ricordiamo, non è presente in questa Alpha), avrà un altro piglio sui giocatori, e probabilmente alche il livello si alzerà di molto. Le potenzialità di crescita sono enormi e staremo a vedere nei prossimi giorni quali modifiche verranno apportate!