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The Surge 2 – Recensione, Deck13 Interactive ci riprova

L’avvento di Dark Souls sul mercato ha indubbiamente rappresentato un importante punto di rottura per l’industria che tutti quanti noi pensavamo di conoscere molto bene. D’un tratto, le nuove generazioni si sono infatti svegliate dal proprio torpore scoprendo nel concetto stesso di sfida un senso d’appagamento che oramai era andato scomparendo in favore di facili esperienze pensate per guidare l’utente, piuttosto che per metterlo alla prova. L’incredibile successo ottenuto dal franchise ha così portato alla concretizzazione di un vero e proprio sottogenere, quello dei Souls-Like, un insieme di produzioni pensate per la fetta più hardcore del pubblico videoludico suddivise tra grandi opere e tristi fallimenti. Tra i tanti team lanciatisi in questo nuovo mondo d’opportunità spiccano anche i ragazzi di Deck13 Interactive, software house tedesca conosciuta soprattutto per aver portato alla luce i poco fortunati Lords of the Fallen e The Surge.

Effettivamente, a ben vedere, entrambi i titoli sono stati accolti freddamente sia dal pubblico che dalla critica specializzata a causa di varie mancanze e ingenuità che ne hanno minato il risultato finale. I ragazzi di Francoforte non si sono però dati per vinti e anzi, facendo tesoro delle tante critiche ricevute, hanno tentato di dar forma a una nuova esperienza ludica che potesse finalmente conquistare cuori e menti del pubblico. The Surge 2 nasce insomma come desiderio di riscatto, come un nuovo punto di partenza che possa finalmente portare una sana boccata d’aria fresca alla società. Dopo una lunga attesa, anche noi di Game Legends abbiamo finalmente potuto godere dell’intera esperienza offerta dalla produzione e ora siamo pronti a darvi il nostro responso finale a riguardo. La nuova creatura di Deck13 ha saputo compiere quell’importante balzo in avanti in cui tanti auspicavano?

La città degli orrori

Un aereo diretto in una destinazione non meglio specificata viene colpito da un’improvvisa tempesta che ne causa lo schianto nella fatiscente Jericho City. Due mesi dopo, un uomo sopravvissuto al disastro si sveglia nel cuore di una prigione in fiamme dove uomini e macchine si stanno uccidendo a vicenda. Nel corso del nostro lungo sonno, infatti, una malattia originatasi dalle nanomacchine ha infettato l’intera metropoli, la quale è stata isolata da enormi cinta murarie per evitare il rischio che l’intero pianeta possa venir contagiato. Il nostro alter-ego digitale non ricorda nulla del suo passato e non ha idea di chi sia, ma in compenso rammenta una bambina che come lui è sopravvissuta allo schianto, fanciulla a cui si sente in qualche modo legato. Spaesati e ritrovatici innanzi a uno spettacolo terrificante, tra robot armati che massacrano qualunque cosa respiri e bande di violenti predoni che hanno preso il controllo, decideremo quindi di lanciarci all’inseguimento della ragazza per scoprire la verità su quanto avvenuto tra le strade di Jericho City.

Partendo da questo incipit, The Surge 2 mette in mostra una componente narrativa in realtà poco interessante, un susseguirsi d’eventi che tra personaggi secondari e qualche colpo di scena, s’identifica più come pretesto per continuare a giocare invece di una vera e propria colonna portante dell’esperienza. La curiosità di sapere cosa sia accaduto, chi sia la bambina o, ancora, chi sia l’uomo che stiamo controllando, rimane palpabile per tutta la durata delle vicende, ma l’opera non riesce a imprimere nel giocatore il giusto coinvolgimento, con quest’ultimo che si ritroverà ad avanzare di mappa in mappa senza prestare particolare attenzione a quel che gli starà accadendo attorno. Quantomeno, la presenza di varie note audio utili a scoprire numerosi dettagli del mondo di gioco rimpolpano una lore sufficientemente piacevole da svelare, tra informazioni aggiuntive relative ai boss, alla città e ai vari personaggi di sfondo che incontreremo durante il nostro cammino.

Meccanici alle prime armi

Come detto poco sopra, The Surge 2 si configura come Souls-Like e in quanto tale punta tutte le sue carte su una componente ludica rivelatasi capace d’andare a migliorare quanto visto in passato, con risultati alle volte convincenti, in altri casi decisamente meno riusciti. Il primo e forse più importante passo avanti fatto rispetto al capitolo originale si riassume nel mondo di gioco stesso, un’enorme mappa liberamente esplorabile divisa in nove diversi distretti e finalmente caratterizzata da un ottimo level design generale. Ogni ambientazione in cui ci muoveremo godrà infatti di una miriade di passaggi segreti, trappole, strade secondarie e scorciatoie, labirintici paesaggi che si sono rivelati un piacere da esplorare in lungo e in largo, con molta più attenzione posta in favore della verticalità. Di contro, l’ambiente urbano in cui ci siamo di volta in volta imbattuti non è sempre riuscito a convincerti, tra scenari poco ispirati ed esageratamente generici in cui mancano quegli elementi di spicco che solo gli art-designer più capaci hanno saputo portare alla luce nel corso di questi lunghi anni.

the surge 2

Parlando invece di combat-system nudo e crudo, i ragazzi di Deck13 hanno puntato a riproporre quanto visto in passato andando però a limare le varie meccaniche che nel primo The Surge mostravano qualche pericoloso spigolo di troppo. Pad alla mano, ci si sentirà subito a casa tra parate, schivate, backsteb, attacchi leggeri e pesanti, e ancora una volta potremo mirare a specifici arti del nemico – tra testa, busto, gambe e braccia – per staccarli di netto e recuperare così preziosissimi progetti da poter successivamente utilizzare a nostro vantaggio. In termini d’equipaggiamento il passo in avanti è notevole, con molte più opzioni di personalizzazione messe a nostra disposizione. Giocando verremo infatti bombardati d’armi e armature potenziabili tramite specifici materiali, il tutto affiancato a un sistema d’abilità utile per dar forma alla build più consona ai nostri gusti. Inoltre, scegliendo i giusti innesti da piazzare sul nostro corpo, potremo ottenere utilissimi bonus a stamina, salute, forza e molto altro ancora. In-game figura inoltre la presenza di un piccolo drone volante – come quello visto nel primo The Surge – da poter utilizzare a piacimento e disponibile in più forme sbloccabili avanzando nell’avventura, un utile alleato che non solo potrà darci manforte durante i combattimenti, ma che si rivelerà anche essenziale per raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili.

Per un pugno di pixel

Un’altra importante novità andata ad aggiungersi alle varie meccaniche presenti riguarda la parata direzionale, una piacevole idea rivelatasi capace d’impreziosire il gameplay ben più di quanto inizialmente preventivato. Grazie a uno degli innesti applicabili, infatti, potremo vedere in tempo reale da dove arriverà il prossimo attacco, così da poter direzionare la nostra parata e destabilizzare l’avversario nel caso in cui dovessimo avere il giusto tempismo. I pochi secondi che otterremo in caso di successo si riveleranno essenziali per avere la meglio negli scontri più duri, con determinati nemici contro i quali sarà di primaria importanza bloccare ogni attacco al momento giusto. Parlando d’avversari, nel corso della nostra partita abbiamo affrontato una gran varietà di nemici che in gruppo hanno saputo rivelarsi estremamente pericolosi, con combattimenti da vivere con il cuore in gola e in cui la prontezza di riflessi ci ha spesso evitato dei repentini Game-Over.

Siamo invece rimasti ben poco impressionati innanzi alle varie boss-fight offerteci, con creature particolarmente banali e che si dimenticano velocemente, salvo qualche rarissimo scontro incredibilmente ben riuscito. Infine, merita di essere menzionata anche la presenza di una modalità New Game Plus che apporta qualche leggero cambiamento all’avventura, come una fase giocabile aggiuntiva, nemici ben più pericolosi del solito e ricompense più ricche. Da un punto di vista spiccatamente tecnico, The Surge 2 si è purtroppo rivelato un colabrodo mettendo in mostra tutti i difetti di una produzione che a tratti sembra quasi ancorata alla scorsa generazione. Giocato su una Playstation 4 base, l’opera ha infatti messo in mostra texture poco rifinite, una conta poligonale di strutture e avversari piuttosto povera, giochi di luci e ombre ben poco impressionanti e animazioni a tratti legnosette. Peggio ancora, il gioco ha più volte mostrato una certa incertezza in termini di frame-rate, una situazione ingiustificabile considerando lo stato in cui versa la produzione. Quantomeno, si è invece rivelato di di buon livello il comparto sonoro, con un doppiaggio inglese ben fatto e una colonna sonora che ha svolto egregiamente il suo lavoro.

The Surge 2

7.3

Giunti alla tanto attesa resa dei conti, non possiamo far altro che definire The Surge 2 un prodotto riuscito a metà. I passi avanti rispetto al primo capitolo sono evidenti, dalla maggior attenzione data al level design fino alle numerosissime opzioni offerte in termini di personalizzazione, il tutto ovviamente condito da un combat-system sempre solido e piacevole. Di contro, però, l’esperienza mostra il fianco a varie criticità che ne inficiano la qualità generale, quali una componente narrativa poco incisiva, ambientazioni fin troppo povere e monotone, boss-fight assai insoddisfacenti e un lavoro grafico che non convince sotto alcun aspetti. Se il primo capitolo era in qualche modo riuscito a incuriosirvi, questo secondo episodio saprà offrivi numerose ore di sano divertimento videoludico, ma se siete alla ricerca di uno stravolgimento della formula originale, fareste meglio a girare al largo.

Luca Di Carlo
Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.

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