Durante l’attesa per la serie principale, che vedrà stavolta Liam Hemsworth nei panni di Geralt di Rivia, siamo tornati a vivere le avventure del Witcher, stavolta in formato animato. Dopo l’ottimo riscontro avuto con prodotti simili, come ad esempio The Witcher: Nightmare of the Wolf che vedeva come protagonista un giovanissimo Vesemir, Netflix prova a deliziarci con The Witcher: Le Sirene Degli Abissi, che ci racconta una delle avventure dello Strigo in formato animato.
ATTENZIONE: non entreremo nei dettagli della trama, come sempre, tuttavia sono presenti all’interno di questa recensione alcuni dettagli che potrebbero essere considerati spoiler di The Witcher: Le Sirene Degli Abissi, vi invitiamo quindi a continuare la lettura solo con tale consapevolezza.
Tra acque profonde e intrighi di corte
In un punto non meglio precisato del viaggio di Geralt in compagnia di Ranuncolo, i due si ritrovano a svolgere un contratto abbastanza ostico sulle rive di una regno sulla costa: uccidere una pericolosa creatura acquatica che attacca le navi di pescatori. Non ci vorrà molto prima di rendersi conto che c’è qualcosa sotto, prima ancora che la bestia venga uccisa, e dopo la decisione del Witcher di lasciare in vita la creatura, anche la sua professionalità viene messa in dubbio.
Intrighi di corte, successione, una guerra tra razze diverse, amori impossibili e passioni fugaci: in poco più di un’ora The Witcher: Le Sirene Degli Abissi riesce a condensare tutto questo, mettendo un’accento su un paio di messaggi sociali abbastanza chiari, come quelli legati alle diversità e all’accettazione. Il bene e il male, il giusto e lo sbagliato, sono sempre concetti che ballano sul filo del rasoio, e nonostante anche morali e lealtà vengano messe in dubbio, il quadro che emerge dalla storia porta a un finale tutto sommato giusto… anche se di sangue versato ce n’è ovviamente molto.
Questo perché l’azione è una parte centrale del racconto, ma non l’unica. Molto dell’effetto sorpresa delle fasi finali ci viene lasciato come dolce, dato che le considerazioni più argute e sagaci di Geralt non verranno condivise con noi, o con i suoi compagni, praticamente fino alle ultime battute della trama.
Quando tutto è incerto
Una volta che si giunge ai titoli di coda, tuttavia, quello che effettivamente rimane allo spettatore è molto poco: i messaggi che il film cerca di trasmettere non sono nulla di veramente nuovo, o che sia raccontato in modo diverso da altri prodotti di questo periodo storico. Sul piano dell’azione invece c’è comunque da dire che un paio di scene stilisticamente degne di nota ci sono, ma niente che potremmo definire come “memorabile”.
Egregio invece sul piano dei disegni e dell’animazione, The Witcher: Le Sirene Degli Abissi è una gioia per gli occhi e per le orecchie, che si parta dall’aspetto di Geralt e Ranuncolo palesemente ispirati a quelli della serie TV, fino alle ambientazioni proposte. Forse a rendere meno del previsto sono le scene di battaglia, che sono tuttavia più che buone.
Ciò che invece è veramente buono è il comparto audio, partendo da una colonna sonora di livello – con anche una nuova canzone a corredo – per arrivare a un doppiaggio in lingua originale di qualità eccelsa, con le voci niente meno che di Doug Cockle per Geralt (la storica e immortale voce del protagonista in The Witcher 3: Wild Hunt) e di Joey Batey per Ranuncolo, amato già per la serie con attori reali.
Tirando le somme in modo definitivo, amalgamando il tutto, ne esce un film che sicuramente riesce ad intrattenere, senza esaltarsi in modo specifico. Senza infamia e senza lode, un buon prodotto che i fan di The Witcher apprezzeranno abbastanza.