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The Settlers History Collection – Recensione, il ritorno della serie di Blue Byte e Ubisoft

Neanche 4 mesi dal suo annuncio, e già gli appassionati di giochi storici – in tutti i sensi – possono godere della nuova collection targata Ubisoft. Si tratta di The Settlers History Collection, un pacchetto che a 39,99 € sull’Ubisoft Store ci permetterà di giocare tutti e sette gli iconici titoli della saga di Blue Byte, in attesa del rilascio dell’ottavo capitolo attualmente in lavorazione e atteso per il prossimo anno. Un viaggio nel tempo, un ritorno alle origini che con i pro e i contro del caso ci permette sia di recuperare capitoli che col tempo si erano persi, sia di saggiarne l’evoluzione negli anni, prendendo coscienza dei cambiamenti e delle introduzioni. Il viaggio con la serie è nato ben 25 anni fa, e tale collezione arriva proprio per festeggiare questo anniversario, tuttavia sono passati ben 8 anni dalla pubblicazione dell’ultima iterazione fin ora arrivata in commercio. Piccola nota in prefazione: tutti i capitoli che giocheremo sono compresi anche dei rispettivi DLC, ma non esistono purtroppo dei contenuti esclusivi in aggiunta creati appositamente per il festeggiamento. Armatevi di martelli, picconi, lance e spade, è il momento di fare la storia.

the settlers history collection

Step by step

Partiamo dal principio: tutti i capitoli che ci sono stati riproposti per rilanciare il brand – con buone intenzioni – saranno divisi dagli altri. I titoli saranno quindi scaricabili singolarmente, cosa sensata sotto un certo punto di vista, ma decisamente poco consona al concetto di “Collection”, limitando la definizione di ogni capitolo a “History Edition“. Come era lecito aspettarsi, anche se magari si sarebbe sperato in qualcosa di diverso, questa collezione si limita a proporre nudi e crudi i giochi che conoscevamo, certo, comprensivi di tutti i contenuti aggiuntivi usciti nel frattempo, ma nessuna copiosa novità dedicata ai 25 anni del brand. Va da sé che il titolo è quindi pensato solamente per i giocatori che mancano di alcuni capitoli, o che vogliono avvicinarvisi dall’inizio ripercorrendo tutti i passi. I fan, tuttavia, potrebbero acquistarlo solo per mero collezionismo, dato che ci si può immaginare siano già in possesso dei singoli giochi. Il valore intrinseco del prodotto e il rapporto qualità prezzo sono tuttavia indiscutibili, che a poco più di 5,50€ per titolo ci permette di rivivere passo per passo tutte le iterazioni, anche facendoci rendere conto dei passi da gigante compiuti in questo quarto di secolo.

the settlers 4

Evoluzione indotta

Come accennato, la differenza sostanziale tra questi prodotti e quelli di un tempo, è minima: con uno sguardo più critico alle ultime iterazioni, che sono state in parte adattate al giorno d’oggi ma che pesantemente sentono la fatica degli anni, il lavoro di restauro ne ha aumentato la fruibilità solo in minima parte. Specialmente per gli ultimi due capitoli si sarebbe potuta inserire anche una doverosa localizzazione in italiano, che è stata invece riproposta esclusivamente per il quinto capitolo (L’Eredità Dei Re) che la presentava già al tempo del lancio. I primi due capitoli ripropongono d’altro canto quel sapore vintage che caratterizzava le versioni per Amiga e successori, buttandoci nella mischia con poche spiegazioni in quello che era il gameplay più avveniristico che il genere avesse mai visto prima, fondendo le caratteristiche dei city builder a quelle in futuro definite RTS. Concentrazione particolare per questi due titoli era dedicata all’economia, alla base di tutte le azioni da compiere per far fiorire il proprio insediamento di coloni, alla costruzione e al collegamento tra le strutture. Per i giocatori di giovane età, e magari non ancora avvezzi a questo tipo di titoli, molto probabilmente sarà complicato approcciarsi a questo tipo di titoli, specialmente perché sprovvisti di un tutorial adeguato, dove le prime spiegazioni adeguate per approcciarsi al gioco arrivano solo col quarto capitolo.

the settlers history collection

Storia di popoli

Dopo aver spaziato dai Romani fino ai Vichinghi, con L’eredità Dei Re arriviamo a un livello successivo, con l’introduzione di una storia narrata in un certo modo e una campagna che trova godimento non solo dal punto di vista ludico, ma anche da quello narrativo. Per farlo, e per avviarsi ad un approccio più romanzato, ci si sposta in ambientazioni riconducibili all’Europa del Nord. Oltre ad avere un tono diverso nella storia, è arrivato un cambiamento radicale anche per quanto riguarda lo stile grafico, ma anche nella gestione delle unità. Purtroppo, e per questo il capitolo ha fatto storcere il naso a molti dei puristi dell’epoca, viene meno l’importanza data alla gestione delle città e dei collegamenti, cosa che ritorna molto più consona alle origini con The Settlers 6. Il passo definitivo, che i molti conosceranno, arriva infine con The Settlers 7, che si propone come il miglio titolo moderno della saga. Anche grazie al supporto di Ubisoft, il team di sviluppo ha portato alla luce un ottimo titolo che riprende per mano le filosofie di gioco originarie, che si erano un po’ perse per strada, compresi i combattimenti divenuti automatici.

Tirando le somme, dal punto di vista che più ci interessa per la riproposizione, le modifiche sostanziali sono veramente pochine, dove il grosso del lavoro è stato fatto sull’adattamento dei vecchi titoli ai dispositivi più moderni, senza mostrare però eccessiva cura nella totalità.

The Settlers History Collection

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Con uno sguardo già al 2019, The Settlers History Collection si mostra come un prodotto valido dal punto di vista storico, adatto per recuperare dei pezzi di storia che in molti possono aver lasciato alle spalle. Giocare uno dopo l'altro tutti i titoli proposti sarà un buon allenamento dal punto di vista culturale, e una preparazione al titolo attualmente in sviluppo che ne conseguirà. Tuttavia la qualità della riproposizione è molto basica, senza determinanti modifiche in fasi di restauro (specialmente se parliamo degli ultimi 3 titoli) e con l'assenza totale di contenuti dedicati all'anniversario del brand, arrivato alla veneranda età di 25 anni.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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