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The Crown – Recensione della quarta stagione della serie Netflix

Fra le serie originali Netflix, The Crown è sicuramente uno dei prodotti più apprezzati, sia per l’indubbia qualità dei suoi episodi, sia per le vicende storiche che racconta, ruotando intorno alla vita di una delle figure più celebri del mondo: la Regina Elisabetta II. Scritta principalmente da Peter Morgan, The Crown ha vinto numerosi riconoscimenti, tra cui tre Golden Globe e otto premi Emmy.
Nella scorsa stagione abbiamo visto in opera il nuovo cast, riadattato all’età raggiunta dai protagonisti delle vicende: Olivia Colman è una magistrale Regina Elisabetta II, Helena Bonham-Carter la travagliata Principessa Margaret,  Tobias Menzies il Principe Filippo, Josh O’Connor il Principe Carlo. Ritroviamo tutti loro nella quarta stagione, con due aggiunte molto attese: Emma Corrin, nei panni di Lady Diana, e Gillian Anderson, interprete di Margaret Thatcher.

La trama della quarta stagione di The Crown

L’arco temporale raccontato nella quarta stagione ricopre il decennio degli anni 80, l’era Thatcheriana della Gran Bretagna; i dieci episodi narrano infatti gli eventi a partire dall’inizio del primo mandato di Margaret Thatcher (maggio 1979), prima donna Primo Ministro Britannico, fino alle sue dimissioni del novembre 1990. Si tratta sicuramente di un decennio denso di avvenimenti storici, visti come al solito tramite il filtro della Famiglia Reale e dalla prospettiva della Regina. Parliamo nondimeno di un periodo che ha visto sorgere anche un’altra celebre figura femminile: Lady Diana. Una stagione, quindi, che porta avanti parallelamente due storyline principali e racconta un periodo ormai molto vicino ai nostri giorni.

the crown diana«Quante volte questa famiglia può ripetere lo stesso errore?»

La storyline che molti aspettavano dall’inizio della serie è quella relativa alla vita di Lady Diana. Paradossalmente forse una delle vicende più conosciute in merito alla Famiglia Reale, su cui probabilmente non c’era molto da aggiungere dato il clamore mediatico suscitato all’epoca e i diversi film e documentari usciti sull’argomento. Nonostante la difficoltà dell’impresa, invece, la serie è riuscita comunque a raccontare anche questa storia in maniera diversa e non banale, esplorando il punto di vista e la prospettiva sia di Carlo, con cui avevamo in qualche modo empatizzato già nelle stagioni precedenti, sia di Diana, poco più che adolescente quando entra a far parte della Famiglia Reale. Josh O’Connor e Emma Corrin sono molto bravi nel rendere l’incomunicabilità fra i due, le pressioni per un matrimonio celebrato esclusivamente all’insegna del dovere e dell’immagine e che, naturalmente, non poteva avere esito diverso rispetto a quello che poi ha effettivamente avuto. Sono messe in scena anche immagini piuttosto esplicite del disturbo alimentare che affliggeva la principessa, un pugno nello stomaco che rende ancor più il disagio della solitudine. Ma il rapporto fra Carlo e Diana non è l’unico all’interno della famiglia ad essere tanto travagliato: intorno a loro si articolano altri piccoli drammi, come la solitudine di Margaret dopo la separazione dal marito Antony, la crisi nel matrimonio di Anna, la scoperta dell’esistenza di due membri della famiglia nascosti per le loro disabilità e i punti interrogativi che si pone la Regina stessa sul suo operato in quanto madre. L’intera famiglia continua a vivere con insofferenza i propri doveri in quanto Reali, in conflitto con le aspirazioni e i sentimenti di ognuno: come dice Filippo a Diana, lui e tutti i membri della famiglia sono outsider ed estremamente soli. Tutti tranne lei, la Regina, l’essenza del loro dovere.

the crown thatcher

«Non mi pare saggio farsi nemici a sinistra, a destra e al centro» «Non se si è a proprio agio ad avere nemici»

Altra storyline principale in questa stagione è la carriera come Primo Ministro di Margaret Thatcher e il suo rapporto con la Regina. Vediamo quindi in scena il ritratto di un’epoca che ha visto due grandi donne ricoprire le cariche più alte del Regno Unito. Gillian Anderson è magnifica nel rappresentare la Lady di Ferro in una versione che ne esprime sì la forza e l’etica del lavoro, ma anche l’umanità; in lingua originale si nota anche la bravura nel riprodurre il modo di parlare tipico della Thatcher. Sullo sfondo di una Gran Bretagna in crisi per la disoccupazione, il conflitto con l’IRA, il successo nella guerra per le Isole Falkland, l’Apartheid in Sud Africa, vediamo di episodio in episodio l’evolversi della relazione fra la Regina e il Primo Ministro. Un rapporto non certo idilliaco, che arriva quasi a minare l’irreprensibile neutralità del Sovrano circa l’operato del Governo, ma che giunge al suo epilogo raggiungendo mutuo rispetto fra le parti.

In definitiva, questa quarta stagione di The Crown non delude le aspettative, proseguendo nella narrazione di una storia sempre più vicina ai giorni nostri e mantenendo alta la qualità di episodio in episodio.

The Crown

9

La quarta stagione di The Crown non delude le aspettative e si riconferma una delle migliori serie originali Netflix. Racconta delle vicende già conosciute, soprattutto perché più vicine ai giorni nostri e perché molto famose a livello mediatico, ma lo fa tramite dei punti di vista nuovi.

Claudia Pintore
Disegnatrice e appassionata di libri, serie tv, cinema e giochi da tavolo

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