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Unravel – Recensione

Recensire titoli come Unravel è sempre un compito arduo, non solo per il titolo in sè, ma per tutte le emozioni soggettive che potrebbe scaturire in ogni singolo individuo che lo gioca. Per questo il titolo di esordio di Coldwood potrebbe essere considerato da molti una gemma evocativa, mentre da altri un platform come molti, ed anche abbastanza semplice. La cosa che però è sicura ed insindacabile, è che il team abbia messo il proprio cuore nella realizzazione di questo progetto, e che alcune parti di questo siano rimaste indelebilmente all’interno del gioco, legate dal filo rosso di Yarny. Andiamo ad analizzarlo più da vicino, signore e signori, Unravel.

Unravel

Memorie di una vita…

Il titolo partirà con un breve filmato, nel quale una anziana signora sale le scale di casa e perde dal suo cestino un gomitolo di lana rosso… ed è così che ci troveremo a controllare il nostro Yarny! Il nostro pupazzetto si troverà subito davanti ad un album di foto, dove però la copertina non è altro che una lastra marrone e spoglia, ed all’interno le foto sono rovinate e “vuote”, senza alcuna didascalia. Ciò che dovremo fare, senza troppi preamboli, è riempire questo album dei ricordi della famiglia, che sono perduti nelle più svariate location scandinave. Ogni luogo che visiteremo ha un significato particolare per la famiglia, e in ognuno di essi troveremo dei “ricordi residui” che recupereremo, e che si trasformeranno poi nelle foto che riempiranno l’album. Come si raggiungono questi luoghi? Entrando nelle foto chiave sparse per la casa dove ci troviamo.

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… Appese ad un filo

Il titolo è un classico platform, nel quale come è chiaro da tempo per procedere sarà indispensabile utilizzare al meglio i fili di lana del nostro Yarny. In tutti e 11 i livelli di gioco, sono disseminati enigmi e puzzle che dovremo risolvere e “sciogliere” per poter procedere. Al contrario di come potrebbe sembrare, molti dei puzzle che ci vengono posti hanno più di un modo per essere risolti, lasciandoci una buona libertà di azione nel suo piccolo. In ogni caso, le meccaniche base (e dopo il primo livello anche quelle un pò più complesse) saranno chiare al giocatore da subito, e verrà naturale applicarle non appena ci si troverà di fronte un nuovo enigma. Le azioni che il nostro amico potrà sfruttare sono svariate e divertenti, dal diventare un tarzan color rosso per raggiungere punti lontani, allo sfruttare nodi par trascinare oggetti o creare dei trampolini per saltare molto più in alto. La piccola pecca sta in come questi sono gestiti, che purtroppo specialmente nella versione PC possono risultare un pò impacciati.

Sommando tutto questo, la risoluzione dei puzzle e il completamento dei vari livelli di gioco non richiederanno una dose di tempo enorme, ed è per questo che vi sembrerà che il sognante Unravel vi scivoli via tra le dita. Questo dunque va a tramutarsi nel pregio e difetto più grande del titolo di Coldwood: Urnavel è un gioco che vola via talmente veloce che è un piacere e mai un peso approcciarsi al gioco, ma lo è quasi troppo. Teniamo inoltre a dire che per quanto la longevità di un puzzle game (anche se platform come in questo caso) dipenda molto dal giocatore stesso e dai suoi tempi di risoluzione, questo titolo non garantisce una longevità estrema, dove una singola run può variare dalle 5 ore e mezza alle 7 ore di gioco.

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Arte e musica

Il comparto artistico di Unravel è uno dei migliori ai quali mai ci può aver messo di fronte un titolo indipendente. La grafica del titolo di Coldwood è di ottimo livello, e tramuta in realtà quello che era il desiderio dichiarato del team: creare uno specchio di affetto per la loro terra. Lo hanno fatto in molteplici modi, per esempio mettendoci di fronte a paesaggi ed ambientazioni sempre diverse, cogliendone anche le più minimali caratteristiche e riproponendole in una chiave “romanzesca”. Attraverseremo giardini, boschi, mare, montagne, alla ricerca dei momenti più belli vissuti dalla famiglia, e lo faremo anche viaggiando tra tutte le stagioni, con le loro caratteristiche ed i loro colori. Un’immersione totale nelle terre svedesi, che non può non lasciare affascinati i giocatori di tutto il mondo.

La ciliegina sulla torta, dopo la gioia per gli occhi, è quella delle orecchie: La colonna sonora di questo titolo è semplicemente una poesia d’amore, composta per il gioco e con il gioco. I viaggi di Yarny in queste splendide terre non sarebbero stati gli stessi se non fossero stati accompagnati da note altrettanto splendide. Altra scelta stilistica di Coldwood è stato la completa assenza di dialoghi, e di conseguenza di doppiaggio e sottotitoli. Ci troviamo dunque di fronte ad un titolo in cui a parlare sono solo i nostri pensieri, le nostre emozioni, e le nostre interpretazioni. Ultimi ma non per importanza, gli effetti sonori delle ambientazioni, riprodotti fedelmente.

Unravel

 

Unravel

8.1

Unravel è un puzzle game che vota ad affascinare il videogiocatore, ammaliandolo con paesaggi bellissimi ed una colonna sonora d'eccezione. Una poesia videoludica che scivola via leggera e lascia segni indelebili nella mente. Purtroppo non riesce ad arrivare ad essere un capolavoro a causa di un gameplay divertente ma semplice, e privo della scintilla che consegnerebbe quel pizzico di personalità in più, oltre ad una longevità che bensì sia coerente con il prezzo del gioco poteva aspirare a qualcosa di più. Il difetto di Unravel è dunque questo, finisce troppo presto, come tutte le favole.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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