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Ubisoft Montreal e il falso allarme: ecco cosa è successo

Nella giornata di ieri, Ubisoft è stata al centro dell’attenzione a causa di alcune segnalazioni – le quali si sono poi rivelate essere completamente infondate – che riportavano una situazione con ostaggi negli uffici della sede a Montreal, in Canada. Ore ansiogene, di paura, che per fortuna si sono risolte nel migliore dei modi per i dipendenti di Ubisoft e i civili nell’area, grazie all’intervento delle forze di Polizia di Montreal. Noi abbiamo riportato le vicende in tempo reale, ma ecco una spiegazione dettagliata del presunto attacco a Ubisoft Montreal.

Le prime segnalazioni

Attorno alle ore 19:30 di ieri 13 novembre 2020 (ora italiana), alcuni utenti su Twitter hanno iniziato a segnalare la presenza di un uomo armato all’interno degli uffici di Ubisoft Montreal, all’incrocio tra Saint-Laurent e St-Viateur. I cinguettii non fanno in tempo a essere pubblicati, che subito iniziano a fare il giro della rete, coinvolgendo sempre più utenti e producendo sempre più condivisioni. Si parla di una gravissima situazione, che viene commentata anche da dipendenti degli altri studi Ubisoft, come Eric Pope, Senior Community Developer del battle royale Hyper Scape, che si è mostrato preoccupato e scosso dalla notizia.

Alcuni cittadini hanno poi pubblicato le prime immagini, che ritraevano i dipendenti sul tetto dell’edificio, tenuti come ostaggi. In realtà, come chiarito da Cory Switzman, le persone si trovavano sul tetto di Ubisoft Montreal per una questione di sicurezza.

L’intervento della Polizia e la risposta di Ubisoft

L’SPVM (la Polizia di Montreal), aveva infatti fatto posizionare i dipendenti sul tetto, in modo da poter verificare che all’interno dell’edificio fossero tutti al sicuro. Già pochi minuti più tardi, alcuni dipendenti di Ubisoft Montreal hanno comunicato sul proprio account Twitter di essere al sicuro e che, da lì a poco, sarebbero tornati a casa, in quanto, dopo le verifiche della Polizia, non era stata riscontrata alcuna minaccia. Come confermato proprio dall’SPVM infatti, dopo un’attenta operazione di verifica, l’edificio si è rivelato essere al sicuro e nessuna delle minacce evidenziate dalle varie segnalazioni si è rivelata veritiera. A quel punto, non è bastato altro che completare l’evacuazione dell’edificio, per permettere a cittadini e lavoratori di tornare, sani e salvi, alle proprie abitazioni.

https://twitter.com/Valskuiken/status/1327327343212437506?s=20

Poche ore dopo la conclusione di questo spiacevole evento, Ubisoft Montreal ha rilasciato un comunicato ufficiale sui propri canali social, in cui si è complimentata per il coraggio e la compostezza del proprio team, ringraziando l’SPVM per il proprio intervento.

Vogliamo sottolineare il coraggio e la compostezza che il team ha mostrato oggi, il nostro obiettivo rimane quello di assicurare la loro salute e il loro benessere. Vogliamo anche ringraziare l’SPVM per la risposta rapida e professionale, con la quale ci hanno aiutato a riportare la situazione sotto controllo. Siamo estremamente sollevati dal fatto che sia stato tutto risolto senza incidenti e vogliamo ringraziare tutti voi per il supporto e le vostre parole.

https://twitter.com/UbisoftMTL/status/1327406771904929792?s=20

Tutto è bene quel che finisce bene, ma rimane ancora un’incognita

Da dov’è partito il tutto?

Facciamo ora un piccolo passo indietro, per cercare di capire da dove tutto sia iniziato. Infatti, le segnalazioni fatte tramite Twitter sono tutte successive all’intervento dell’SPVM,  la quale aveva già prontamente delimitato la possibile zona di pericolo e cercato di introdursi all’interno dell’edificio per verificare la situazione. Questo perché l’intera operazione è in realtà partita in seguito ad una chiamata anonima al 911, con la quale la Polizia è stata avvertita della presenza di uomo armato all’interno degli studi Ubisoft.

Come scoperto, in realtà, le dichiarazioni fatte nel corso della conversazione telefonica erano del tutto infondate e si pensa che si sia trattato di uno scherzo telefonico. Scherzo telefonico sul quale, ovviamente, l’SPVM sta ancora indagando e su cui continuerà a lavorare. Sembrerebbe quindi che si sia trattato dell’ennesimo caso di swatting, una pratica che consiste nell’inventare una situazione di emergenza per far inviare le unità della Polizia presso un preciso luogo.

Francesco Samperna
Nato nel mai troppo lontano 2002, la sua immensa passione per i videogiochi nasce quando prende in mano per la prima volta il Dualshock 2. Amante dei titoli action, è sempre alla ricerca di nuovi e luccicanti trofei di platino. Tra una partita e l'altra trova comunque il tempo per un po' di sano binge watching!

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