VideogiochiNews

Valve accusata di aver “monopolizzato il mercato PC con Steam”, parte la class action

Stando a una recente class action, che ci limitiamo a citare testualmente, “Valve sopprime l’innovazione nel mercato videoludico con Steam, ferendo sia i giocatori e gli sviluppatori con le sue pratiche “anti-competitive”. La causa collettiva contro il marketplace di successo è stata intentata a Washington il 27 aprile 2021 dai principali querelanti Wolfire Games, William Herbert e Daniel Escobar.

Il gruppo asserisce che lo storico team di sviluppo e publisher violi la legge antitrust sul territorio federale americano contro la concorrenza sleale. Il marketplace esercita effettivamente una non trascurabile egemonia sul mercato videoludico per PC. Per questo motivo, i querelanti cercano un risarcimento pubblico per danni.

Stando all’accusa nella class action, Valve (fondata nel 1996 da ex dipendenti Microsoft come compagnia di sviluppo videoludico) ha illegalmente monopolizzato il mercato e ha distorto la concorrenza tramite il marketplace e la piattaforma videoludica di Steam. L’accusa tocca altresì la percentuale dovuta al publisher statunitense.

In merito a ciò, l’accusa ha dichiarato per quanto concerne l’importanza di Valve (e Steam):

I publisher sono obbligati ad utilizzare il marketplace e a dare ai suoi proprietari il 30% di ogni profitto per poter utilizzare la piattaforma, un accesso necessario per poter vendere.

Questo, sempre stando all’accusa, obbliga i publisher ad alzare i prezzi dei loro giochi. Continuando:

I giocatori vengono lesi nel pagamento di prezzi più alti causati da tale percentuale. La concorrenza, l’output e l’innovazione vengono soppressi in modi che non potranno mai venire risarciti appieno.

Wolfire Games, publisher di San Francisco, è entrato in questo mercato per poter vendere i propri prodotti su Steam, ritrovandosi a sua volta “parte lesa” dalla percentuale.

I giocatori William Herbert (Florida) e Daniel Escobar (neyworchese) sono entrambi clienti di Steam, e unendosi all’azione collettiva dichiarano di aver pagato anch’essi dei prezzi anti-competitivi. Stando all’accusa, il mercato videoludico su PC genera trenta miliardi di dollari all’anno in tutto il mondo, ed il 75% dei profitti va al marketplace.

“Valve usa questo dominio per ottenere una percentuale straordinariamente alta da ogni titolo in vendita sullo store: il 30%, che garantisce al publisher oltre sei miliardi di dollari l’anno e prezzi più alti e meno innovazione a tutti gli altri”, prosegue il testo dell’accusa. Nonostante la concorrenza ci sia, questo “abuso di potere” ha portato EA, Microsoft, Amazon ed Epic a “fallire”.

“A causa del grande valore azionario e del grande bacino di utenza, i publisher generalmente considerano Steam la piattaforma principale”, conclude il contenuto della causa. I querelanti si sono eletti rappresentanti dell’intera clientela di Steam. Molti retailer online hanno ricevuto cause simili per pratiche anti-competitive, come è avvenuto con Amazon in Canada, poco prima della nuova apertura a Montreal.

Alessandro Bozzi
Classe 1989, viene introdotto ai videogiochi dal padre durante l'età prescolare con DuckTales: The Quest for Gold su DOS (dopo essersi innamorato dell'omonima serie animata) in veste di spettatore. Inizia a giocare con Boulder Dash con un polveroso Commodore 64. Al decimo compleanno esordisce nel gaming moderno con Crash Bandicoot 3: Warped, per poi perdersi nel mondo Nintendo con Pokémon Versione Oro. La ricerca di uno sbocco professionale per la sua passione videoludica lo ha portato su GameLegends.

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbe interessarti anche